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Mascherine, tuffi, pesca e take away: ecco cosa si può fare e cosa no in Fvg

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Mascherine, tuffi, pesca e take away: ecco cosa si può fare e cosa no in Fvg

TRIESTE Quando ci si deve coprire il viso? Per strada qual è la distanza di sicurezza da mantenere? Si può pescare? E fare un tuffo? Si può andare a fare la spesa lontano da casa propria?E quale attività fisica è consentita? Ecco un po' di risposte alle tante domande emerse dopo l'ultima ordinanza entrata in vigore in Fvg il 27 aprile. Con tanto di doppio dietrofront sui bagni in mare.

MASCHERINE

Quando ci si deve coprire il viso? Ogni volta che si esce di casa. Quando si va al lavoro, a fare la spesa, in edicola o in farmacia, e pure quando si corre. La mascherina, che è consigliata all’interno dei negozi di generi alimentari, può essere sempre sostituita da un indumento che consenta di coprire al meglio naso e bocca: una sciarpa, un foulard, un copricollo. L’uso di dispositivi di protezione individuale è obbligatorio anche sui mezzi del Tpl e per tutta la durata del viaggio.

L’unica situazione all’aperto in cui non vige la prescrizione è quando si è alla guida da soli o in presenza di persone conviventi. Se si tratta di un’auto aziendale, valgono invece le regole dettate dal datore di lavoro. Quanto ai bambini, la Regione ha deciso di intervenire prevedendo l’obbligo per tutti i minori a partire dal quarto anno d’età.

PESCA E TUFFI

Amo andare a pescare, posso farlo? In Veneto è consentita. In Fvg invece la pesca non viene invece considerata attività motoria e dunque non può essere praticata. La sospensione, valida fino al 3 maggio, è prevista in un decreto dell’Ente tutela pesca del Fvg, a firma del direttore generale Francesco Miniussi. Citata la legge regionale 42/2017, in cui la pratica della pesca sportiva viene definita «attività dilettantistica o agonistica diretta alla cattura di fauna ittica per fini ricreativi o agonistici» e dunque «non rappresenta un’esigenza lavorativa, uno stato di necessità, un motivo di salute», e precisato che quindi i pescatori contravverrebbero sia al divieto di spostamento che a quello di svolgere attività ricreative all’aperto, il divieto è stato ribadito in successivi provvedimenti: prima il 20 marzo, quindi il 2 aprile, infine l’11 aprile.

Sulla tanto dibattuta opzione del tuffo in mare, invecei, ieri è arrivato un ulteriore dietro front. Il bagno in mare, che martedì era stato definito non compatibile con le ultime disposizioni - tanto che una donna sorpresa in acqua a Barcola era stata prontamente multata -, ieri è stato invece di nuovo autorizzato. Ad una condizione però: che il nuotatore abiti vicino al punto in cui si tuffa in mare. Quanto vicino? Al massimo 500 metri. A mettere la parola fine (si spera) alla vicenda, dopo le tre letture diverse in tre giorni, è di nuovo il prefetto Valerio Valenti a fare chiarezza: «È possibile fare un tuffo - ed esclusivamente un tuffo, non una lunga nuotata - solamente se si abita in prossimità del mare». Questo significa, ad esempio, che non è consentito fare il bagno a Barcola a chi lì arriva di corsa o in bici. In pratica jogging sì, anche se si vive lontano, ma tuffi no. Inoltre «è vietato - aggiunge Valenti - prendere il sole e questo anche per chi abita nelle vicinanze del mare». In sostanza un tuffo e via. 

Friuli Venezia Giulia e fase 2: le risposte ai dubbi più frequentifoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

CIBO E BEVANDE

È consentita la vendita da asporto da parte degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, da parte delle attività artigiane e in generale nel settore del “food”. Al fine di evitare gli assembramenti, la vendita per asporto va però effettuata previa ordinazione da remoto, garantendo che gli ingressi per il ritiro avvengano per appuntamento, dilazionati nel tempo e consentendo nell’eventuale locale interno, la presenza di un cliente alla volta. Anche i bar, che rimangono chiusi alla clientela, possono fare “take away” con le stesse regole. I gestori dovranno impedire l’utilizzo dei dehors. Una volta ritirato il prodotto, infatti, lo si deve portare a casa o in ufficio. Vietato consumare il caffè, la birra, il trancio di pizza all’esterno del locale, in strada o seduti su una panchina.

Trieste, con il via libera al take away torna il piacere del caffè (fuori) dal bar
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LA SPESA

Dove posso andare a fare la spesa? La questione non è ancora di chiarissima interpretazione. La raccomandazione è di farla nei pressi della propria abitazione. Lo spostamento da un comune all’altro resta infatti consentito solo per motivi di lavoro, salute e stretta necessità, come per esempio acquistare cibi e bevande per un abitante di un piccolo paese che non ha un supermercato all’interno del suo comune. Ma l’indicazione rimane in ogni caso sempre quella di rifornirsi nel negozio più vicino. Se si va a caccia di un biscotto di una certa marca, è meglio cercarlo in qualche scaffale vicino a casa: un agente inflessibile potrebbe non giudicarla iniziativa necessaria. Consentito invece spostarsi per l’acquisto dei prodotti senza glutine, beni essenziali e terapeutici, ma è necessario accompagnare all’autocertificazione una prescrizione medica.

Coronavirus: i consigli per fare la spesa in sicurezzafoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

ATTIVITÀ MOTORIA

L’ordinanza numero 11 della Regione ha confermato la possibilità di svolgere attività motoria, ma ne ha esteso i margini. Il limite non è più il raggio di 500 metri dall’abitazione, la precisazione spaziale fatta dal prefetto rispetto a un Dpcm che si limitava a parlare di «prossimità». Oltre al fatto che si può non solo camminare e correre, ma pure andare in bici, la novità è che è consentito muoversi (non in auto però) nell’intero territorio comunale. Sempre indossando la mascherina o comunque una protezione a copertura di naso e bocca e mantenendo la distanza tra le persone di almeno un metro, ad eccezione di persone conviventi o che richiedano assistenza. Lo sport, sia individuale che di squadra, rimane invece vietato. Nemmeno i più piccoli possono scendere in strada per fare qualche tiro col pallone.

AUTO E BARCHE

Sono possibili le manutenzioni? Sì, ma solo nel caso in cui ci siano comprovate esigenze di lavoro. L’autotrasportatore, l’agente di commercio, il pendolare costretti a usare quotidianamente un mezzo di trasporto possono rispettare i tempi del tagliando e montare pneumatici estivi. È una questione di sicurezza per sé e per gli altri, e dunque si può procedere. Le manutenzioni si possono fare anche sulle imbarcazioni da diporto, pure su quelle ormeggiate in un altro comune rispetto alla residenza. Oltre al proprietario, è autorizzato anche l’artigiano chiamato al lavoro. La permanenza deve tuttavia limitarsi al tempo strettamente necessario allo svolgimento delle operazioni. Sono anche consentiti consegna delle imbarcazioni, prove e collaudi. Bisogna però dimostrare che si tratti davvero di prova e non di un’uscita al largo di piacere.

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