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Gli strumenti AI per le valutazioni in sport come tuffi e ginnastica

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Una soluzione di cui si è iniziato a parlare già nel 2021, all’indomani dei giochi olimpici di Londra spostati di un anno in avanti a causa della pandemia di coronavirus, e che adesso – grazie anche al grande lavoro che è stato fatto sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e ai passaggi etici che questo settore ha visto proliferare negli ultimi tempi (tra l’altro, in maniera settoriale grazie anche all’Olympic AI Agenda) – può diventare realtà. Stiamo parlando dell’applicazione dell’AI ai criteri di giudizio in sport che si basano sulle valutazioni soggettive dei giudici per l’assegnazione delle medaglie, in modo particolare per i tuffi e per la ginnastica. A Parigi 2024, per la prima volta in assoluto, le persone chiamate a valutare le prestazioni da trampolini e piattaforme, oltre che nel palazzetto della ginnastica, saranno supportate da sistemi di intelligenza artificiale.

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Tuffi e ginnastica con l’AI: come cambiano i criteri di giudizio a Parigi 2024

In pratica, i giudici non saranno sostituiti completamente da una macchina che elabora giudizi oggettivi. Al più saranno supportati da strumenti che agevoleranno il loro modo di esprimersi, evitando errori grossolani o possibili disattenzioni. I sistemi di intelligenza artificiale, infatti, quantificheranno dei dati oggettivi: ad esempio, l’altezza di uno stacco, l’ampiezza di un movimento, la perfetta rispondenza di una esecuzione dell’atleta con la figura che è chiamato a replicare.

Il tutto sarà possibile grazie a sistemi avanzati di imaging, che vanno a scomporre – movimento per movimento – l’azione dell’atleta. E questo sarà a disposizione dei giudici che, attraverso un monitor che fungerà da dashboard, avranno a disposizione un insieme di dati che potranno supportarli in maniera oggettiva sulla loro valutazione (che, per quanto riguarda eleganza e compostezza invece, resterà comunque soggettiva).

I primi a parlare di questa possibile applicazione dell’intelligenza artificiale erano stati i membri del team di Stats Perform, attraverso le parole del capo data scientist Patrick Lucey. Il discorso che si faceva all’epoca era sicuramente più ampio e si limitava a delle applicazioni molto più semplici (come, ad esempio, l’occhio di falco nel tennis). Già sembrava chiaro, però, che tuffi e ginnastica – proprio per la loro natura particolare – sarebbero stati i primi sport a poter beneficiare di valutazioni legate agli strumenti di intelligenza artificiale.

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