Vite parallele
Ciò che leggerete qui di seguito è del tutto inedito e probabilmente sorprenderà molti.
Noi scacchisti ben conosciamo da decenni i due grandi ex campioni del mondo, Mikhail Tal e Tigran Petrosian, la loro biografia e le loro partite. Si tratta di due autentiche leggende che hanno fatto la storia del nostro gioco, e nessuno di loro ha bisogno di troppe presentazioni.
Però normalmente quando parliamo di loro siamo abituati a discutere dei loro tornei, dei loro risultati, dei loro stili di gioco tanto originali quanto dissimili: Tal, il più grande e fantasioso giocatore d’attacco della Storia, e Petrosian, il più roccioso ed imbattibile difensore.
In questo articolo invece parleremo di qualcosa di completamente nuovo e affascinante: il legame che collega i due grandi campioni, e che porta ad individuare addirittura due vere e proprie “vite parallele”, ovvero uno strano e misterioso destino che li ha legati indissolubilmente insieme, come nessuno degli altri campioni del mondo di scacchi.
I lettori scopriranno così una realtà e una dimensione che non conoscevano, ma che è stata studiata da grandi psicologi come Carl Gustav Jung, e da altri ricercatori – tra cui anche fisici autorevolissimi come il premio Nobel Wolfgang Pauli, uno dei più grandi studiosi della meccanica quantistica.
Il fenomeno delle “vite parallele” è strettamente connesso – nella psicologia di Jung – al concetto di sincronicità, che Jung studiò lungamente e che descrisse in modo esaustivo.
Si parla di sincronicità per indicare la coincidenza inspiegabile di due o più eventi legati da fattori non causali, cioè senza alcun rapporto di causa ed effetto.
Ad esempio, una persona sta pensando ad un vecchio amico che non vede da molti anni, e proprio in quel momento l’amico gli telefona!
Un caso abbastanza recente e sbalorditivo è avvenuto a Carpanedo, paese vicino a Venezia. Il giorno della morte dell’orologiaio del paese, Roberto Chiarato, una lancetta del grande orologio della chiesa si è staccata ed è caduta al suolo! Quasi come se anche quell’orologio volesse manifestare il suo lutto per la morte dell’orologiaio, stimato da tutti. (Qui la notizia).
Ma c’è un’altra coincidenza sorprendente, di cui è testimone proprio Martin. La mattina di sabato 1° febbraio stavo per inviare questo articolo su Tal e Petrosian alla redazione di SoloScacchi, ma aprendo la pagina del blog ho subito notato che Martin aveva appena inserito, solo qualche ora prima, proprio un articolo con la foto di Petrosian, e in cui si cita il famoso ex campione del mondo! Quindi ho dovuto modificare all’ultimo momento questo articolo, prima di inviarlo, per riferire anche questo insolito fatto.
Coincidenze? Telepatia?
Non c’è una spiegazione logica di questi eventi in base alle normali categorie della causa e dell’effetto.
Il legame tra fisica e psicologia, e tra le ricerche di Jung e quelle di Pauli nasce dal fatto che – nella meccanica quantistica – esiste un legame indissolubile (c.d “entanglement”) al di là del tempo e dello spazio, tra i corpi dell’Universo che hanno interagito tra loro, e probabilmente anche tra molte persone, in particolare quelle legate da rapporti di amicizia, familiarità, ecc. Sono molto frequenti tra i fratelli gemelli, che spesso provano – anche a distanza di migliaia di km. – le stesse sensazioni fisiche e psicologiche dell’altro gemello: stanno male quando l’altro sta male, o capiscono che l’altro ha bisogno di aiuto.
Un esempio famoso di “vite parallele”: Lincoln e Kennedy
Ma il più straordinario esempio di “vite parallele” è quello che legò, dopo oltre un secolo, i due presidenti americani Abraham Lincoln (1809-1865) e John Fitzgerald Kennedy (1917-1963). Tantissime e straordinarie furono le coincidenze “sincroniche”, che costellarono la vita e la morte di questi due presidenti. Troppe, per essere sbrigativamente attribuite al caso.
Ed anche se Wikipedia – un’istituzione burocratica che pubblica solo le informazioni più conformiste e gradite all’establishment– la definisce “leggenda popolare”, in realtà le analogie sono davvero troppe.
Innanzitutto, Lincoln venne eletto presidente nel 1860. Kennedy, divenne presidente esattamente 100 anni dopo, nel 1960. Lincoln fu ucciso di venerdì, alla presenza della moglie. Anche Kennedy venne assassinato mentre era al fianco di sua moglie, e di venerdì. Ad entrambi i presidenti spararono, e tutti e due furono colpiti da dietro e alla nuca. Subito dopo l’attentato, ricevettero i primi soccorsi dalla propria moglie. Lincoln e Kennedy morirono senza riprendere conoscenza.
Oltre ai particolari della morte in comune, ne esistono altri. La moglie del presidente Lincoln perse un figlio, mentre risiedeva alla Casa Bianca. La stessa cosa accadde alla moglie di Kennedy. Sia Lincoln che Kennedy avevano avuto 4 figli e, al momento della loro uccisione, solo 2 di questi erano vivi. Il vice di Lincoln si chiamava Johnson ed era nato nel 1808. Il vice di Kennedy si chiamava, pure, Johnson ed era nato nel 1908, a distanza di 100 anni esatti dall’altro.
Il presunto assassino di Lincoln (non ci fu mai un processo) si chiamava John Wilkes Booth ed era nato nel 1839. Il presunto assassino di Kennedy (anche per lui non vi fu alcun processo), Lee Harvey Oswald, era nato nel 1939, 100 anni dopo l’altro. E’, pure, perlomeno curioso osservare che la somma delle lettere che compongono nome e cognome dell’assassino di Lincoln dà 15 come totale e così è anche per l’assassino di Kennedy.
Ma le coincidenze straordinarie non finiscono qui. John Wilkes Booth e Lee Harvey Oswald erano entrambi sudisti. Tutti e due i presidenti avevano condotto aspre battaglie per i diritti civili delle minoranze di colore: Lincoln con il Proclama di Emancipazione e Kennedy con la legge sui Diritti Civili. Al momento dell’attentato Lincoln e Kennedy si trovavano assieme, oltre alle proprie mogli, ad una coppia di amici. Per quanto riguarda le coppie di amici, le donne rimasero illese, gli uomini furono feriti dagli attentatori (il maggiore Rathbone nel 1865 e il governatore Connally nel 1963).
Il segretario di Lincoln si chiamava Kennedy e cercò di dissuadere il presidente dall’andare a teatro quella sera. La segretaria di Kennedy si chiamava Lincoln e, anche lei, tentò di convincere il presidente a non andare a Dallas. Un altro fatto abbastanza singolare è che il marito della donna si chiamava Abraham, come Lincoln. Abraham fu anche il nome di Zapruder, lo spettatore che filmò da vicino le sequenze dell’attentato.
Quando avvenne l’attentato, Kennedy stava attraversando le vie di Dallas su una limousine – guarda caso – di marca Lincoln. Booth assassinò Lincoln in un teatro e si rifugiò in un magazzino. Oswald avrebbe sparato a Kennedy da un magazzino e si rifugiò in un teatro. Booth spirò 11 giorni dopo Abraham Lincoln, entrambi alle 7,20 del mattino. Oswald morì 48 ore dopo Kennedy, pure, alla stessa ora, le 13. A Lincoln successe Andrew Johnson e a Kennedy Lindon Johnson.
Ma ci sono altre sincronicità incredibili. Kennedy venne ucciso a Dallas nella Dealey Plaza, una originalissima e rara piazza a pianta palindroma, la parte sinistra è identica riflessa alla parte destra.
Il giorno della sua morte (22/11) è un’unione molto rara di due numeri palindromi, l’11 e il 22.
Kennedy amava le frasi palindrome: “Non chiedetevi cosa il vostro Paese può fare per voi, chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro Paese”…. “Dobbiamo abolire le armi nucleari, prima che le armi nucleari aboliscano noi”…” Se una società libera non può aiutare i molti che hanno poco, non può nemmeno aiutare i pochi che hanno molto”.
Ma anche l’altro fratello di Kennedy, Robert, venne ucciso nel 1968 a Los Angeles in una data palindroma, (6/6), da un assassino con un rarissimo nome/cognome palindromo: Sirhan Sirhan.
Insomma, è incredibile scoprire così tante coincidenze inspiegabili/sincronicità, come nella vita e morte di Kennedy, di suo fratello Robert, e di Lincoln.
Le straordinarie “vite parallele” di Tal e Petrosian
E veniamo finalmente all’argomento centrale di questo articolo, le vite parallele di Tal e Petrosian.
Qui di seguito elencheremo in breve le straordinarie analogie che unirono le loro esistenze:
1) Entrambi vissero 55 anni
2) Morirono a Mosca
3) Morirono in estate (29 giugno 1992 Tal, 13 agosto 1984 Petrosian)
4) Provenivano da due stati “satelliti” del vasto impero sovietico: la Lettonia all’estremo nord dell’URSS per Tal, l’Armenia all’estremo sud per Petrosian
5) Ebbero notevoli problemi di salute fin da giovani: sordità per Petrosian, nefropatia per Tal
6) Divennero campioni del mondo negli anni ’60: 1960 Tal, 1963 Petrosian
7) Divennero campioni del mondo uno dopo l’altro: Tal fu l’8° campione del mondo, Petrosian il 9°
8) Divennero campioni del mondo battendo al 1° tentativo lo stesso avversario (Botvinnik). Per contro Smyslov riuscì a battere Botvinnik solo al 2° tentativo, nel 1957.
9) Conseguirono straordinari record di imbattibilità: Tal rimase imbattuto per ben 86 partite, mentre Petrosian fu l’unico a restare imbattuto per 129 partite consecutive alle Olimpiadi. E Petrosian è – tra tutti i campioni del mondo – quello che vanta la minore percentuale di sconfitte: solo l’8,7% delle partite che giocò in tutta la sua carriera. Meno di Kasparov, Capablanca, Fischer, Karpov, Kramnik e tutti gli altri.
10) Erano fortissimi nel gioco lampo, e rapidissimi nelle analisi.
11) Ebbero uno score di carriera del tutto simile: Tal il 64,2% dei punti su tutte le partite giocate; Petrosian il 63,45%
12) Avevano la stessa statura (circa 1,70 metri) e corporatura ed erano molto scuri di capelli e di carnagione
13) Ebbero un unico figlio: Vartan (Petrosian) e Shanna (Tal) La moglie di Petrosian (Rona) aveva anche un altro figlio, ma nato dal precedente matrimonio.
14) Erano molto amici e si rispettavano con grande stima reciproca, nonostante la diversità degli stili.
15) Tal era capace di difendersi “alla Petrosian”, e Petrosian era capace di vincere “alla Tal”, con sacrifici spettacolari di qualità e di Donna. Sotto molti aspetti sapevano giocare in modo interscambiabile.
In definitiva, è come se il destino si fosse divertito ad abbinare due giocatori come Tal e Petrosian in modo indissolubile, quasi siano stati una sorta di “polo positivo” e “polo negativo” complementari di una stessa mente scacchistica, nella difesa e nell’attacco. Oppure potremmo ipotizzare una mente unica, di cui Petrosian abbia rappresentato l’emisfero sinistro, quello della logica e della razionalità, mentre Tal fosse l’emisfero cerebrale destro, quello dell’intuizione, della creatività, della fantasia. Le loro vite sono state senz’altro due vite parallele, legate da numerosissime analogie.
Se fosse stato possibile fare giocare Tal e Petrosian in consultazione, quasi certamente avremmo avuto il giocatore perfetto ed imbattibile, capace al tempo stesso di vincere in modo spettacolare, ma senza perdere mai, o quasi mai.
Io ebbi la strana sensazione che in realtà Tal e Petrosian fossero due menti complementari che però ne formavano una sola, proprio l’unica volta in cui li vidi giocare, in quel lontano 17 ottobre 1976 a Varese, quando si giocò il match triangolare e il play-off tra Tal, Petrosian e Portisch, che avevano ottenuto il medesimo punteggio (12) all’interzonale di Biel, vinto da Larsen con 12,5.
Si giocava a Villa Mirabello, una grande villa del 1700, all’interno dei giardini estensi, che oggi ospita il museo archeologico di Varese. La partita non fu certo entusiasmante, come non lo furono nemmeno le altre tre che i due sovietici giocarono tra loro a Varese: finirono tutte patte, e la più “lunga” fu proprio quella cui assistetti quella domenica: durò solo 20 mosse! La espongo solo a titolo di cronaca.
Era chiaro che i sovietici giocavano al risparmio, per eliminare Portisch, poiché dei tre giocatori si sarebbero qualificati ai candidati i primi due.
Ma fecero male i calcoli, perché fu proprio Tal a venire eliminato, mentre Portisch e Petrosian si qualificarono per la fase successiva.
In ogni caso, quella partita (una Francese) durò meno di due ore, con delusione dei non molti spettatori.
Ma ciò che invece fu spettacolare, e che ricordo molto bene, fu la successiva analisi post-mortem, che vidi accanto al tavolo di gioco, dove si erano radunati alcuni spettatori. Ebbi la strana sensazione che Tal e Petrosian fossero un “unicum”, perché quando muoveva uno di loro, l’altro replicava immediatamente, senza nemmeno pensarci, e lo stesso faceva l’altro giocatore. Mentre invece normalmente quando due GM analizzano la loro partita, di solito uno di loro suggerisce una determinata mossa, l’altro la commenta e dopo averci pensato un momento espone la sua variante, e analisi. E invece per Tal e Petrosian l’analisi scorreva “fluida”, rapidissima e senza esitazioni o intoppi. Sembrava davvero che si leggessero nel pensiero.
E non è neppure vero – come qualche detrattore insinuava – che i due fossero troppo amici, e non si impegnassero affatto, quando giocavano tra loro. In realtà lo score dei loro incontri in quasi 30 anni, dal 1954 al 1983 – secondo chessgames – fu di 6-4 a favore di Petrosian, con 35 patte. Quindi l’esito di una partita tra loro era abbastanza imprevedibile. Il più delle volte il risultato era una rapida patta, e tuttavia, appena un mese dopo il playoff di Varese, Tal sconfisse rapidamente Petrosian in appena 28 mosse, al campionato dell’URSS.
Quindi secondo me si rispettavano e giocavano impegnandosi e con buona concentrazione, pur senza spingere al massimo l’acceleratore.
Ma anche ripensando a tutte le partite che giocarono tra loro, considerando che nelle 2 partite che Tal perse a Curacao, al torneo dei candidati, in realtà stava male, e di lì a pochi giorni dovette essere ricoverato – e quindi quelle 2 partite non dovrebbero essere considerate – in definitiva il bilancio di tutti i loro incontri è di sostanziale parità.
In conclusione, Tal e Petrosian non furono solo due grandi campioni mondiali degli anni ’60, ma sono anche un mistero affascinante, e probabilmente unico nella storia degli scacchi.