Una ventata d’aria fresca
ovvero: Scacco matto ai vecchi Re …l’ascesa dei giovani talenti negli scacchi
Il mondo degli scacchi è in fermento, è giunta l’ora dei giovani? In attesa della imminente sfida mondiale tra il detentore Ding Liren e il giovanissimo sfidante, l’indiano Gukesh, (che potrebbe diventare, ricordiamolo, il più giovane campione del mondo della storia, all’età di appena 18 anni) è in atto un vero e proprio ricambio generazionale sulla scacchiera.
Dopo che Magnus Carlsen, pur restando l’incontrastato N° 1 degli scacchi, ha deciso di non difendere il titolo mondiale, la corona è passata nell’aprile 2023 sul capo del cinese Ding Liren all’esito di un drammatico match con il russo Ian Nepomniachtchi, risolto da uno spareggio rapid dopo un risultato di parità nelle sfide a cadenza classica.
Dopo la sofferta e per certi versi inattesa vittoria, Ding è sprofondato in una profonda crisi esistenziale, come egli stesso ha più volte dichiarato. Il campione cinese, dopo una lunga assenza dal gioco, ha ottenuto risultati molto deludenti nei pochi tornei ai quali ha partecipato quest’anno, il suo punteggio ELO è crollato a 2728, e non si sa in quali condizioni psicofisiche affronterà il giovanissimo giocatore indiano a fine novembre. Riuscirà a ritrovare la forma in tempo per la sfida contro un avversario talentuoso e in costante ascesa?
Nel frattempo, abbiamo assistito al lento declino dei grandi campioni che hanno dominato il mondo degli scacchi negli ultimi 20 anni. Si è già detto di Carlsen, il quale pur restando ancora il N° 1 (il suo punteggio ELO nelle varie cadenze di gioco lo dimostra) ha diradato molto le presenze nei tornei classici a tempo lungo preferendo concentrare la sua attenzione sui tornei blitz e rapid, specialità in cui è ancora imbattibile.
Anche l’americano Hikaru Nakamura all’età di 37 anni, pur restando ancora uno dei più forti scacchisti al mondo, preferisce giocare a tempo rapido su chess.com e sembra intenzionato da un po’ di tempo a dedicarsi ai suoi redditizi canali online.
Fabiano Caruana, l’italo americano attualmente numero 2 assoluto a tempo lungo, dopo aver mancato anni fa la chance mondiale (la sua sfortuna è di aver incontrato sulla sua strada uno dei più forti campioni della storia, sì proprio lui, il norvegese Magnus Carlsen) è un giocatore di altissimo livello, ma difficilmente, all’età di 32 anni, sembra in grado di inserirsi nuovamente nella lotta per il massimo titolo scacchistico contro avversari più giovani e agguerriti.
Valgono le medesime considerazioni anche per il russo Nepomniachtchi (34 anni) e per altri grandi campioni del passato ormai in declino, come Levon Aronian (42 anni), Shakhriyar Mamedyarov (37 anni), Maxime Vachier-Lagrave (34 anni), l’americano Wesley So (31 anni) per non parlare dell’ex campione del mondo, l’intramontabile Viswanathan Anand (ancora temibile a 55 anni suonati).
La scuola scacchistica indiana in questi ultimi vent’anni (dopo il trionfo di Anand al campionato del mondo FIDE del 2000 e poi ancora nel 2007) ha sfornato una serie innumerevoli scacchisti di altissimo livello. Gukesh è soltanto la punta di diamante di un gruppo di giovani campioni che occupano da qualche anno i primi posti delle classifiche mondiali, come testimonia la netta vittoria della squadra indiana alle ultime olimpiadi di Budapest.
Ma chi è Dommaraju Gukesh e chi sono gli altri astri nascenti dello scacchismo mondiale?
Gukesh è un predestinato, un campione appena diciottenne la cui ascesa ai vertici è stata inarrestabile. Nato il 29 maggio 2006, è divenuto Grande Maestro nel 2019 a soli 12 anni e attualmente ha un punteggio Elo di 2778. Ha vinto il Campionato del Mondo Giovanile nel 2019 e ha partecipato a numerosi tornei internazionali, ottenendo risultati di rilievo. Nel 2023, ha vinto il FIDE World Cup, battendo avversari di alto livello e lo stesso Magnus Carlsen.
Quest’anno Gukesh, pur non essendo considerato tra i favoriti, ha vinto il Torneo dei Candidati tenutosi a Toronto nell’ aprile 2024. A soli 17 anni, è diventato il più giovane sfidante della storia al titolo mondiale, superando il record di Garry Kasparov.
Dovrà affrontare un match molto difficile contro l’attuale campione del mondo, il cinese Ding Liren. Secondo l’autorevole opinione del GM italiano Danyyil Dvirnyy, Ding si distingue come giocatore “a tutto campo” con un ottimo senso dei tempi e del controgioco. In altre parole, ha una visione globale della scacchiera e sa ribaltare a suo favore posizioni in cui apparentemente si trova in veste di difensore. È calmo, paziente e molto solido. Grande specialista nel trattamento delle strutture “classiche” come ad esempio l’apertura spagnola.
Naturalmente ci riferiamo al miglior Ding, che abbiamo ammirato negli anni 2019-2023, a mio avviso uno dei più forti giocatori posizionali degli ultimi anni.
E Gukesh? Secondo Dvirnyy, il campione indiano è un degno sfidante. Egli in grado di valutare con grande obiettività la posizione; sa compiere, ove necessario, scelte che denotano praticità ed esperienza (nonostante la giovanissima età). Molto abile nel calcolo delle varianti, Gukesh è un giocatore dotato di grande resistenza e solidità nervosa, qualità fondamentali per raggiungere altissimi livelli che potrebbero incidere notevolmente sul prossimo match mondiale se Ding Liren dovesse manifestare ancora quella fragilità emotiva che ha caratterizzato il suo gioco nell’ultimo anno.
Un posto di rilievo tra i giovani scacchisti in ascesa merita anche il campione uzbeko Nodirbek Abdusattorov. Grande Maestro dal 2018, appena ventenne, è già 6º nel ranking mondiale con un punteggio di 2783.
Vincitore del Campionato del Mondo di Scacchi Rapid nel 2021 (il più giovane campione nella storia di questi mondiali a tempo veloce) ha ottenuto la medaglia d’oro assieme alla squadra dell’Uzbekistan che ha condotto alla vittoria alle Olimpiadi di Chennai nel 2022. Un successo davvero memorabile per una nazione che non aveva mai ottenuto un risultato così rilevante nei tornei a squadre. Freddo e veloce come un cobra davanti alla scacchiera, ha un record impressionante contro avversari di alto calibro, inclusa una vittoria contro Magnus Carlsen.
Altra stella nel panorama scacchistico indiano è il giovanissimo Arjun Erigaisi, nato il 3 gennaio 2003. Grande Maestro dal 2018, è attualmente N° 4 al mondo per punteggio ELO. Ha vinto numerosi tornei giovanili e internazionali e ha rappresentato l’India alle ultime olimpiadi con successo.
E poi c’è Alireza Firouzja, considerato da molti il campione del mondo dei prossimi anni. Ha mancato la grande occasione di arrivare alla sfida per il titolo quest’anno, ma all’età di 21 anni ha ancora molte possibilità di riuscire nell’impresa. Carlsen lo considera il suo erede naturale, al punto da definirlo l’unico avversario che avrebbe potuto dargli gli stimoli giusti per difendere il suo titolo mondiale (così affermò il norvegese prima del suo ritiro ufficiale dalla difesa del titolo). Nato in Iran il 18 giugno 2003, oggi Firouzja rappresenta la Francia, paese in cui vive da diversi anni. Ha ottenuto il titolo di Grande Maestro nel 2019. Attualmente è tra i primi 10 nel ranking mondiale dopo aver raggiunto non molto tempo fa uno strabiliante punteggio Elo di 2804.
Firouzja è considerato uno dei talenti più promettenti della sua generazione ed è noto per il suo stile di gioco aggressivo e creativo. La sua ascesa ai vertici assoluti è stata fulminante e sbalorditiva per la qualità del gioco espresso. Ha conquistato la vittoria in tornei prestigiosi come il Grand Slam Chess Tour ed è famoso per le sue prestazioni blitz e rapid, dove ha sfidato e battuto i migliori giocatori del mondo.
Meriterebbero una menzione anche altri giovani campioni, come gli indiani Vidit e Praggnanandhaa, (quest’ultimo diciannovenne talento in costante ascesa, da considerare molto più di una giovane promessa) e poi l’iraniano Parham Maghsoodloo dallo stile irruento e combattivo o il forte tedesco Vincent Keymer (appena ventenne). Forse non sono ancora al livello dei top players, ma tra non molto chissà…
Discorso a parte merita il ventenne americano Hans Niemann il quale ha sbandierato ai quattro venti l’intenzione di diventare il futuro re degli scacchi, ma i cui risultati sembrano troppo altalenanti per riuscire a confermare il suo proposito. Inoltre Niemann, inviso a Carlsen e Nakamura per le note vicende legate al c.d. “cheating”, non perde occasione per mostrare appena può il suo carattere spigoloso e polemico. Attualmente, è molto spesso escluso dal circuito dei tornei che contano per poter scalare la classifica mondiale.
Qual è lo stile di gioco che contraddistingue questi giovanissimi campioni? È una domanda legittima se si pensa che in passato ogni forte GM si distingueva per il suo stile personale e inconfondibile. Michail Tal era il mago dell’attacco e dei sacrifici, Karpov, Petrosian e Smyslov erano famosi per le loro manovre strategiche dirette ad accumulare piccoli vantaggi posizionali, Larsen e Bronstein mostravano in ogni partita grande creatività e sperimentavano nuove idee, Keres, Fischer e Kasparov sono stati famosi per il loro gioco battagliero e senza compromessi, diretto a ottenere l’iniziativa ad ogni costo, e così via.
Oggi raramente riusciamo a distinguere lo stile di un giocatore da quello di un altro. I GM analizzano le aperture al computer, studiano a fondo le mosse suggerite dai motori scacchistici e preferiscono spesso entrare in posizioni equilibrate per poi far valere la loro superiorità nel centro di partita oppure nelle fasi concitate dello zeitnot. A volte (l’esempio più eclatante è quello di Magnus Carlsen) giocano le loro chance di vittoria nel finale di partita dove conta soprattutto la tecnica sopraffina nella realizzazione del vantaggio. In passato, alcuni grandi campioni erano autorità riconosciute nel campo delle aperture. Fischer giocava quasi sempre con il nero la difesa siciliana variante Najdorf, anzi la specifica sottovariante del “pedone avvelenato”, Korcnoi era il massimo esperto della difesa francese e della Ruy Lopez, Karpov della Caro Kann, Kasparov della siciliana Scheveningen, e così via. Oggi non pochi GM (primo tra tutti il numero uno Magnus Carlsen) hanno un repertorio vastissimo sia con il bianco che con il nero, e preferiscono adottare spesso linee poco esplorate, in modo da non consentire all’avversario di turno una preparazione “casalinga” e mirata.
Alcuni GM (Firuzjia ad esempio) utilizzano aperture più aggressive e dinamiche, mentre altri ancora (Abdusattorov ed Erigaisi in particolare) prediligono un gioco più manovrato e posizionale, ma tutti mostrano una notevole versatilità nel passare da aperture più tranquille a quelle più aggressive adattando il mediogioco alle esigenze della partita.
Personalmente, mi ha molto impressionato lo stile di gioco dell’uzbeko Nodirbek Abdusattorov. Serio e composto innanzi alla scacchiera, mostra, nonostante la giovanissima età, grande tenuta nervosa nei momenti cruciali. Anche nelle partite blitz, con pochi secondi sull’orologio, è in grado di mantenere la calma nonostante la tremenda pressione, qualità indispensabile per scalare le più alte vette scacchistiche. Il suo stile di gioco è un mix equilibrato di strategia e tattica. È capace di costruire posizioni solide e sfruttare piccole imprecisioni ed eventuali debolezze nell’assetto dell’avversario, non disdegnando attacchi diretti quando si presenta l’opportunità. Ricorda forse il giovanissimo Magnus Carlsen, ma gli manca ancora l’esperienza e la tecnica del campione norvegese per poter diventare il numero uno al mondo.
Nel Campionato del Mondo Rapid 2021, da lui meritatamente vinto, ha sconfitto avversari fortissimi giocando per ore sotto pressione e commettendo pochissimi errori. Ecco la partita rapid contro Carlsen che ha consacrato l’uzbeko. Noterete come, dopo aver respinto con sicurezza l’attacco sul re sferrato dal norvegese, conduce con precisione il finale fino all’errore decisivo del campione del mondo.
Lo stile di Alireza Firouzja è invece caratterizzato da un forte approccio tattico; Firouzja cerca attivamente opportunità per sferrare attacchi diretti sul Re nemico. Tuttavia, possiede anche una solida comprensione posizionale che gli consente di manovrare efficacemente in posizioni chiuse. Firouzja ha dimostrato una notevole capacità di affrontare situazioni ad alta tensione, soprattutto nei tornei blitz e rapid, dove ha spesso prevalso contro avversari più esperti ed è famoso per la sua abilità nel trovare soluzioni sorprendenti anche in posizioni difficili, mostrando grande acume e creatività.
Ecco un esempio:
In questa partita affronta e sconfigge l’attuale sfidante al titolo mondiale, l’indiano Gukesh, in una drammatica sfida in cui quest’ultimo si trova a dover giocare in grave zeitnot.
Nel prossimo futuro, ne sono certo, non ci annoieremo. Forse non vedremo più sulla scena mondiale un nuovo strabiliante Michail Tal o un rullo compressore alla Bobby Fischer, perché il livello di gioco tra i più forti al mondo si è notevolmente livellato e lo spazio per nuove idee o brillanti attacchi nelle partite a tempo lungo è diminuito, ma di sicuro sta per iniziare una nuova era. Il declino dei più grandi è inesorabile e per i nuovi talenti c’è ancora spazio di crescita. Certo, come accade in ogni sport, conteranno anche le qualità caratteriali di ognuno di loro: la ferrea volontà di primeggiare, la tenuta nervosa, lo spirito di sacrificio, la capacità di recupero dopo una sconfitta.
Il prossimo campionato del mondo sarà il primo banco di prova dei giovani talenti scacchistici e se alla fine prevarrà il diciottenne Gukesh contro uno stanco (ma pur sempre solidissimo) Ding Liren, sono sicuro che assisteremo ad altre serrate battaglie per conquistare il trono scacchistico mondiale.
E se alla fine Carlsen decidesse di ritornare per dimostrare chi è il vero re degli scacchi? Non è detto che di fronte ad una nuova grande sfida (e ad una borsa molto ricca) Magnus Carlsen non decida di tornare sulla scena del campionato del mondo a tempo lungo. E per noi scacchisti sarebbe il più bel regalo che potrebbe riservarci il prossimo anno 2025.
Ovviamente seguiremo la manifestazione con aggiornamenti quanto più giornalieri possibile.
Questo intanto il sito ufficiale.