«Tequila e guaranà», ripete con ritmo martellante il ritornello dell'ultima hit firmata Elodie. E noi, orfani dei tradizionali balli scatenati dell'estate in questo complicatissimo 2020, non possiamo fare altro che ricanticchiare di conseguenza, magari alzando al cielo i nostri bicchieri per un brindisi collettivo più o meno virtuale. Una domanda, però, potrebbe forse nascere spontanea tra uno schiamazzo e l'altro: che cos'è, di preciso, questo guaranà? Già, perché sul tequila i dubbi sono verosimilmente pochi, e di questo dobbiamo ringraziare le complicate notti a base di Margarita e Paloma che hanno segnato le nostre esistenze. Ma forse potremmo non essere altrettanto ferrati su questa pianta sempreverde originaria della foresta amazzonica, i cui frutti – piccole bacche dal colore rosso intenso – contengono semi dalle sembianze altrettanto singolari dai quali è possibile ricavare ottime alternative al classico caffè. Ma procediamo con ordine.

La leggenda del guaranà

Questa meravigliosa pianta dai suggestivi frutti è stata considerata sacra da molte tribù indios, ed è protagonista di una suggestiva leggenda che sembra quasi strizzare l'occhio alla storia di «Romeo e Giulietta». La leggenda in questione narra che in un tempo molto remoto una ragazza dall'aspetto e dall'animo gentile e protetta dalla dea della bellezza e della vita, Cereaporanga, si innamorò di un valoroso guerriero di una tribù nemica. Consapevoli dell'impossibilità di stare insieme a causa dell'odio tra le loro genti, i due ragazzi decisero di fuggire insieme per essere felici. Durante la fuga, però, Cereaporanga incontrò un'anaconda ferita, e decise di curarla. Questa sosta imprevista, però, la fece scoprire dai guerrieri della sua stessa tribù: certa che il suo uomo sarebbe stato catturato e ucciso, chiese al grosso serpente di stringerla assieme a lui con tutta la sua forza, nel loro ultimo abbraccio. Gli indios, disperati per il gesto estremo e per la morte della loro protetta, chiesero aiuto alla dea della bellezza e della vita, affinché almeno lo spirito della donna non li abbandonasse: nacque allora la pianta del guaranà, con i suoi frutti rossi che – aprendosi e lasciando intravedere il seme al loro interno – assomigliano a tanti splendidi occhi neri.

Le proprietà

Con i semi di guaranà vengono per lo più preparati prodotti e bevande stimolanti ed energizzanti, e il perché è presto detto: contengono caffeina, e dunque possono stimolare il sistema nervoso centrale, così come il cuore e i muscoli. L'assunzione di guaranà – anche attraverso capsule apposite – viene inoltre contemplata all'interno di alcune diete dimagranti, ma può essere utile anche contro l'ansia e per migliorare le prestazioni fisiche e mentali. Questo prezioso ingrediente può essere un toccasana anche per chi soffre di pressione basse, un possibile rimedio alla dissenteria e sì, anche un rimedio naturale per riaccendere l'appetito sessuale, come ricorda il portale di Humanitas.

Le possibili controindicazioni

Proprio come il caffè, il guaranà viene considerato tendenzialmente sicuro se assunto nelle dosi presenti nel cibo. Attenzione, però, a non esagerare: andando oltre i 300 mg giornalieri è possibile incorrere in effetti collaterali come insonnia, nervosismo, aumento della frequenza cardiaca, della pressione, tremori, nausea e vomito. E sì, tutto questo è sempre dovuto all'elevato contenuto di caffeina. Per lo stesso motivo il guaranà è generalmente sconsigliato a chi soffre di disturbi emorragici, sindrome dell’intestino irritabile, malattie cardiache gravi, glaucoma e osteoporosi. Nessuna controindicazione, invece, pare esserci in relazione a superalcolici, come il caro vecchio tequila: il cocktail inventato da Elodie, insomma, parrebbe tutto sommato sicuro. Cin cin.

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