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Pattinaggio di figura, Grand Prix de France: Guignard-Fabbri, anche i fenomeni sbagliano. Conti-Macii brillano

Emergono sentimenti marcatamente contrastanti al termine del Grand Prix de France, terzo appuntamento del circuito ISU Grand Prix 2024-2025 di pattinaggio di figura andato in scena lo scorso weekend sul ghiaccio di Angers. L’Italia, in un modo o nell’altro, è riuscita comunque a conquistare quei tre podi pronosticati alla vigilia, anche se il modo in cui si è arrivati ai piazzamenti necessita di essere analizzato.

La sorpresa più amara è arrivata, incredibilmente, dalla danza sul ghiaccio, dove i favoritissimi Charléne Guignard-Marco Fabbri si sono dovuti accontentare del posto d’onore, raccogliendo solo 189.08 e cedendo il passo ai decisamente più indietro francesi Evgenia Lopareva-Geoffrey Brissaud. Il responso, come sappiamo, è maturato a causa di un passaggio a vuoto nell’elemento di maggior valore della free dance: stiamo parlando della sequenza di passi a cerchio, terminata con una perdita di equilibrio da parte del cavaliere, fattore che ha fatto perdere al binomio seguito da Barbara Fusar Poli tantissimi punti. Una zavorra accentuata anche da una detrazione per caduta. 

Ma attenzione, perché in linea generale si potrebbe considerare la performance dei nostri ragazzi sottotono rispetto a quanto ci hanno abituati nel corso del tempo. Qualcosa di assolutamente normale, specie ad inizio stagione, ma che complica leggermente la corsa dei danzatori, non tanto in termini di obiettivi, quanto in termini di riscontro da parte della giuria. 

A Charléne Guignard e Marco Fabbri sta infatti capitando qualcosa di molto simile alla passata stagione quando, dopo aver iniziato con il botto il Lombardia Trophy (215.63), gli atleti hanno subito un vistoso rimaneggiamento di valutazione, come già capitato allo Shanghai Trophy (209.75). L’evento francese in tal senso era molto importante per fare la tara, ma quanto successo rimanda il primo vero feedback dei giudici in un evento di prima fascia soltanto alla Cup Of China, dove gli azzurri saranno della partita per conquistare una finale più che alla portata. Anche i migliori di tutti (perché si, Charléne e Marco tecnicamente parlando non hanno eguali) sbagliano. La sbavatura, o semplicemente la giornata storta, non cancellano neanche di una virgola quanto costruito fino a questo momento. Siamo pronti ad emozionarci ancora. 

Gli altri due piazzamenti in top 3 sono poi arrivati nelle coppie d’artistico con Sara Conti-Niccolò Macii e Rebecca Ghilardi-Filippo Ambrosini. Due team separati da una qualità di rendimento importante. Sara e Niccolò infatti hanno performato ad altissimi livelli, riducendo gli errori al minimo, lasciando pochissimo sul piatto e superando per la sesta volta complessiva i 200 punti in carriera, qualcosa con pochissimi eguali nella storia della nostra specialità. Il prossimo step sarà quello di accorciare le distanze con i teutonici Minerva Fabienne Hase-Nikita Volodin, probabilmente la coppia più competitiva del lotto che, pur non brillando nelle components, può giocare abbondantemente su GOE e livelli e prendendo così il largo. Non sono insuperabili, sia chiaro (al contrario di Miura-Kihara, imprendibili se in forma). Ma l’obiettivo da qui a Milano Cortina 2026 sarà quello di trovare la quadra per salire ancora di più di colpi, andando a cercare con continuità una soglia ancora più alta.

Più fortuito il terzo posto di Ghilardi-Ambrosini, bravi comunque ad ottenere punti importanti nelle difficoltà di coppia per compensare i ripetuti errori in quelle in parallelo. La sensazione però che l’esperto binomio italiano sia vicinissimo al nuovo step, a quel salto di qualità che lo proietterebbe senza problemi nella top 4 Mondiale. L’importante sarà cercare lo strappo e rompere l’equilibrio pericolosissimo formatosi nelle coppie, capace di rendere tutte le gare (quasi) un terno a lotto. 

C’è poi rammarico per Nikolaj Memola, il quale aveva le carte in regola per conquistare anche lui un posto sul podio. Ma lo short, viziato da due errori di peso, ha troncato sul nascere una corsa comunque impreziosita da un free program di grande rilievo (158.91) con cui si è accomodato al secondo posto nel segmento. Cosa significa questo, magari sommando la prestazione di Memola a quella di Frangipani a Skate Canda? Che l’Italia maschile c’è anche con chi non si chiama Rizzo e Grassl (attesi questo weekend all’NHK Trophy). Mancano pochi passi per diventare il vero, grande, spauracchio del circuito, dopo il Giappone.

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