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Renzi a Salvini: «Quando ti dimetti? Tranquillo io non torno». Ma non gli crede più nessuno

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Come i poveri bambini africani che ancora aspettano Walter Veltroni che aveva dichiarato di dedicarsi a loro e solo a loro una volta abdicato alla politica, anche gli italiani ancora aspettano che il divorzio tra Renzi e i giochi di palazzo si consumi definitivamente. Ma, a giudicare dalle ultime schermaglie social riservate dall’ex premier dem a Matteo Salvini, quel fatidico addio è tutt’altro che di là da venire, anzi…

Renzi replica a Salvini: «Ma tu quando ti dimetti?»

E a confermarlo è proprio lui, l’esponente del Pd eletto proprio in quel Senato che voleva abolire a suon di riforme durante il suo governo, che nel replicare ai post del leader del carroccio contro un ipotetico ribaltone Pd-M5s, su Facebook sentenzia: «Oggi Salvini dice: farò di tutto pur di non far tornare Renzi al Governo. Tranquillo, omonimo, io non entro nel governo istituzionale. Per decenza delle istituzioni e per la salvezza del Paese mi basta che tu esca il prima possibile». Ma questa storia del “mi tengo fuori”, con la politica ho chiuso, non l’avevamo già sentita? Come pure suonano ormai stantii e davvero poco credibili quei moniti allarmisti – che riletti in controluce altro non solo spot propagandistici al contrario – che in una caccia all’untore che si rispetti non possono mai mancare. E così, il Torquemada di Firenze, punta l’indice contro l’eretico leghista e tuona sui social: «Così l’Italia eviterà l’aumento dell’Iva, riprenderà il ruolo in Europa e ci sarà un ministro dell’Interno che finalmente difenda la nostra sicurezza anziché seminare odio. Io non torno al Governo, tranquillo. Ma tu quando ti dimetti?». E mentre è ormai una certezza che Matteo Salvini non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro – e lo ha ribadito una volta di più qualche ora fa via Facebook – siamo proprio sicuri che fallita la carriera da regista, documentarista e conduttore tv Renzi, uscito dalla porta del palazzo, non vi rientri dalla finestra grazie all'”inguacchio” giallo-rosso?

Il sospetto inquietante di un inciucio Pd-M5S

Un dubbio avanzato dallo stesso vicepremier del Carroccio che, non a caso, solo qualche ora fa postava: «Renzi, Prodi, la Boschi, Lotti che pensano a un governo Pd-M5S. Ma vi immaginate i porti aperti, l’avanti tutti o il “c’è spazio per tutti”, lo ius soli, i decreti sicurezza cancellati? No, io dico no. Gli italiani non si meritano un Renzi qualunque. Bocciato dagli elettori che torna con i giochi di Palazzo. Io non ho paura», ha detto il ministro dell’Interno e vice premier, Matteo Salvini, in diretta su Facebook. Ma forse gli elettori sì… Del resto, in un’intervista rilasciata poco fa a Il Giornale, è lo stesso ex premier toscano ad aver dichiarato di guardare con interesse «a un governo istituzionale che coinvolga anche i grillini: “È il grande rischio di questa operazione: sarà la sinistra a costituzionalizzare M5s o M5s a grillizzare la sinistra? Dal giorno dopo, la questione nel Pd sarà questa. Io resto fiducioso, ma molto dipenderà dall’accordo di governo». poi, tanto per non tranquillizzare detrattori e avversari, quanto ai renziani afferma pure: «Faremo ciò che serve al Paese. Voteremo la fiducia, non chiederemo neppure uno strapuntino per noi e faremo proposte concrete per mettere in sicurezza l’Italia. Poi faremo il punto alla Leopolda dal 18 ottobre». E si ritorna sempre lì, dove tutto sarebbe dovuto finire…

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