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L’infedele

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I dubbi di uno storico…
Le cronache scacchistiche narrano che l’infelice giovane Re Bianco trovò presto la morte, durante un’improvvisa incursione nemica all’interno del suo pur poderoso muro di pedoni.
Lo sconosciuto cronista deprecò che il farsetto azzurro del Re fosse stato ridotto in minuti brandelli, come dilaniato da artigli di tigre: certo l’agonia doveva essere stata lunga e terribile, interrotta finalmente da un misericordioso colpo di spada. Né vi fu la consolazione di una degna sepoltura: la salma giacque a lungo, scompostamente, in un immondo mucchio di uomini e animali sotto un ronzante nugolo di mosche.
Le circostanza che portarono alla tragica fine furono oggetto di profondi studi: tradimento o incapacità giovanile? Certo la storia con la bionda Crimilde l’aveva distratto dai suoi doveri ma come biasimarlo?
La regina nera era stata catturata quasi per caso ed, a pensarci bene, era strano che uno stratega come il re Fosco l’avesse persa così facilmente…
I più saggi si erano impensieriti ma la strepitosa bellezza della dama aveva vinto tutte le resistenze.
In men che non si dica la sposa legittima era stata spodestata ed ella regnava al fianco dell’ex nemico.
Il loro contegno era disdicevole: a corte non si tenevano più i Consigli di Guerra, era sempre festa.
Gli amanti felici si rincorrevano fanciullescamente per le stanze ed il castello risuonava di risa e canti, si ballava, si beveva… si beveva tanto: la Regina preferiva il vino rosso ed a poco a poco anche il Re lo amò, sempre di più.
Alcuni cortigiani sostennero poi che lei lo guardasse bere con malcelata soddisfazione.
I due innamorati avevano preso l’abitudine di bere l’ultima coppa sulle mura quando la notte era più buia, dopo aver congedato la ronda.
Una sentinella disse in seguito che fu proprio la Regina ad offrirgli, con un ammaliante sorriso, un sorso di vino: era dolce ed inebriante e l’aveva precipitato nel sonno: quando si era risvegliato il nemico aveva già compiuto la strage ma, si sa, poteva essere una facile giustificazione e nel dubbio fu comunque giustiziato.
Per abbandono del posto di guardia.
Fu difficile staccare la giovane sposa tradita dal corpo dell’amato, così sono le donne.
Se lo strinse a lungo al seno, accarezzando dolcemente il volto sfregiato e parlandogli come se fosse ancora in vita e chissà quanto sarebbe durato quello strazio se il re Fosco non le avesse, con virile fermezza, imposto di allontanarsi.
Non si comprese bene quale fosse stato il ruolo di Crimilde: quando il Re entrò nella sala del trono lei era lì, splendida come sempre: egli la cinse tra le braccia e se la portò via sul suo cavallo.
Era composta ed imperscrutabile: chi aveva tradito tra i due?
Nessuno lo seppe mai.

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