LBA UnipolSai 8ª andata 2024-25: Alessando Pajola indica la via e la Virtus Bologna sconfigge la Dinamo Sassari, ma le magagne vengono a galla
Casalecchio di Reno (BO), 17 novembre 2024 – Vittoria particola quella della Segafredo di questa sera, con un coach Banchi che finalmente ha aperto il vaso di Pandora della situazione Virtus chiamando alle loro responsabilità giocatori e società.
Partita strana alla Unipol Arena, con una Dinamo Sassari presentatasi con le intenzioni più bellicose possibili ed una Segafredo che provava a gestire le fatiche del doppio impegno di Eurolega con Real Madrid e Panathinaikos, lasciando in panchina Clyburn e Pajola e dando un turno di riposo a Zizic.
Dopo un primo quarto equilibrato è stata la verve di Sokolowski e Bendzius a dare il via al tentativo di fuga degli uomini di coach Markovic mentre fra i padroni si vedevano nefandezze inspiegabili da Clyburn, ma soprattutto da Tucker, che in soli 4 minuti di impiego avrebbe fatto passar la voglia di rivederlo sul parquet anche al suo agente.
In questo frangente si è, probabilmente, decisa la gara perché Sassari non ha avuto la freddezza di approfittare di questo momento di confusione degli avversari sprecando qualche pallone di troppo e lasciando praterie interne per le scorribande di Shengelia e Clyburn facendosi recuperare 5 lunghezze e andando al riposo solo sul +4.
Rientrati dagli spogliatoi il messaggio di coach Banchi è stato forte e chiaro: gioca chi sa dove si trova e chi sa con che maglia gioca, e chi meglio di Alessandro Pajola poteva rappresentare tutto ciò?
Il n°6 bianconero è entrato con moschetto, giberna e coltello fra i denti, ed il primo a farne le spese è stato Justin Bibbins subito caduto all’interno delle spire del Capitan Futuro Virtussino. Da quel momento tutta la squadra bolognese ha cambiato faccia, Belinelli e Shengelia pronti ad aggredire il canestro, lo stesso Pajola deciso in attacco come in difesa ed il redivivo Hackett preciso dall’arco.
In un quarto dove il flow bolognese sembrava inarrestabile con 37 punti a referto, l’unico isolano che ha opposto un’adeguata resistenza è stato il rookie Giovanni Veronesi che, dopo essersi speso in difesa nel primo tempo inseguendo Belinelli in ogni zona del parquet, ha sparato 9 punti consecutivi mantenendo aperta una contesa che altrimenti sarebbe già stata decisa.
Nonostante la raffica di Veronesi e il parziale risveglio di Bibbins la partita era già andata in direzione casalinga, e non è stata la bomba di Bendzius per il -5 a metà parziale a cambiare l’inerzia del match, quando il rientro in campo di Pajola ha rimesso in chiaro le cose permettendo alla Virtus di portare a casa un vittoria tranquilla.
Che dire di Sassari? Ha tentato di fare il suo dovere, ma quando si è trovata con la concreta possibilità di scappare ha fatto troppi errori e contro una squadra da Eurolega, come la Virtus, sono mancanze che costano. Se poi a tutto ciò si aggiungono le prove di Bibbins, Fobs e Renfro il Banco ha fatto un miracolo a giocarsela fino in fondo. Comunque la stagione degli isolani è sicuramente in linea con le aspettative, considerando anche il buon percorso europeo.
Che dire della Virtus? Che i limiti che si vedono di inizio stagione, sono sempre quelli: la squadra è corta ed anche ieri sera Tucker ha dimostrato che in questa squadra non c’entra nulla ma, mi ripeto, l’errore è stato prenderlo, soprattutto dopo averlo visto per ben 6 volte dal vivo…
Di Clyburn c’è poco da dire, è quel giocatore capace di giocate meravigliose, ma sicuramente non la stella sulla quale costruire una squadra: è una splendida ciliegina, da mettere su una torta ben fatta, ma per farlo bisognerebbe conoscere un po’ il basket europeo.
In questa valle di lacrime si è visto per la prima volta un Grazulis in grado di tenere il campo, almeno in Lba, ancora lontano dal 100%, ma almeno in ripresa, come sembra in ripresa Daniel Hackett, dopo un inizio stagione tragico.
Highlights
Sala Stampa
Virtus Segafredo Bologna vs Banco di Sardegna Sassari 95-85
Parziali: 21-18; 16-23; 37-23; 21-21
Pagelle
#3 Marco Belinelli 7: ad inizio gara soffre la marcatura di Veronesi, ma nella ripresa ritrova un po’ di spazi che gli servono per mettersi in visione con i suoi tagli sotto canestro, sempre da riprendere e da far studiare a tutti i giovani.
#6 Alessandro Pajola 9: come un Aragorn cestistico chiama a raccolta i compagni non con le parole, ma con i fatti, dopo 20 minuti di panchina scuote la squadra, i compagni, il pubblico e intimorisce gli avversari, M O S T R U O S O.
#8 Will Clyburn 4,5: è uno di quei giorni in cui capisci subito che non ne ha voglia, e la palla persa ridicola del secondo quarto ne è l’esempio più eclatante.
#21 Tornike Shengelia 7,5: altra partita dominante, in cui travolge tutto e tutti, giocando anche stasera spesso da n°5, un po’ di relax gli ci vorrebbe.
#23 Daniel Hackett 7: otto punti, 3 rimbalzi, 4 assist, finalmente una prova convincente, chissà che non stia scalando quella buca dove è caduto da marzo dello scorso anno.
#24 Andrejs Grazulis 6: qualche segno di vita, soprattutto trovando ricezioni e spazi sotto il canestro avversario, difensivamente stendiamo un velo pietoso e 0 rimbalzi sono un po’ pochini, però sembra aver fatto un piccolo passo in avanti sulla via del recupero.
Matt Morgan 5,5: non è un playmaker, e si vede, ma ci prova. Tiene buone medie al tiro, e non è poco, ma si vede che deve ancora capire dove si trova, però impara e mi sembra un ragazzo sveglio.
#33 Achille Polonara 7+: altra partita viva, efficace e continua. Si fa trovare spesso al posto giusto nel momento giusto e ha il merito di mettere la bomba del +8 quando gli ospiti si riavvicinano troppo.
#35 Mouhamet Rassoui Diouf 5: altra partita sotto tono, probabilmente ha uno slump dovuto anche alla desuetudine a giocare tante partite in così poco tempo, però l’atteggiamento è sempre quello giusto.
#45 Nicola Akele 6: fa il suo, prende qualche rimbalzo e segna quello che deve, atteggiamento sempre ottimo?
#59 Rajon Tucker 3: come direbbe Ligabue, ho perso le parole…Sembra il bambino che fa i dispetti cercando di fare più sciocchezze nel minor tempo possibile e coach Banchi lo accontenta cavandolo dopo 4 minuti di impiego per fargli poi masticare il paradenti in panchina, unica azione in cui al momento pare eccellere.
Alessandro Cappelletti 6.5: Markovic gli dà le chiavi della regia, per l’ennesima volta in quest’ultimo periodo, e lui ripaga la fiducia con un ottimo primo tempo. Anche quando la Virtus alza i giri del motore è bravo a non uscire completamente dal match, risultando utile anche nella tentata rimonta dell’ultimo periodo, chiudendo con 12 punti.
Justin Bibbins 5: ormai è evidente che debba giocare solo gli ultimi minuti di ogni incontro, dove è capace di accendersi in un amen e segnare due canestri consecutivi pesanti come ha fatto stasera. Ma per il resto della gara si trascina per il campo, soffre, come sempre, la maggior fisicità del proprio marcatore. Poi se nella ripresa quel marcatore è un Pajola famelico, allora sparisce completamente. Emblematica la palla che perde ad inizio della ripresa, proprio contro il play italiano che, dopo appena un secondo dal suo ingresso in campo, gli mangia letteralmente il pallone.
Miralem Halilovic 6.5: la prestazione oscena con Pistoia deve avergli smosso qualcosa dentro, perché l’Halilovic di questa sera ha un’altra faccia, un’altra attitudine e soprattutto un’altra energia. Aiutato anche da una Virtus troppo leggera sotto le plance, il bosniaco ha gioco facile, specialmente nel primo tempo in cui è bravo a sfruttare i pick and roll. Nella ripresa però i bianconeri giocano con un’altra aggressività e anche lui è costretto a pagare dazio, contro uno Shengelia da cinque che in difesa lo fa girare costantemente come una trottola. Nonostante tutto è il top scorer dei sardi con 19 punti, 7 rimbalzi e 25 di valutazione.
Brian Fobbs 3: deve aver fatto tappa al Santuario di San Luca poco prima della gara, perché altrimenti non si spiega come possa essere così spompato fin dalla palla a due. Molle in difesa e soprattutto in attacco, chiudendo con una virgola che non ammette repliche, uno 0/6 al tiro e il -7 di valutazione che evidenziano le sue enormi difficoltà, anche contro una difesa virtussina parecchio permissiva nel primo tempo. Nella ripresa i padroni di casa alzano il livello della loro difesa, grazie soprattutto ad un Pajola clamoroso, e Markovic pensa bene di lasciarlo seduto per quasi tutta la ripresa per evitargli la brutta figura.
Matteo Tambone 6: con lui la Dinamo gira meglio, soprattutto in difesa e in attacco, quando serve, stampa le sue classiche triple. Il soldato Tambone però non può fare miracoli e anche quando la Dinamo subisce la rabbia della Virtus negli ultimi 20′, l’ex capitano di Pesaro cala alla distanza, restando comunque sempre presente.
Giovanni Veronesi 7: nel primo tempo ha il compito di incollarsi a Belinelli e lui esegue alla grande. Ma è grazie a lui se Sassari non sprofonda nel terzo periodo in cui la Virtus bombarda da qualsiasi posizione, segnando ben 37 punti in 10 minuti. I suoi 9 punti in fila in quel difficile terzo periodo, due canestri dall’arco e un 3/3 dalla linea della carità, sono la scossa che riporta in vinta una squadra che sembrava ormai in balia dell’avversario. Anche nel finale timbra dall’arco per alimentare le speranze ospiti, confermando ancora una volta che la Dinamo ha scoperto una pedina ormai irrinunciabile e che in LBA ci può stare eccome, chiudendo con 15 punti, 4/7 da tre.
Eimantas Bendzius 6.5: gioca un primo tempo da capitano vero, il faro dell’attacco sassarese. La Virtus non riesce a contenerlo ed è costretta a commettere costantemente fallo sul lituano, 5 falli, regalandogli una vagonata liberi e andando già in doppia cifra. Ma nella ripresa cambia tutto e anche il capitano è costretto a pagare dazio, con la difesa bolognese brava ad escluderlo dai giochi. Ha un sussulto con la tripla del -5 nei minuti finale, ma dura meno di battito d’ali di farfalla.
Michal Sokolowski 4: segna appena due tiri dal campo, per uno che sulla carta doveva essere la stella dell’attacco sassarese, ma ormai l’ennesima prestazione negativa evidenzia come la parabola della carriera del polacco sia ormai inesorabilmente in fase discendente. In difesa fa pure peggio, avendo delle gravi amnesie e commettendo troppi falli inutili.
Nate Renfro 3: l’asticella si alza in maniera inesorabile anche per lui, nonostante la Virtus nel pitturato conceda parecchia libertà. Nullo in fase offensiva, ma non è una novità, ma a preoccupare è la mancanza di energia per un giocatore che vive solo di quello, sia in difesa che a rimbalzo. Capace di sporcarsi le mani quando serve, oggi gioca quasi da damerino. Con questo Renfro è ormai palese come la Dinamo abbia perso la scommessa nei suoi confronti e chissà che la sosta non porti novità importanti che lo riguardino.
Giovanni Olmeo
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