La boxe è un po' una metafora della vita: rialzarsi anche dopo il colpo più duro, la vittoria come riscatto. Sono tantissimi i film sulla boxe - racconti di campioni e sceneggiature tratte da storie vere - e qui abbiamo selezionato quelli da vedere assolutamente.

Rocky (1976)

Impossibile non associare la boxe a Sylvester Stallone, protagonista dei cinque film di una saga conosciuta in tutto il mondo tra il 1976 e il 1990. Rocky Balboa è diventato il simbolo del pugilato al cinema, con una colonna sonora canticchiata da tutti e alcune scene cult impossibili da dimenticare, come la corsa fino in cima alla scalinata di Philadelphia, i 72 gradini divenuti uno dei simboli della città, dove è stata eretta una statua in bronzo di Rocky a braccia alzate. E poi come non citare i suoi avversari, dal primo, Apollo Creed, a Ivan Drago («Io ti spiezzo in due») e la moglie Adriana (con l'urlo di Rocky dopo la vittoria nel secondo film della serie, «Adriana, ce l'ho fatta!»). In tanti associano Rocky alla meravigliosa voce di Ferruccio Amendola: vero, ma in Rocky I il doppiatore non fu lui, ma Gigi Proietti!

Toro scatenato (1980)

Robert De Niro interpreta Jake LaMotta in una delle migliori espressioni del suo legame con il regista Martin Scorsese. Il filo che li lega è la comune origine italiana, proprio come il pugile, nato a New York da famiglia emigrata (il padre era originario di Messina). Lo chiamavano Toro Scatenato (ma anche Il Toro del Bronx, dove era cresciuto), Raging Bull nel titolo originale, e uno strepitoso De Niro lo interpreta mostrandone la grinta e le debolezze, la furia sul ring e l'autodistruzione nella vita privata, con le scene, entrate nella storia del cinema, di lui che prende a pugni i muri della cella e quella, drammatica e struggente, davanti allo specchio del camerino prima di andare in scena sul palco del suo night, ricordando quello che era stato tempo prima. 

Toro scatenato è valso a Robert De Niro sia il Premio Oscar che il Golden Globe nell'81 come miglior attore protagonista (il film ha ricevuto la prestigiosa statuetta anche come miglior montaggio). Joe Pesci, nel ruolo di Joey, il fratello-manager di Jake, è stato candidato all'Oscar come miglior attore non protagonista. Nel 1990 il film è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, e l'American Film Institute nel 2008 lo ha inserito al quarto posto (primo nella categoria sport) della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. 

Un film che rovescia il canone consueto del pugilato come rivincita sulla vita, perché Toro Scatenato è in realtà un uomo sconfitto dagli eventi. Il film, però, è stato il riscatto del regista Martin Scorsese, all'epoca reduce dal flop al botteghino con New York, New York. Era convinto che quello con De Niro sarebbe stato il suo ultimo film, è diventato una pietra miliare del cinema hollywoodiano. 

Bomber (1982)

Per chi è cresciuto negli anni '80, Bud Spencer non può mancare, perché i suoi cazzotti sono leggenda e il suo ricordo indelebile. La boxe è protagonista di Bomber, storia di rivincita dove Bud Spencer è un ex pugile caduto in miseria, che ritrova le vecchie sensazioni decidendo di allenare Giorgione, giovane ragazzo napoletano dal destro micidiale. Hanno a che fare con Rosco Dunn, sergente americano vecchia conoscenza di Bomber, e con il quale può chiudere finalmente i conti sul ring. Un film di grande successo in Italia ma non solo: in Ungheria fu campione d'incassi nel 1985 con 1,8 milioni di presenze in sala.

Alì (2001)

Intenso e potente, in puro stile Michael Mann. Alì, interpretato da un Will Smith particolarmente ispirato, è un biopic a tempo determinato, perché ripercorre soltanto un decennio della vita del pugile più iconico di sempre. Dieci anni in cui però succede praticamente di tutto, fuori e dentro il ring. Il film inizia con la vittoria su Sonny Linston e termina con uno degli incontri più famosi di sempre, il cosiddetto The Rumble in the Jungle, disputato il 30 ottobre 1974 a Kinshasa contro George Foreman, una delle pagine più leggendarie nella storia della boxe. In mezzo, un percorso tortuoso e personale, dall’amicizia con Malcom X alla conversione all’Islam e il cambio di nome da Cassius Clay a Muhammad Ali, dagli amori tormentati al rifiuto di combattere in Vietnam. Un film anche politico dove la boxe è uno dei pilastri, insieme alla personalità carismatica e controversa di Ali.

Million Dollar Baby (2004)

Diretto, interpretato e prodotto da Clint Eastwood, un film che entra di diritto nella storia del cinema per l'enorme successo di pubblico (ha incassato oltre 216 milioni di dollari a fronte di un budget di 30) e di critica, come dimostrano i quattro premi Oscar conquistati nel 2005: miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista (Hilary Swank) e miglior attore non protagonista (Morgan Freeman). Ma anche due Golden Globe a Clint Eastwood per la regia e a Hilary Swank come miglior attrice in un film drammatico.

È la storia, intensa e drammatica, dell'amore sportivo tra il vecchio manager Frankie Dunn e la giovane cameriera Maggie Fitzgerald, che sogna di diventare una pugile professionista. Un rapporto unico e fortissimo, gli allenamenti, i sacrifici, gli incontri sul ring e il dramma che arriva all'improvviso, catapultando lei, paralizzata, in un letto d'ospedale e lui in un vortice di sentimenti che lo portano a compiere un gesto estremo, non prima di averle rivelato il vero significato di quella scritta in gaelico, Mo Cuishle, che racchiude il cuore del film e il suo profondo significato.

Cinderella Man (2005) 

Ron Howard dirige Russell Crowe e Renée Zellweger nel film ispirato alla storia vera di James J. Braddock, pugile di origini irlandesi. L'ascesa e la caduta di una promessa della boxe, nel pieno della grande depressione di fine anni '20, costretta ad abbandonare il ring dopo alcune sconfitte e diverse fratture alla mano, e che si ritrova a dover campare la propria famiglia come portuale saltuario. La grande occasione che si ripresenta quando meno se lo aspettava, un incontro per tornare a fare quello che si sentiva davvero di essere, un pugile. Il ring come rinascita, un filo rotto che si riannoda vittoria dopo vittoria, fino a portarlo all'ultimo, drammatico incontro al Madison Square Garden contro il campione in carica Max Baer, una sfida decisa ai punti con tutto il pubblico a tifare per lui, la gente riunita nei bar attorno alla radio per seguire la telecronaca di una delle più grandi imprese nella storia del pugilato. «Lo devi battere con la forza che hai dentro», gli diceva il suo allenatore. Quella forza che diventa riscatto e braccia al cielo. 

The Fighter (2010)

Pellicola ispirata alla storia sportiva del pugile americano di origine irlandese Micky Ward, un film diretto da David O. Russell che è stato premiato con due Oscar e altrettanti Golden Globe (entrambi a Christian Bale come miglior attore non protagonista e Melissa Leo come miglior attrice non protagonista), con un incasso di oltre 129 milioni di dollari in tutto il mondo, di cui 12 milioni nel primo fine settimana di proiezione.

Il ring come riscatto, quello del protagonista Micky ma anche del fratellastro Dicky, tra storie di carcere e di droga, perché quando la vita sembra non avere più nulla da offrire può arrivare una seconda occasione, quella che serve per rimettere i guantoni e ricominciare a combattere.

Creed (2015)

Spin-off di Rocky, Creed-Nato per combattere riavvolge il nastro ai tempi della prima sfida tra Rocky e Apollo, di cui il giovane Adonis Johnson è il figlio illegittimo, che vuole seguire le orme del padre facendosi allenare proprio da Rocky. Nel 2016 Sylvester Stallone è stato candidato all'Oscar come miglior attore non protagonista e ha vinto il Golden Globe. Nel 2018 è uscito il sequel, Creed II, che invece rimanda alla battaglia tra Rocky e Ivan Drago nel quarto episodio della saga. Questa volta è il figlio del russo a sfidare Adonis Johnson, con l'incontro finale in Russia proprio come era stato per Rocky.

Ghiaccio (2022)

Scritto e diretto da Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis, è l'ultimo film italiano che parla di boxe. Una storia ambientata nel 1999 nella periferia cruda e difficile di Roma, dove Giorgio (interpretato da Giacomo Ferrara), giovane promessa della boxe, deve fare i conti con il passato del padre, morto ammazzato anni prima, e con i suoi debiti ancora da saldare alla malavita locale. L'incontro con Massimo (Vinicio Marchioni), ex pugile in cerca di riscatto, gli cambia la vita, anche se chiudere le porte con il passato è una sfida difficile da vincere, perché le leggi della strada e della criminalità sono più dure che un ultimo round sul ring. 

LEGGI ANCHE:

Serie tv sul calcio, le 9 migliori da non perdere

20 film e documentari sullo sport da vedere in streaming

Su Sky sport arrivano i film sulla storia dei campioni