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Turkish Airlines Euroleague #Round4 2024-25: l’Olimpia Milano passa dal tragico al comico e lo Zalgiris di Trinchieri ringrazia e vince

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Difficile, molto difficile trovare un modo per provare a spiegare o raccontare cosa possa essere accaduto giovedì 17 ottobre scorso all’Unipol Forum di Assago, casa dell’Olimpia Milano, nel match che ha visto soccombere i padroni di casa nonostante si trovassero dal +27 nel 3° periodo vs gli irriducibili lituani dello Zalgiris Kaunas di quel coach, Andrea Trinchieri, che chissà perchè dal 2013 non riesce più a trovare una panchina nella LBA.

Ma di questo parlemo dopo, intanto finisce 82-85 per lo Zalgiris che quindi, dopo l’Unipol Arena di Bologna, sbanca l’altra arena targata Unipol (portasse sfiga?), nel modo più incredibile che si possa pensare ed acuisce in modo netto la confusione che regna ad oggi nel dorato mondo dell’Olimpia Milano, squadra che dopo il ’21 ed il ’22 proprio non riesce a darsi una dimensione europea con costanza nonostante gli investimenti annuali e la rutilante danza di n giocatori alla corte di Re Ettore.

Da dove partire dunque nel raccontare una gara che dal tragico sportivamente parlando sfocia nel comico, seriamente parlando? A memoria d’uomo (son gradite segnalazioni storico-statistiche in questo senso), non si ricorda una gara persa tra le mura amiche da una squadra di Euroleague dalla nascita della manifestazione partendo dal +27 (62-35), al 26′ di gioco.

Quindi da giovedì scorso l’Olimpia Milano sarebbe almeno e di fatto entrata nella storia della manifestazione scrivendo però un record non proprio ambitissimo (diciamo…), subendo, da quel momento, un parziale monstre complessivo da 20-50 e con lei il suo allenatore, divenuto ormai da tempo quasi oggetto di culto ma anche di studio per come resti immutabilmente lì, al suo posto, nonostante i ceffoni presi sul campo da squadre come può essere questo Zalgiris, dotata di un giusto livello di talento, fisicità e nemmeno poi tanto atletica se la si paragona alle altre squadre del torneo.

Del budget non ne parliamo, non ha molto senso perchè quando si compete nella stessa manifestazione le squadre son tutte eguali. Certo, è provato che avere un budget elevato aiuta molto a ben piazzarsi nelle zone alte della Euroleague ed alla fine anche a vincerla, ma se la mettessimo anche su questo piano allora la situazione sarebbe ancora più grave nel registrare cosa stia accadendo all’Olimpia Milano e si farebbe grande, grande fatica nel comprendere come sia possibile che dal 2022 questa squadra stia peggiorando, stagione dopo stagione, nelle prestazioni, nei risultati e senza più avvicinarsi alle posizioni più alte in classifica.

Qualcuno potrebbe dire, giustamente “…Eh ma siamo ad inizio stagione!”, sollevando un argomento corretto, in fin dei conti con altre 30 gare da disputare il terreno si può recuperare. Del resto, come insegna il cammino della Virtus Bologna lo scorso anno (Virtus Bologna comunque arrivata a giocarsi un Play-In al 2° anno nel torneo, non al 25°…), meglio partire a fari spenti che essere sfavillanti e lucenti come non mai fin da subito.

Opinione rispettabilissima ma poco credibile in toto se rapportata a questa Olimpia Milano. Prima di tutto perchè, come rilevato prima, sono già due anni pieni che l’Olimpia Milano delude non poco partendo malino, se non proprio male male e finendo di conseguenza. Eppoi perchè prima di questa dèbacle vs lo Zalgiris, le tre gare precedenti avevano visto una Milano così così ma tendente al brutto: brutta vs il Monaco (e prima di averle prese in LBA a Trieste); traballante ma vincente vs il Paris e decisamente inferiore all’Olympiacos martedì 15 scorso.

E quando perdi così nettamente seppure in trasferta contro una delle squadre più seriamente candidate al titolo e disputi in casa, dopo 48 ore, una prestazione così amaramente contraddittoria, cioè lucente fino al 26‘ per poi crollare nei restanti 14’ di gioco successivi stabilendo un record inquietante, c’è poco da filosofeggiare e spiegare.

Sì perchè potremmo parlare per ore dei singoli del come, ad esempio, alcuni giocatori ormai di grande esperienza a questi livelli come sono Mirotic, Shields, Caseur (appena 4′ di gioco in campo…), od anche Pippo Ricci non abbiamo avuto la percezione nè la consapevolezza di cosa stesse accadendo e non abbiano agito di conseguenza, al netto di un Messina forse “travolto” suo malgrado dall’onda bianco-verde?

O potremmo discettare a lungo se la zone-press di Trinchieri abbia influito o meno sul recupero miracoloso del match (appena una persa per Milano e solo nove nel computo globale)? Oppure potremmo obiettare sulla presenza o meno di un vero leader in campo che avrebbe dovuto gestire il ritmo, tenere palla subendo magari anche qualche fallo e mettere lo Zalgiris in bonus subito, come accaduto a Milano (Chacho, dove sei…)? E della sfortunata scavigliata di un Diop sempre utilissimo, ne vogliamo parlare?

Potremmo farlo ma servirebbe a poco perchè l’Olimpia Milano, questa Olimpia che dal 2021-22 sembrava aver finalmente trovato la sua stabilità prestazionale nella Euroleague ma anche in Italia (fuori ai Playoff ma battuta dalla vincente Efes e senza Melli infortunato), ha intrapreso da lì a poco un percorso inspiegabilmente opposto operando delle scelte sul mercato poco comprensibili e smontando così un roster che avrebbe dovuto solo essere puntellato e rafforzato.

Da quì le vere radici, a parere di chi Vi scrive, di due stagioni deludenti in Europa e “salvate” da due scudetti consecutivi (su quello dello scorso anno a Bologna si nutre ancora qualche dubbio…), che han nascosto bene la polvere sotto il tappeto grazie anche ad una stampa, diciamolo, molto sobria e comunque benevola in modo eccessivo fino ad arrivare al metter su delle squadre con qualche lacuna di troppo nel roster (siamo sicuri che Dimitrijevic sia un vero playmaker, come Bolmaro?).

E l’effetto finale è poi vedere sul campo gare come quelle dell’altra sera dove il nerbo, la forza dei nervi lucidi, la compattezza in difesa (una volta storico marchio del coachin’ staff), e la “cattiveria” agonistica facciano capolino per 26′ di gioco o quando capita, randomicamente e quasi mai con la necessaria costanza che servirebbe per dimostrare prima a se stessi e dopo agli avversari che da lì non si passa!

Un’Olimpia Milano quindi in stato di confusione tecnica e mentale? Beh, è il minimo se si pensa all’aver fatto andar via quasi come fosse logico ed ineluttabile, ad esempio, un giocatore ormai simbolo, carismatico e decisivo sia per l’Italbasket che per le sorti europee del team come Nik Melli, un addio descritto e “narrato” come un male necessario ed improcrastinabile, idem con patate l’addio a Devon Hall, due elementi che altrove non avrebbero mai ceduto semmai trattenuto per rilanciare le ambizioni.

Basti osservare come siano state strutturate le squadre vincenti degli ultimi anni: dal doppio triondo dell’Efes di Ataman fino al Real Madrid e per arrivare al Panathinaikos dello scorso anno (classica eccezione alla regola), che vede in larghissima parte tutte le squadre vincenti o di livello in Euroleague che tendenzialmente cambiano poco, se non pochissimo, consolidando il roster e non cambiandolo ad ogni piè sospinto.

In un contesto quindi così poco brillante, anche nell’osservare come il pubblico del Forum, appassionato e competente per definizione, non abbia quasi nemmeno fischiato questa sconfitta a fine match, c’è veramente poco da scrivere se non che forse sarebbe il caso veramente di cambiare pagina ma sul serio, non per induzione e confidando nell’amore spassionato di decine di migliaia di tifosi sparsi in tutta Italia, magari già satolli ed ebbri di gioia per la Supercoppa 2024 portata a casa (altra cosa che porta sfiga?), e che son pronti a giustificare ogni cosa?

Difficile sapere cosa potrebbe accadere già da domani, a partire da Scafati, dove lo scorso anno l’Olimpia Milano ci lasciò le penne in campionato, quindi perdere anche domenica 20 ottobre al PalaMangano. Sarebbe un deja vu e niente altro in quanto la LBA, purtroppo da qualche anno, non sembra un torneo qualitativamente valido visto che, tornando al tema di cui sopra, non permette ad un coach serio e preparato come Andrea Trinchieri di poter operare e lavorare al suo interno, magari importando anche qualche buon coach come i vari Milicic, Priftis o Christian ma negandolo a professionisti seri e preparati come lui…

Allora attendiamo giovedì 24 ottobre prossimo, quando cioè all’Unipol Forum arriverà l’Efes che al momento non appare di certo lo squadrone imbattibile degli scorsi anni come visto a Bologna nel 1° match stagionale per tastare il polso a quest’Olimpia Milano che, purtroppo, sa quasi già di “spalle al muro” e dopo appena 5 turni del torneo…?

EA7 Emporio Armani Milano – Zalgiris Kaunas 82-85

Parziali: 24-17; 25-14; 17-17; 16-37.

Progressione: 24-17; 49-31; 66-48; 82-85.

 

Fabrizio Noto/FRED

@fabernoto 

 

 

 

 

 

 

 

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