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Scherma, l’innesto decisivo di Mara Navarria. Cambia la finale con la Francia e si ritira con l’oro olimpico

Scherma, l’innesto decisivo di Mara Navarria. Cambia la finale con la Francia e si ritira con l’oro olimpico

Storie che solo le Olimpiadi sanno raccontare. Mara Navarria di certo non dimenticherà questo martedì 30 luglio 2024, un giorno indelebile che entra di diritto nella storia dello sport italiano. “Chiudo qua, e sono davvero felice“, abbandonare al picco assoluto, lasciare da campionessa olimpica, il sogno di ogni atleta. L’Italia ha vinto la prova a squadre di spada femminile delle Olimpiadi 2024, e un grande pezzettino di questo successo va alla veterana azzurra.

Una serata epica, che sarà difficile dimenticare. Anche se ad un certo punto le cose sembravano mettersi male. L’assalto che metteva in palio la medaglia d’oro si è disputato in un clima con tifo da stadio, con il pubblico transalpino che spingeva a più non posso le proprie beniamine. Dopo un primo incontro molto complicato per Rossella Fiamingo, il CT Dario Chiadò decide di mandare in pedana Navarria, con la capitana che deve dare la scossa alle azzurre.

Mara entra e ha davanti la sfida più complicata possibile, quella contro l’argento individuale Mallo-Breton. Il punteggio è di 15-13 in favore delle transalpine, con la Francia sulle nuvole e un’Italia in difficoltà. La grinta e il carattere della veterana azzurra però si fa sentire, e anche se la francese vince 4-2 i tre minuti (andando al massimo vantaggio di cinque stoccate), si sente che l’aria sta cambiando. E infatti Giulia Rizzi, alla settima ripresa, entra con uno spirito diverso. Un parziale di 5-2 riporta il quartetto italiano a contatto, e al successivo assalto tocca ancora a Navarria.

Qui, contro la riserva transalpina, Mara effettua il ribaltone. Una grinta e una tenacia da campionessa con la C maiuscola per l’azzurra, che sfodera una spada incredibile e consegna a Santuccio un importantissimo vantaggio di una botta prima dell’ultimo assalto (24-23). Un’ultima apparizione in pedana indimenticabile, sfogata con il pianto liberatorio ancor prima che Alberta compisse poi la vera impresa sfatando la maledizione della stoccata supplementare.

Una carriera lunghissima quella della 39enne azzurra, iniziata a livello internazionale proprio a Parigi quattordici anni fa nel suo primo campionato mondiale. Un arco di tempo in cui Navarria ha vinto, tra le altre cose, tre tappe di Copppa del Mondo, due Grand Prix, due medaglie agli Europei e il titolo mondiale del 2018. Una veterana all’ultimo ballo, che più bello e dolce non poteva essere. E intanto, insieme a Rizzi, Santuccio e Fiamingo, sarà per sempre nella storia dello sport italiano.

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