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LBA UnipolSai Mercato 2021-22: Sardara annuncia la fine della sua decennale presidenza dall’estate 2022, inizio della fine o ennesima rinascita Dinamo?

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A distanza di 10 anni, nel luglio 2011 infatti salvava la Dinamo Sassari dalla sparizione, il presidente Stefano Sardara ha messo la data di scadenza alla sua fortunata presidenza: estate 2022.

Negli ultimi due anni ha più volte paventato l’idea di lasciare il timone della suo gioiellino, ma prima l’amore dei tifosi e poi la mazzata del Covid gli aveva fatto accantonare l’idea; ora la scelta è maturata definitivamente e l’ha annunciata nella Club House societaria in una calda mattinata di inizio giugno.

Da tre giorni la Dinamo è ufficialmente in vendita e ci sarà un anno di tempo per trovare un acquirente interessato, possibilmente credibile visti soprattutto i trascorsi recenti di Sardara con la sua giovane Reale Mutua Torino e i “famosi” soci turchi di Ataman.

Questi i punti salienti della conferenza stampa: “Sapete che è da un po’ che dico che il mio percorso si sta completando, quest’anno è stato fatto un lavoro encomiabile, sono convinto che nel corso della prossima stagione riusciremo a raggiungere l’obiettivo di riportare la società nella salute che aveva prima dell’arrivo del Covid.

È la ragione per cui questo sarà il mio ultimo anno da presidente e da proprietario, oggi inizia il mio ultimo campionato. È una cosa che sapevate già perché l’avevo anticipata tempo addietro, umanamente avrei lasciato tre anni fa ma una parte dei tifosi ha sempre lasciato vedere il lato bello della Dinamo ed è stata la ragione principale per cui ho voluto mantenere in equilibrio tutte le logiche aziendali.

Ora è arrivato il momento di cedere la mano, questa sarà l’ultima iscrizione che farò io poi ci penserà qualcun altro e spero che riesca a partire con tutta la passione che ci ha animato in questi dieci anni entusiasmanti. È ora che qualcuno di più fresco prenda in mano la società. Sono contento e orgoglioso dell’esperienza fatta e dei risultati raggiunti e ora son contento di passare il testimone a chi verrà”.

Primo trofeo dell’era Sardara, Coppa Italia 2014 – Dal sito ufficiale della Dinamo Sassari

Perciò è appena partita questa lunga ultima stagione, una vera è propria The Last Dance in salsa sassarese, del presidente che ha messo Sassari e la Dinamo nell’élite del basket italiano e sulla mappa di quello europeo, riempendo la bacheca societaria con 6 trofei.

Eppure l’estate del 2011 doveva essere l’ultima nella massima serie della Dinamo dei fratelli Mele, dopo la gloriosa promozione nell’anno precedente e una grande stagione all’esordio in A con Meo Sacchetti in panca e Travis Diener, Othello Hunter e James White in campo, fermati solo ai quarti Scudetto dall’Olimpia Milano di Dan Peterson sul 3-1, vincendo un’incredibile Gara 1 al Forum.

Quella fantastica prima stagione in A però fu un vero calvario, economicamente parlando: infatti rimase senza un main sponsor per tutto l’anno e gli altri sponsor latitavano all’orizzonte, portando i Mele alla difficile decisione di mettere in vendita la società, con la certezza, in caso di mancata cessione, di dover dire addio a 51 anni di storia.  

Stefano Sardara prese la Dinamo, dopo anni passati nelle minors cittadine come proprietario della Robur et Fides e Torres, decidendo di strutturare l’intera società come una vera e propria azienda, ritrovando lo storico main sponsor del Banco di Sardegna e con lui tantissimi altri piccoli sponsor che da anni sono le fondamenta della Sassari del basket.

Data una stabilità economica, sono arrivate anche le soddisfazioni sul campo con due finali Playoff raggiunte e una bacheca che è andata via via a riempirsi: dal 2014 si sono aggiunte 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe, 1 Fiba Europe Cup e lo storico Scudetto del 2015.

I sei trofei vinti dal 2014 al 2019 dalla Dinamo Sassari, esposti nella Club House

Questo decennio Sardara è stato anche segnato dai due addii burrascosi con i coach che l’hanno fatto esultare: l’esonero di Meo Sacchetti a 5 mesi di distanza dallo storico triplete del 2015 e la fresca separazione con coach Pozzecco, arrivato tra lo scetticismo generale e portando la squadra in pochi mesi alla finale Scudetto, vincendo una Supercoppa e il primo trofeo europeo (in qualsiasi sport!) di una squadra sarda.

Non è mai stato un un proprietario che ha amato le mezze misure, de la serie “sono così: prendere o lasciare!”. 

Anche per questo forse la sua popolarità nella piazza sassarese è ai minimi storici, specialmente per la sua recente gestione del rapporto con Gianmarco Pozzecco, un idolo agli occhi dei tifosi, con ripetute reprimende rilasciate a mezzo stampa su atteggiamenti e dichiarazioni del proprio coach, concluse poi con la nota vicenda della sospensione di 10 giorni alle porte degli ultimi Playoffs.

Anche la Lega perderà uno dei suoi uomini forti, se non il più forte (anche se ci vuole poco, visto chi la rappresenta!), che più volte si è battuto per avere poche regole ma chiare, soprattutto in ambito economico, proponendo più volte di dare al movimento cestistico un modello economico sostenibile nel tempo, come una vera e propria azienda, in decenni in cui il mecenatismo è stato il pilastro fondante di tutti gli sport di squadra nel Bel paese.

Un modello sostenibile che è riuscito a dare alla sua Dinamo, strutturandola in maniera ramificata con un reparto marketing consolidato da anni; sviluppando il merchandising come mai era stato fatto prima; aprendo Club House sia a Sassari che a Cagliari, nonostante le rivalità cittadine; creando da zero una Dinamo TV che permette a qualsiasi tifoso nel mondo di avere contenuti, praticamente quotidiani, della propria squadra del cuore; fino ad arrivare all’ampliamento del PalaSerradimigni che dovrebbe terminare nel 2023.

Per cui Sardara lascerà un’enorme eredità al suo successore, oltre che una società sana nonostante l’ultimo anno pesantemente segnato dal Covid.

Ora però tutti si chiedono: e adesso che succederà??

Stefano Sardara festeggiando lo Scudetto 2015

Il numero uno di via Pietro Nenni si dice sicuro di trovare un’acquirente da qui ad un anno, ma siamo davvero certi che ci sia veramente qualcuno all’altezza? Certamente in questi anni il mondo del basket non ha sfornato tanti presidenti da sfoggiare con orgoglio, anzi tutt’altro.

Il timore della tifoseria è quello che chiunque dovesse arrivare possa dilapidare e rovinare tutto quello che di buono è stato costruito, dovendosi magari risvegliare bruscamente dalla ormai “normalità” di una Dinamo sempre lì, in serie A, in Europa, a lottare per un trofeo o per un posto nei playoff.

Sarà un nuovo inizio per la Dinamo, magari ancora più positivo di quest’ultimo decennio, oppure questi 12 mesi saranno un lento countdown verso la fine della favola sarda?

Giovanni Olmeo

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