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La Pallacanestro Trieste riporta la città in A1 dopo una partita strepitosa

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La Pallacanestro Trieste riporta la città in A1 dopo una partita strepitosa

/ TRIESTE

Una squadra porta una città di nuovo in Paradiso. Grazie incredibile, strepitosa, Pallacanestro Trieste. Nella serata della verità, dopo i balbettii del primo possibile match-ball sprecato davanti alla propria gente, la squadra di Jamion Christian dimostra platealmente, inequivocabilmente, perchè merita di tornare nella massima serie. Al momento in cui o si fa la A o si rischia, piazza una prestazione di fragorosa concretezza, guidando dall’inizio alla fine, prendendosi un margine rassicurante e difendendolo con le unghie, i denti, la testa. E il cuore. Ah, quello, ce n’è. Tanto. Quello triestinissimo del Mvp dei play-off, Michele Ruzzier. Aveva sofferto terribilmente la retrocessione di un anno fa. Aveva fatto un patto, con sè stesso e la città: «Voglio riprendermi la A». Uomo vero, di parola, di sostanza. Domina la partita della verità e trova la spalla ideale nel compagno di squadra che più trae beneficio dai suoi assist: Giovannone Vildera. Mister concretezza. Ormai dategli la cittadinanza onoraria.

Nessuno ha fatto come Trieste in A2

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Ma salire è tutta la Pallacanestro Trieste. E con lei tutta Trieste. Oltre 12mila presenze in due sere. Nessuno ha fatto altrettanto in serie A2. Gli altri possono solo abbozzare. Trieste fa scacco matto.

La cronaca della partita è solo un crescendo rossiniano. Cantù senza Moraschini infortunatosi l’altra sera e sportivamente applaudito dal pubblico di casa. Al suo posto nel roster l’ex provino biancorosso Del Cadia. Si parte con la “Marinaresca”. Bella “Trieste vola”, ma vuoi mettere i brividi di “E se stanotte ciapo una sirena...”. Quintetto istituzionale con Ruzzier, Brooks, Reyes esterno, Candussi e Vildera.

La partita

Subito tripla di Reyes in faccia a Young. Gran ritmo Trieste, primo cambio a metà quarto con Ferrero per Candussi (12-6 6’). Poi dentro Filloy per Ruzzier. Girandola di cambi per Christian, Cagnardi lo imita togliendo Baldi Rossi da cui stanno arrivando i pericoli maggiori per Trieste. Triplona di Filloy per il +8 (18-10) e il quarto si chiude con la squadra di Christian avanti di sei (20-14). Un margine ancora relativamente esiguo ma intanto si è davanti, e questo conta, mica bubbole.

La scossa di Ruzzier

Cantù comunque è ancora lì e con Cesana riduce lo scarto (22-20) ma con un rotazione ridotta deve cominciare a considerare la situazione falli. Rientra Baldi Rossi la cui marcatura rimane un rebus. La scossa, bella forte, arriva da Michele Ruzzier: due triple e uno strepitoso assist per Vildera consegnano a Trieste il primo vantaggio robusto della serata, finalmente in doppia cifra (33-22 15’). Il “Barba” stavolta è reattivo, capitalizza servizi e palloni vaganti, e con il centro a macinare punti per i biancorossi è un bell’andare. Potenza dei play-off: i due giocatori apparsi più stanchi in gara3, Vildera e Ruzzier, sono i grandi protagonisti del primo tempo chiuso avanti di 12, 40-28, i soli in doppia cifra. Un dato per rendere l’idea: valutazione complessiva dell’asse 1-5 27, dell’intera Acqua San Bernardo 29. Bilanciato l’attacco biancorosso, 17 tiri da tre, 18 da due mentre i brianzoli nei primi 20 minuti tirano con il 13% dai 6,75.

Dodici punti di vantaggio

I lombardi riprovano la mossa di gara3 aggrappandosi alla forza della disperazione per non uscire dal match. Ma la premiata ditta Ruzzier e Vildera continua a confezionare delizie. Il centro veneto dopo aver segnato scatena l’entusiasmo dei 6200 del PalaTrieste. A un quarto e mezzo dalla sirena finale biancorossi con 12 punti di vantaggio. D’accordo, c’è tutta una vita davanti ma, in fondo, ripeterselo fa bene allo spirito. Non devono esserci più i patemi e gli imbarazzi di lunedì sera. Solo una lunga, unica, scia di entusiasmo, in perfetta comunione tra squadra e pubblico. Michi Ruzzier si candida per vere anche lui una statua in centro città: sant’uomo, da ragazzino regalò a Trieste una memorabile salvezza, stavolta da giocatore maturo sta letteralmente trascinando per mano compagni e pubblico di nuovo in Paradiso. Nessuno riesce a contenerlo: ogni affondo spacca la difesa canturina. Una prova di onnipotenza assoluta. Viene richiamato a rifiatare in panchina sul 59-45 al 28’. Neanche il tempo di preoccuparsi: tripla di Filloy e passa la paura.

Pallacanestro Trieste a dieci minuti dalla serie A, con sedici belli, robusti, punti da difendere (63-47). Non fosse perchè lo impone la scaramanzia si potrebbe già iniziare a programmare il carosello d’auto sulle Rive. Ma con i clacson si riesce a suonare la Marinaresca?

L’ultimo quarto

Ultimo quarto. E non ce n’è più per nessuno. Semigancio di Candussi, sottomano di Brooks. C’è ancora Cantù ma ormai sta diventando un attore non protagonista, una presenza sfuocata. I riflettori, quelli, sono tutti biancorossi. Francesco Candussi vuole proporsi come mattatore del quarto conclusivo, tripla del +19 (70-51). Otto minuti ancora ma stavolta trascorreranno leggeri.

Breakettino brianzolo, il vantaggio si assottiglia ma rimane più che rassicurante. A sei minuti dalla fine 71-58. Benedetto Vildera, il suo ventesimo punto ferma la microrimonta avversaria. Esce per quinto fallo raccogliendosi l’ovazione del suo pubblico. Sempre meno alla fine. Sugli spalti si comincia a saltare e a cantare “Serie A”. Spunta uno striscione dedicato ai cugini che anche il prossimo anno resteranno in A2. Il basket regionale ha una sola regina. E si chiama Trieste. Esplode “We are the champions” e inizia una lunga, interminabile, notte di felicità.

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