Fisco corse dei cavalli, i premi ippici non sono soggetti ad Iva

Per le corse dei cavalli i premi ippici non sono soggetti all’imposta sul valore aggiunto (Iva). A precisarlo ed a chiarirlo, con una risposta ad interpello, è stata l’Agenzia delle Entrate in accordo con quanto è stato riportato dal sito ItaliaOggi.it.

I premi ippici non sono soggetti ad Iva, risposta ad interpello del Fisco

Come risposta ad interpello 550 del 25 agosto del 2021, il Fisco ha precisato che i premi ippici sono esenti da Iva in quanto non costituiscono il corrispettivo di una prestazione di servizi. Nello stesso tempo, pur tuttavia, la risposta dell’Agenzia delle Entrate sembra direzionata sul fatto che l’esenzione da Iva dei premi ippici al traguardo vale solo se sussiste l’assenza del requisito della soggettività passiva. Così come messo in evidenza sempre da ItaliaOggi.

Nello stesso tempo, l’obbligo Iva sui premi ippici, con la norma speciale dell’art. 44 della legge n. 342/2000 è stata superata nel 2016. Ovverosia, con la sentenza della Corte di giustizia Ue del 10 novembre 2016, C-432/15. Una sentenza che, tra l’altro, ha confermato, con la risoluzione n. 551537/1991, la pregressa prassi ministeriale che esclude dalla sfera di applicazione dell’Iva i premi ottenuti dai soggetti passivi.

Il Fisco nella risposta ad interpello, pur tuttavia, sottolinea che al ricorrere dei requisiti previsti dalla disposizione di cui al citato art. 44, anche i premi corrisposti ai sensi dell’art. 3 della legge n. 315/1942 sono soggetti ad Iva.

Mentre, ha altresì riportato il portale ItaliaOggi.it, in assenza dei requisiti previsti dalla citata disposizione, i soggetti che percepiscono un premio per effetto di un determinato risultato al termine della corsa ippica non dovranno assoggettare tale importo alla disciplina Iva.

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