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Elisa Di Francisca, scherma: “Tokyo 2021? Devo riflettere, voglio un altro figlio. Con Errigo ho chiarito”

Elisa Di Francisca da Jesi, classe ’82, una delle campionesse eterne del fioretto italiano, capace di vincere tutto in carriera a livello individuale (oro olimpico, mondiale, europeo, Coppa del Mondo) e anche a squadre, si trova un po’ nella stessa situazione di Tania Cagnotto, ovvero a dover decidere se continuare ancora per qualche mese e resistere fino ai Giochi di Tokyo, nel 2021, o mollare a tre anni abbondanti dal ritorno in pedana (e anche al successo) per sognare un altro figlio. Con la differenza che la bolzanina è tre anni più giovane di Elisa. L’esigenza primaria però è la stessa, appunto: allargare la famiglia. Desiderio assolutamente legittimo e che entrambe avrebbero cercato di soddisfare dopo i Giochi di luglio/agosto, se tutto fosse stato come da copione: sesta Olimpiade per la bolzanina (esordì a 15 anni a Sydney 2000), “solo” terza per Elisa, che ai Giochi è approdata per la prima volta a 29 anni, vincendo però subito due ori, a Londra 2012.

Ecco i suoi pensieri per OA Sport.

Elisa, innanzitutto come sta? 

Direi bene, sono a casa come tutti, con mio marito e mio figlio. Mi alleno, nel limite del possibile, cerco di mantenermi attiva e stiamo anche facendo la grandi pulizie di casa. Anzi, di Pasqua!”. 

La notizia del rinvio dei Giochi era un po’ nell’aria, no? Non crediamo l’abbia colta troppo di sorpresa…

Sì, immaginavo che alla fine Tokyo 2020 sarebbe stata rimandata, c’erano già stati un po’ di rumors nei giorni precedenti e poi ne avevo parlato anche con altri atleti. Visto il momento, difficile prendere una decisione diversa. Speriamo poi che si possano realmente disputare nel 2021, perché la certezza ahimè non esiste”. 

La domanda e d’obbligo: cosa farà ora Elisa Di Francisca?

Bella domanda. Non ho ancora deciso e bisogna pensarci bene, riflettere, devo parlare con mio marito e con tutte le persone che lavorano assieme a me. Ho sentito Tania Cagnotto, so che è nella mia stessa situazione, forse per lei è ancora più difficile dato il dispendio fisico che richiede la sua disciplina, immagino, anche se non sono esperta di tuffi. Il punto chiave è che dovrei rimandare la seconda maternità, a cui naturalmente tengo tantissimo e ho sempre detto che non voglio un altro figlio a 40 anni e al momento ne ho 37, ne farò 38 a dicembre. Tutta questa incertezza non aiuta di sicuro“.

Proviamo a convincerla: magari si può aspettare la data dei Giochi prima della decisione finale. Si parla anche della Primavera 2021, non è un’ipotesi da escludere, assolutamente.

E’ vero e io spero che decidano in fretta, così magari deciderò anche io. Per me sarebbe meglio in Primavera, non c’è dubbio, si accorciano i tempi, si tratterebbe di attendere pochi mesi”. 

Tania Cagnotto sembra davvero poco convinta di andare avanti un altro anno, Aldo Montano, già over 40, parlava invece di testa ormai… tarata sull’addio ad agosto. Per lei?

Per me non è una questione fisica, perché fisicamente sto molto bene anche se questi ultimi quatto mesi mi sarebbero serviti per crescere e arrivare al 100% della condizione. E’ più una questione anagrafica legata all’idea di rimandare ancora la maternità, come spiegavo. Per il resto, mi taro senza problemi, sono pronta a tutto, sarei pronta a tutto. Ma non a rimandare un secondo figlio, forse. Anche perché non è che viene così, subito, no? O almeno non è detto“.

Facciamo un secondo tentativo per provare a convincerla: è tornata a vincere e il meglio probabilmente deve (o dovrebbe) ancora venire…

Sì è vero e in effetti è questa la situazione che mi fa pensare di più, riflettere. Sono riuscita a tornare ad altissimo livello, ho vinto l’ultima gara, stavo bene, tiravo bene e anche a squadre avevamo di nuovo ricreato la chimica giusta. C’era solo da rifinire la preparazione a livello muscolare, ma sarebbe stato appunto il lavoro degli ultimi quattro mesi. E invece tutto fermo, tutto rimandato… Dal punto di vista sportivo, un gran peccato perché con tutti i ritiri pre-olimpici avrei avuto la chance di lavorare al meglio, fare lezione tutti i giorni e insomma, se parliamo di percentuali, arrivare a una buona percentuale rispetto alle condizione migliore in assoluto. Ma ormai è inutile parlarne”. 

Era soddisfatta del suo livello tecnico?

Sì molto, anche perché la scherma non si dimentica, ce l’ho, la so fare ancora. E sarà così anche quando mi rimetterò in pedana. Ma appunto la domanda è: quando? Non abbiamo certezze su niente, non sappiamo cosa ne sarà delle ultime gare di Coppa né tanto meno dei campionati Europei”. 

Era tornata a vincere persino la squadra. Glielo diciamo: noi abbiamo sempre avuto l’impressione che lei abbia fatto un po’ apposta a “spronare” le sue compagne, mettiamola così…

Non esiste una squadra forte come la nostra, siamo tutte brave a livello individuale. Su questo non ci possono essere dubbi. Bisogna trovare il giusto equilibrio, certo, perché non si vince con le individualità nella prova a staffetta. Ci sono stati i vari scontri, di cui sapete, ma poi in ritiro ci siamo parlate e chiarite, ve lo garantisco, è successo veramente. Abbiamo parlato tutti quanti assieme e io dico che ne è valsa la pena discutere e poi i risultati sono stati quelli che abbiamo visto nell’ultima tappa di Coppa del Mondo. Ho fatto apposta? Beh, ma io avevo già espresso il mio pensiero a tutte le ragazze, prima diciamo che lo ‘scontro’ diventasse di dominio pubblico. Avevo parlato chiaro perché ero un po’ stanca della situazione: “Siamo forti, ma non rendiamo come potremmo”. E volevo capire il perché. Ne avevo parlato anche con Arianna Errigo. Poi lei si è arrabbiata per qualche mia intervista, ma ora è tutto risolto”.

Difficile spiegare per chi non segue la scherma come quattro campionesse individuali a volte non riescano a essere squadra vincente.

Può capitare, eccome. E’ questione di unione. Ci sono squadre molto meno forti della nostra, che però si compattano al meglio proprio per la prova a a staffetta. Prendete la Francia: individualmente non valgono l’Italia, neanche lontanamente, a parte la Thibus, l’atleta più forte. Ma si amalgamo bene e quindi poi diventano competitive. Va detto che noi non avevamo mai tirato assieme con questa formazione, un po’ perché io ero stata ferma per maternità, un po’ perché Arianna aveva intrapreso nuove strade, un po’ perché il team cambiava spesso. Mancava quel feeling che si era creato in altri gruppi vincenti. Ma si può ritrovare e in parte l’abbiamo già ritrovato”. 

Ha sentito Cerioni, il suo maestro, Cipressa, il ct azzurro, e il Presidente del CONI, Malagò?

Tutti. Stefano è stato il più diretto, lui dà tutto per scontato: “Te tocca aspettà n’altro anno!”. Anche Andrea è convinto, come Giovanni. Adesso vedremo il dà farsi. Aspetterò di conoscere la data dei Giochi nel 2021, se non tarderanno troppo”. 

Non mollare adesso, Elisa. C’è bisogno di te!

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gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto: Bizzi/Federscherma

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