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LBA Legabasket precampionato 2020-21: indicazioni e spunti dopo le prime schermaglie al Torneo City of Cagliari

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Milano, 22 luglio 2020 – Mancano ancora cinque giorni all’inizio ufficiale della stagione 2020-21 della nostra pallacanestro. A ogni modo, ciò che è andato in scena nella tre giorni di sfide al PalaPirastu è stato un antipasto abbastanza soddisfacente di quanto potremo vedere nei prossimi mesi. 

E ce n’era decisamente bisogno dopo più di 5 mesi senza il rumore di un pallone che rimbalza sul parquet, in attesa di sentire anche quello romantico del pubblico. I numeri decisamente buoni di accessi a DinamoTV sono una spia della fame di basket per tutti. Concetto di cui si è anche abusato nelle ultime 48 ore, ma che è più che mai reale. 

A proposito, complimenti ai ragazzi di DinamoTV per il lavoro puntuale e di qualità offerto per tutta la durata del torneo. Commento tecnicamente assai competente, con le interviste a fine partita a renderci le prime sensazioni dei protagonisti al primo test dopo le settimane iniziali di preparazione. 

Banco di Sardegna Sassari, AX Armani Exchange Milano e Reyer Umana Venezia hanno dato vita a sfide di un’intensità anche sorprendente se si pensa alla lunga inattività. Certamente ha contribuito l’equilibrio che ha dato incertezza al risultato finale delle partite (eccetto il sabato). Come si sa, giocatori di questo livello non ci tengono a perdere nemmeno una partita di carte sotto l’ombrellone. Figurarsi una partita punto a punto, utile a ritrovare quelle sensazioni familiari di competitività e desiderio di primeggiare anche in assenza dei due punti. 

In questo spazio vogliamo offrirvi gli spunti principali che sono emersi da questi primi 120 (con l’appendice del supplementare tra Milano e Venezia) minuti di basket giocato. 

Partiamo da chi si è portato a casa il Trofeo, ovvero l’Olimpia Milano. Tanta era l’attesa per avere riscontri dalla prima creatura a immagine e somiglianza di Ettore Messina, dopo il primo scrimmage blindato contro Varese. Si può dire che si sono intravisti i principi cardine intorno ai quali cercherà di ruotare la squadra biancorossa. Sempre al netto di condizioni individuali e automatismi collettivi da sviluppare, ovviamente. 

La forte identità difensiva di base, per esempio. Una matrice con cui soffocare gli avversari e orientare l’attacco in zone in cui certe carenze strutturali possono essere occultate, risultando meno decisive al contrario. Un meccanismo che cerca di partire da una grande pressione sulla palla, pur non disponendo di specialisti difensivi sul perimetro. Tuttavia, Malcolm Delaney e Kevin Punter hanno piedi e mani rapide per rallentare l’entrata nei giochi altrui. 

Nelle intenzioni dello staff tecnico, questa azione di disturbo deve essere un invito a cadere nella ragnatela biancorossa. In seconda battuta, infatti, sono pronti a entrare in azione i cosiddetti agenti speciali. Ci riferiamo a Shavon Shields, Zach LeDay e Kyle Hines soprattutto. 

L’ex Trento ha subito impressionato per la sua capacità di attaccarsi all’uomo, di raddoppiare, ruotare, aiutare. Insomma, tutto quello che serve per far girare il sistema difensivo senza far mancare qualità lontano dalla palla nella metà campo offensiva. Si è visto anche un taglio backdoor da manuale contro Venezia, roba che raramente si è vista nella Milano delle ultime stagioni. Assicurazione sulla vita fondamentale per Vlado Micov sul lungo periodo. 

I due ragnetti americani hanno un po’ sofferto vicino a canestro, a dire la verità. Palese la necessità di tempo per portarsi a spasso con fluidità 100kg di muscoli dopo uno stop forzato così lungo. E’ chiaro che stiamo parlando di due giocatori che hanno bisogno di tutta l’esplosività delle proprie gambe per brillare. Tuttavia, i primi due impegni sono stati sufficienti a capire l’importanza che avranno nella catena della switching defense di Messina.

Interpreti che cambiano su tutti in difesa, duri, che non fanno un passo indietro anche al cospetto di centroni alla Miro Bilan e Mitchell Watt. Non solo: vedere Hines prendere il rimbalzo e farsi tutto il campo in palleggio ha fatto venire gli occhi a cuoricino. Le giocate in post di LeDay e il tiro dalla media dell’ex CSKA sono soluzioni che non potranno mancare e che dovranno dare ulteriori dimensioni all’attacco di Milano.

Parola d’ordine versatilità. Il General Manager Christos Stavropoulos ne ha fatto un mantra nel giro di presentazioni ai media dei nuovi acquisti. Ettore Messina ha 15 giocatori da far ruotare e la possibilità di comporre e scomporre quintetti in continuazione. Si è visto a Cagliari, con cambi di interi quintetti in blocco. Con Shields, LeDay e Hines per alzare il volume della radio in difesa e correre in contropiede. Con Delaney, Punter e Micov per mettere punti a canestro e andarsi a prendere le partite con i canestri decisivi. Somiglia parecchio a un lusso, da non sprecare trovando alchimie ed equilibri giusti. 

Sergio Rodriguez? Luigi Datome? I due fuoriclasse dell’Olimpia sono rimasti dietro le quinte in queste prime battute. Lo spagnolo è apparso più indietro di condizione rispetto all’edizione passata, nella quale incantò. Tuttavia, non vi sono dubbi che si riprenderà la squadra in mano quando più servirà e l’ultima Olimpia è stata costruita per avere responsabilità condivise. Sovraesposizione non dovrebbe essere più la prima parola associata al suo nome. 

Gigi, invece, è uomo di poche parole e tanti fatti sul campo. Allora noi ci adeguiamo e descriviamo le sue prime uscite limitandoci a osservare come il suo gioco sia semplicemente l’essenziale. 

Due squadre distinte. L’impressione netta, dando un’occhiata alle rotazioni adottate, è che Ettore Messina abbia in mente due roster definiti tra Eurolega e Campionato. A Cagliari si è vista l’Olimpia versione europea per favorire l’inserimento delle varie new entries negli schemi e italiani utilizzati con il contagocce. La prima fase della Supercoppa sarà sfruttata in maniera simile con gli italiani, sfruttando gli obblighi di eleggibilità tipici del 6+6. 

A fare gli onori di casa il Banco di Sardegna Sassari, che si avvicina a grandi passi alla campagna di difesa del titolo in Supercoppa dell’anno passato. 

La concretezza del Poz. 7 nuovi acquisti? rotazioni corte? Nessun problema e, cosa più importante rispetto alle (pessime) abitudini italiche, zero alibi. Gianmarco Pozzecco va in palestra e allena. Nessun segreto particolare dietro i successi del Banco nell’ultimo anno e mezzo. Crea il vestito su misura dei suoi indossatori (giocando contro la squadra di Armani…) accorciando i tempi di gestazione. 

Così si è potuto apprezzare una Dinamo già in bolla e con delle trame di gioco godibili a dispetto della singola settimana di preparazione per avvicinarsi all’evento.

Miro Bilan (sempre) centro di gravità permanente. E’ uno dei quattro confermati nel roster biancoblu. Sassari sta diventando ormai la sua casa e il centro croato è parte centrale della impalcatura. Tanto della manovra offensiva passa dalle sue mani. Realizzatore dalla tecnica sopraffina dentro l’area, regista aggiunto dal post alto per innescare i tagli flash dei compagni e mandarli al ferro. L’alto-basso con palla schiacciata a terra da Burnell per il suo lay-up su taglio al centro del pitturato contro Milano è stata l’azione del Torneo probabilmente. 

Il Mercato protagonista: l’energia di Burnell, la personalità di Pusica (e Treier..). Subito in grande evidenza l’ala 23enne ex Cantù. Alti e bassi all’interno della stessa partita, ma una presenza fastidiosa sulla palla, gambe che vanno già a duemila e possibilità di coprire due ruoli con la stessa consistenza. Sembra già adesso un colpo di mercato di assoluto spessore da parte del General Manager Federico Pasquini. Così come sembra scelta particolarmente oculata quella di Vasa Pesica. Utilizzato come cambio di Marco Spissu e Stefano Gentile sugli esterni, qualità da vendere e faccia tosta di fronte a chiunque. Guai a lasciargli mezzo secondo e un metro di spazio sul perimetro, può essere letale. 

Occhio anche a Kaspar Treier. L’italiano di formazione, ma nativo di Tartu (Estonia), ha attivato a sprazzi il talento mostrato a Ravenna nelle ultime due stagioni. Fisico assai importante nel ruolo di ala piccola, partirà come ottavo/nono delle rotazioni, ma sembra già pronto per farsi sentire a rimbalzo e a colpire dagli angoli, sua mattonella preferita. Tanto lavoro da fare per sfruttare al meglio quel corpo, per il momento paga il debito di esperienza inevitabilmente presente. 

Il peso dell’assenza. La Dinamo si è presentata a ranghi incompleti. Filip Kruslin è stato a riposo precauzionale per un affaticamento muscolare mentre Justin Tillman è arrivato da pochi giorni in Italia e deve ancora completare l’iter per l’ingresso in squadra. Due rotazioni in meno che hanno liberato minuti per Giacomo Devecchi e Luca Gandini, ma che hanno comunque privato la squadra di Pozzecco di talento puro. 

Soprattutto l’ala grande proveniente dal campionato israeliano ricoprirà un ruolo cruciale. Ala grande titolare, compensata dal buon QI di Bendzius, ma anche primo cambio di Miro Bilan da centro. Tillman sarà chiamato a rimanere in campo con minutaggi importanti. Le aspettative sono alte su di lui, almeno pari alla nostra curiosità di vederlo in campo. Soddisfarle vorrà dire, soprattutto, consentire a Coach Pozzecco di giocare con gli assetti. Viceversa, delle difficoltà impreviste potrebbe mettere Sassari nelle condizioni di scoprirsi corta nelle rotazioni dei lunghi. 

Andamento lento. Dulcis in fundo, i Campioni d’Italia in carica della Reyer Umana Venezia. Entrati in scena per ultimi, gli uomini di Coach Walter De Raffaele hanno denunciato un certo ritardo di condizione. In entrambe le partite, infatti, si sono ritrovati a dover rincorrere: dal meno 14 contro Milano, crollo verticale nella ripresa contro Sassari. 

Stone e Chappell coloro che sono apparsi maggiormente con le gambe più pesanti, Isaac Fotu ancora da inserire nei meccanismi oleati dei lagunari. 

Fattore convivenza. La minore freschezza atletica è stata parata dalla assoluta conoscenza reciproca di un gruppo praticamente inalterato da tre anni. Venezia gode dei suoi punti di riferimento e continua a giocare la sua pallacanestro indipendentemente dalla situazione di punteggio

Contro una Milano reduce dall’impegno contro Sassari 24 ore prima è stata possibile la rimonta, prima di capitolare in overtime. Alla seconda contesa di fila, in avvio di preparazione, non c’è stata proprio la forza per rispondere ai cambi di ritmo di una Sassari beneficiaria del giorno di riposo. 

In proiezione, nessuna squadra può schierare tre centri come la Reyer Umana Venezia. Mitchell Watt, Gaspar Widmar e Isaac Fotu (anche 4) consegnano nelle mani dello staff tecnico peso specifico sotto canestro e intercambiabilità. La partita contro Milano è stato l’antipasto delle battaglie fisiche rusticane cui si assisterà nei playoff per poter avere la meglio sugli orogranata in una serie. Un bel grattacapo per tutte. 

L’anima italiana: Tonut, De Nicolao, Mazzola, Casarin. Gli uomini del destino per la stagione della Reyer saranno probabilmente i soliti (Micheal Bramos, Austin Daye, Mitchell Watt). Tuttavia, il gruppo italiano è l’ingrediente in più che dà un sapore speciale alla ricetta dello Chef De Raffaele. Giocatori di sostanza che rendono le rotazioni profonde nel senso più concreto del termine. 

Il Tonut visto contro Milano è giocatore costantemente in crescita e assolutamente pronto per un ruolo da protagonista in Nazionale. De Nicolao rappresenta l’unico playmaker autentico nella rosa ed è elemento imprescindibile. Mazzola è totale dedizione alla causa e anche qualcosa di più. Silenziosamente, al momento opportuno risponde presente. Da valutare la botta di inizio partita contro Sassari che lo ha escluso subito dalla partita. 

La sorpresa più piacevole è stata senza dubbio Davide Casarin. Il play-guardia 17enne ha scalzato Lorenzo D’Ercole nel ruolo di vice Tonut per l’occasione e ha dimostrato una personalità e una confidenza nei propri mezzi promettente. Anche in eccesso in talune occasioni, meritandosi i richiami del suo coach. 

Il suo talento è sotto gli occhi di chi lo ha seguito nelle Nazionali giovanili da tempo, portarlo subito in campo tra i grandi non è automatico e ci riscalda il cuore. Certamente lo ha aiutato la possibilità di inserirsi in un gruppo che viaggia con il pilota automatico e di cui lui fa parte da un annetto buono da aggregato. Se confermasse le sensazioni di questa tre giorni, allora Venezia si ritroverebbe il futuro in casa e avrebbe 12 giocatori autentici di rotazione nel presente. 

Chiusa la parentesi sarda, le tre squadre tornano a casa per proseguire nella preparazione, ma ancora per poco. E’ tempo di fare sul serio. Giovedì 27 parte la Supercoppa. L’Olimpia anticipa il derby con Cantù della sesta giornata della fase a gironi. Venezia affronterà Treviso Domenica 30. Sassari sarà l’ultima a prendere il via Giovedì 3 Settembre contro la Virtus Roma. 

Foto: Olimpia Milano

Francesco Sacco

@sacco94

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