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Fagandini: "La Unahotels è una grande occasione"

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Fagandini:

REGGIO EMILIA. Ha iniziato una nuova avventura professionale a contatto con una delle più importanti realtà sportive della nostra città: Nicolò Fagandini, classe 1991 di Rivalta, è il nuovo fisioterapista della Unahotels.
Prende il posto lasciato libero da Stefano Bini e il coraggio e l’intraprendenza non gli mancano.
«Mi sono laureato a Parma nel 2016 e mi sono subito buttato nello sport- spiega - mi hanno ingaggiato nella squadra di baseball oltr’Enza, quindi sono tornato a Reggio per aiutare gli Hogs dove per altro ho giocato in passato. L’anno scorso ero al servizio del rugby Colorno, ma avevo voglia di avvicinarmi a casa e mi sono fatto avanti con Pallacanestro Reggiana; ho affiancato Bini in preparazione all’ultima partita di stagione regolare contro Venezia, quindi è divenuto ufficiale il mio ingaggio».
Il contratto fattogli firmare dalla società è annuale, in attesa di valutarne l’operato.
Fagandini è consapevole delle maggiori responsabilità rispetto agli altri sport, ma questa esperienza può rappresentare un ulteriore passo in avanti nel suo percorso: «Coach Caja e il resto dello staff non hanno avuto problemi a inserire una persona nuova- afferma il fisioterapista reggiano- mi stanno spiegando i metodi di lavoro e io sto cercando di adattarmi il più velocemente possibile. Il mondo sportivo è impegnativo ma mi è sempre piaciuto: è infatti stimolante confrontarsi con persone che hanno fatto di questa passione un mestiere. Il mio rapporto col basket? Non ero un ultras, ma i risultati della Pallacanestro Reggiana, uniti a quelli della Reggiana Calcio, erano sempre tra le cose di maggior interesse nel weekend».
In queste settimane, Fagandini sta proseguendo il lavoro nella palestra di via Cassala, dove si stanno allenando anche tanti giovani promettenti.
Da agosto si farà sul serio, per quello che sarà il primo ritiro con la divisa biancorossa: «Speriamo di lavorare il meno possibile, vorrebbe infatti dire che tutti i giocatori sono in ottime condizioni. In realtà non è sempre così e dunque bisogna farsi trovare pronti. Mi aspetto una stagione molto intensa: la società è giovane e ha voglia di fare bene, dunque cercheremo tutti insieme di ottenere il miglior risultato possibile. Il mio rapporto con i giocatori americani? Baseball e rugby non avevano tutti giocatori italiani e dunque queste esperienze mi hanno già abituato a comunicare in inglese - chiude-. Non avrò dunque grossi problemi in tal senso».

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