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De Cian: «Preoccupato per la Dolomiti. Domenica abbiamo un unico risultato»

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De Cian: «Preoccupato per la Dolomiti. Domenica abbiamo un unico risultato»

Chiede di evitare allarmismi, alla luce in particolare dell’equilibrata sfida giocata dalla Dolomiti Bellunesi in quel di Chioggia. Al tempo stesso, però, il presidente Paolo De Cian, a seguito della seconda sconfitta consecutiva e quarta totale in otto giornate, ammette come il cammino della squadra sino a questo momento qualche preoccupazione la stia dando. E adesso si va verso una partita da non sbagliare assolutamente, domenica al Polisportivo (nessun anticipo stavolta) contro l’Ambrosiana penultima. Questa in sintesi l’analisi del numero uno bellunese, chiamato a raccontare le proprie idee sulla fin qui non esaltante stagione dolomitica. Va però detto che a Chioggia un pareggio avrebbe potuto starci.

Avevate l’attuale seconda forza del torneo, distante una sola lunghezza dall’Arzignano capolista.

«Ha deciso l’episodio, o meglio un altro calcio d’angolo fatale. Di sicuro ce la siamo giocata alla pari e ciò è stato un passo in avanti rispetto al secondo tempo visto con il Campodarsego. Si è notata in particolare un’intensità superiore e soprattutto i ragazzi volevano senza dubbio reagire. In settimana hanno lavorato con grande impegno e quella è la strada da perseguire».

La classifica però dice cinque sconfitte su nove partite disputate, Coppa compresa. Non è il percorso auspicato in estate. Al momento siete in zona playout, pur bastando davvero poco a risalire.

«Essere lì dietro non dà certo serenità, anzi qualche preoccupazione la crea. Però al tempo stesso non siamo ancora alla fase degli allarmismi, perché appunto a Chioggia si è vista una squadra viva e motivata. In un momento un po’ critico i ragazzi sono andati a disputare una partita di livello».

Domenica serve il conforto di una vittoria.

«Bè, su ciò non serve neppure discutere. Abbiamo un solo risultato a disposizione. Ma se replichiamo l’intensità dell’altro giorno, ce la faremo ad uscire dal momento non semplice».

Sembra comunque di comprendere come sia piena la fiducia nell’allenatore.

«Con Lauria abbiamo dialogato la scorsa settimana, in modo da comprendere cosa non stesse funzionando. Rimaniamo convinti, ripeto, di poter tornare presto nelle posizioni più consone».

Cosa sta mancando sino adesso, secondo lei?

«Purtroppo al completo siamo stati poche volte. E soprattutto nelle precedenti giornate l’attacco ha sempre dovuto fare i conti con diverse defezioni. L’unica volta in cui nel reparto offensivo disponevamo di tutti era a Cattolica e lì abbiamo vinto 3-1. Inoltre forse paghiamo un po’il non avere quel giocatore esperto in grado di gestire il pallone in mezzo al campo nei momenti più delicati».

A proposito, contro di voi era in panchina Serena, uno dei protagonisti del San Giorgio Sedico dello scorso anno. Farebbe comodo?

«Ci siamo parlati prima dell’incontro, ricordando i bei momenti della stagione passata. Niente comunque dialoghi sul futuro. Poi sino a dicembre il mercato è chiuso, nel frattempo faremo le nostre valutazioni sulle esigenze dell’organico».

Forse sono altri i reparti carenti, vedi la difesa con tutti quei gol subiti. Però intanto nelle ultime due partite non si segna e si dipende sempre dai gol di Corbanese. Vi rammarica vedendo in particolare i numeri di Sinani al Levico (7 gol in 7 sfide disputate) o di Benedetti al Seravezza Pozzi?

«Magari non è detto che qui si sarebbero espressi sui livelli attuali. Penso magari ad Ismet, che a Levico ha trovato di sicuro l’ambiente e le condizioni ideali per dare il meglio».

Ribadendo ancora una volta come la stagione sia lunghissima e ci sia modo di rimediare in fretta, ma sul mercato estivo è stato fatto il massimo?

«Abbiamo dovuto muoverci in fretta e forse alcune situazioni non sono state valutate al meglio. Però adesso questi siamo».

Vi dispiacerebbe se i risultati dovessero affievolire l’entusiasmo attorno al progetto?

«Un po’ a questo aspetto ci pensiamo, ma anche con il Campodarsego la cornice di pubblico era ottima e la gente sta capendo come questo sia un anno di transizione. Inoltre la fusione è stata apprezzata, in quanto ne sono state colte le motivazioni».

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