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Accolto a Trieste Prygorov, il campione olimpionico dei tuffi in fuga dalla guerra in Ucraina

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Accolto a Trieste Prygorov, il campione olimpionico dei tuffi in fuga dalla guerra in Ucraina

TRIESTE È fuggito dalla sua Ucraina, martoriata dalla guerra e dai bombardamenti, per raggiungere Trieste, città che lo aveva già ospitato in tempi di pace per gli allenamenti alla “Bianchi” e sulle scogliere di Duino.

Lui è Oleksey Prygorov, tuffatore medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino nel 2008, nel trampolino 3 metri sincro e poi approdato alla specialità delle “grandi altezze”, nella quale ci si lancia da 27 metri, del circuito Red Bull, dove attualmente è inserito nella top eight e che prevede, quest’anno, la disputa di numerose gare.

Mercoledì Oleksey è stato alla “Bianchi”, accompagnato dall’allenatrice della Trieste tuffi, Sabrina Manzato, da Giulia Belsasso, atleta e allenatrice della stessa società e da Franco Del Campo, già olimpico del nuoto e presidente della Fin plus Trieste, la società che gestisce l’impianto. «Mi ero trovato subito bene a Trieste già nel corso delle mie precedenti visite nella vostra bellissima città – ha detto – perciò appena si è presentata l’opportunità di tornare qui, abbandonando il drammatico teatro di guerra che sta sconvolgendo il mio Paese, per allenarmi in vista delle gare alle quali intendo partecipare, ho colto al volo l’opportunità».

Oleksey ha raggiunto Trieste assieme alla moglie, al figlio e alla mamma. «È un atleta di grandi mezzi – ha puntualizzato Giulia Belsasso – che, oltre ad allenarsi, mi aiuta anche nella preparazione della prima squadra della Trieste tuffi». Il presidente della Trieste Tuffi, Fulvio Belsasso, si è prodigato per l’accoglienza sua e della sua famiglia in città, mentre Franco Del Campo ha fatto tutto il possibile per accoglierlo, con l’autorizzazione della Federazione italiana nuoto e permettergli così di continuare ad allenarsi in piena sicurezza.

«Apprezzo molto quello che tante persone qui a Trieste hanno fatto e stanno facendo per mettermi nella condizione di allenarmi – ha sottolineato il tuffatore - e di garantire alla mia famiglia la possibilità di vivere lontano dalla guerra. Mi piace soprattutto tuffarmi dalle scogliere di Duino – ha aggiunto – che sono perfette come altezza, mentre il mare mi garantisce la profondità necessaria per allenarmi. Spero di poter rimanere qui il più possibile – ha continuato Oleksey – perché mi trovo molto bene anche con gli atleti della Trieste tuffi. Tutto l’ambiente mi fa sentire a mio agio».

Il tuffatore ucraino ha lasciato il papà a Kharkiv, sua città natale, secondo centro dell’Ucraina dopo Kiev per numero di abitanti e dilaniata nelle ultime settimane dai bombardamenti. «Il mio pensiero va a lui, col quale cerco di sentirmi spesso, e a tutto il mio paese, segnato da violenza e grande caos – dice –. Ho il cuore che soffre per l’Ucraina».

Ora per Oleksey si prospetta una vita a Trieste divisa fra allenamenti, l’assistenza alla sua famiglie e le telefonate col padre, nell’auspicio che il dramma della guerra finisca quanto prima.

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