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La prima volta un italiano vince il torneo di scacchi “Città di Trieste”

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La prima volta un italiano vince il torneo di scacchi “Città di Trieste”

TRIESTE Record e soddisfazioni per la 24esima edizione del festival internazionale di scacchi "Città di Trieste”, organizzato dall’associazione Scacchistica Triestina, e conclusosi oggi nelle sale del Mittelcult. Tra pedoni, alfieri e cavalli, tra un “arrocco” e uno “sgambetto della regina”, oltre 160 partecipanti si sono ritrovati in città per una settimana dedicata al gioco su caselle bianche e nere: grandi maestri internazionali, appassionati o dilettanti, suddivisi in cinque diversi tornei. Il più importante si è concluso nella mattina di venerdì 9 settembre, e ha visto per la prima volta un vincitore italiano: il brianzolo Luca Moroni, 22 anni, già campione nazionale.

«Partecipo al torneo dal 2013: di questo evento mi piace la competitività e la possibilità di imparare molto dai miei avversari - racconta - Quest’anno, ho avuto una grande soddisfazione, perché dopo il periodo difficile che abbiamo attraversato, tornare a gareggiare e vincere mi ha restituito l’entusiasmo». Nato come piccolo festival con ospiti locali, negli anni il torneo triestino è diventata sempre più importante, attirando giocatori di altissimo livello. «Trieste vanta una tradizione storica nel gioco degli scacchi: la prima associazione è stata fondata nel 1904. Abbiamo cercato di ricreare quella tradizione, e riportare la città al centro della competizione» racconta Gianni Decleva, tra gli organizzatori storici del festival.

Fenomeni italiani, come Moroni, o Sabino Brunello, ex campione nazionale, ma anche giocatori internazionali, per un totale di 20 federazioni: dall’India al Canada, dall’Iran all’Armenia.

Particolare attenzione all’Ucraina, con il campione olimpico Vladimir Baklan, e il tredicenne Samunenkov Ihor, enfant prodige e argento mondiale, ospitato grazie al sostengo del dottor Marzio Babille, in memoria del padre Egidio, socio storico dell’associazione. Grande anche la partecipazione dalla regione, come il tredicenne triestino Nicolas Perossa, sul podio ai recenti campionati giovanili, e che a Trieste è arrivato terzo: «Cerco sempre di prepararmi in anticipo, osservando il modo di giocare dei miei avversari e studiando le loro mosse. La prossima sfida in Turchia, con gli europei».

C’è poi Giovanni Marchesich, 18 anni, che pensa già al torneo di Nuova Goriza: «Dopo due anni di pausa, adesso che sono tornate le competizioni, voglio partecipare a più gare possibili». Sempre dalla città portuale Daniel Denizman, 31 anni, che agli scacchi si è appassionato tardi, ai tempi dell’università, come distrazione dopo una delusione amorosa: «Il primo turno è andato benissimo, ho vinto con i pezzi neri - quando giochi con il nero, spesso sei in svantaggio, devi giocare in difesa, aspettare un passo falso. Peccato per l’ultima partita, che ho pareggiato! Ho ancora molto da imparare».

Campioni e dilettanti, triestini e stranieri: nelle sale della cultura mitteleuropea, seppur nel silenzio più assoluto, decine di scacchisti si sono così ritrovati per condividere, dopo tanto tempo, la propria passione, pezzi bianchi contro pezzi neri. E sebbene sia pur sempre stata una competizione, non è mancata la gioia di giocare: «Gli scacchi mi piacciono perché non vinci solo se sei fortunato, ma un pò di fortuna ci vuole lo stesso» racconta il triestino Riccardo Di Maso, 8 anni, che da grande - ammette - non sa ancora se diventare uno scacchista o uno scienziato. «Per me sono come una battaglia tra due castelli, con torri e cavalli, ma senza armi: nessuno si fa male, ci si diverte soltanto». —

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