Addio fratello

Addio fratello sconosciuto, sto morendo.

Ti sembrera strano che in questo momento estremo mi rivolga a te ma il mio Dio l’ho chiamato tante volte e non mi ha mai sentito benché urlassi di terrore e sfinimento.

Ora invece la mia voce é flebile perché sono sotto le macerie ed ho la bocca piena di polvere.

Non ti chiedere se sono quel bambino emaciato che hai visto in TV in braccio alla madre silenziosa o quell’adolescente che trascinava, per le vie di Gaza, l’asino stracolmo di povere cose o il vecchio impietrito davanti alla casa bombardata 0 il giovane uomo che urlava la sua disperazione, abbracciato ad un corpo amato.

Potrei essere chiunque, sapere chi sono é inutile tanto la mia debolezza, dopo una pur sincera commiserazione da parte tua, non ha trovato un braccio forte che la sostenesse.

Mi è stato negato, sai, persino il sacro diritto di fuggire dell’esule di guerra: sono rimasto qui, su questa terra martoriata che, pur amandola, avrei lasciata.

Almeno tu non dare retta a chi parla del nostro tenace attaccamento alla Terra dei Padri, tutti noi miti saremmo fuggiti volentieri se solo ce lo avessero consentito e se quaicuno ci avesse accolto, anche in un deserto, sotto una tenda.

Si, sarei fuggito perché avevo fame, sete e paura ma si é voluto fare di me un bersaglio mobile.

Lo so, ti rattristo, ti senti impotente, ma in fondo sai non sono solo: accanto a me c’è anche nostra sorella Pietà e le tengo la mano anche se lei è gia morta.