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Kevin Costner festeggia 70 anni. Da autista di bus a anti-divo, un americano doc con l’amore per i western e il baseball

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Fascino del bel tenebroso, low profile di rigore e una passione per l’epopea western che travalica i confini cinematografici e sconfina in ogni suo progetto e estensione quotidiana, Kevin Costner, l’anti-divo di Hollywood con indosso la maschera del burbero bonario e del duro dal cuore tenero perennemente con il broncio compie 70 anni. Un compleanno da festeggiare insieme agli oltre 40 anni di carriera vissuto pericolosamente tra blockbuster e film indipendenti, ruoli drammatici alternati a quelli più rassicuranti e romantici, come al personaggio che meglio si attaglia al suo stile istrionico e alla sua machera di celluloide: quella del cowboy senza macchia e senza peccato che lo ha indiscutibilmente eletto eroe western del grande schermo che, insieme a pochi, altri grandi, popolano l’immaginario di sempre.

Kevin Costner compie 70 anni (e celebra 40 anni di carriera)

Degno erede di John Wayne e James Stewart, oggi possiamo tranquillamente dire che Kevin Kostner sia la perfetta sintesi dei suoi celebri e indiscussi predecessori: come loro, è pronto a combattere nonostante tutto e alla fine ne esce vittorioso. Come quando ha deciso di investire i suoi soldi insieme a una proprietà per realizzare il suo sogno con l’opera Horizon: An American Saga. Una sorta di Braveheart alla Mel Gibson… ma declinato al mito della frontiera a stelle e strisce. Tutto noto e risaputo dai più: forse non tutti sanno, però, che prima di diventare un divo di Hollywood lui stesso, il bel Costner faceva l’autista di bus turistici tra le case delle stelle del cinema. Non sapendo, o forse solo sognando, che un giorno sarebbe diventato uno di loro, ma con l’aspetto – mimetizzato – dell’uomo della porta accanto…

La vita e il lavoro prima di diventare l’anti-divo di Hollywood

Del resto, dietro ogni divo, senza eccezioni per Kevin Costner, c’è sempre qualcosa che non tutti sanno. Come per esempio il fatto che, prima di entrare nell’Olimpo dei grandi, Costner ha lavorato su una barca di pesca d’altura oltre ad essere stato un autista di bus turistici tra le casa delle star di Hollywood. Di contro, è arcinoto invece che l’attore è un amante del baseball. Ma anche del golf. E che qualche volta ha condiviso il prato con l’ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan

I film degli esordi, il successo degli “Intoccabili”

Allora, classe 1955, all’anagrafe Kevin Michael Costner, attore, regista, produttore cinematografico, musicista statunitense e, a tutti gli effetti, una vera istituzione di Hollywood e non solo, ha iniziato la sua carriera negli Anni ’80 con i film Night Shift-Turno di notte, Tavolo per cinque, l’indimenticabile Fandango e l’intramontabile Gli intoccabili. È infatti grazie al cult di Brian De Palma che il nome di Costner ha iniziato ad essere sulla bocca di tutti con l’interpretazione dell’agente speciale incaricato di inseguire e fermare Al Capone (Robert De Niro), portando sul grande schermo l’inseguimento – con tanto di citazione colta de La corazzata Potëmkin del regista russo Ėjzenštejn – che ha fatto la storia del cinema.

Il trionfo di Kevin Costner (e non solo all’Oscar) con “Balla coi lupi”

I lavori fervono, il suo nome impazza, la sua interpretazione nel gangster’s movie mette tutti d’accordo: e la consacrazione nel mondo del cinema è a un passo. E arriva: ma bisognerà aspettare il debutto alla regia di Balla coi lupivincitore di 7 premi Oscar (tra cui Miglior film e Miglior regia) – per celebrarla ufficialmente. Nel western dei record Costner è anche protagonista, nei panni di un ufficiale di cavalleria di frontiera che forma un legame speciale con il popolo Lakota Sioux.

Il pubblico sedotto dall’eroe romantico di “Bodyguard”

La strada è spianata ed è tutta in discesa. Così, quando arriva sul grande schermo il romanticissimo The Bodyguard, in cui interpreta la guardia del corpo della superstar Whitney Houston, minacciata da uno stalker, non resta che raccogliere il plauso del pubblico per una performance che, nel rispecchiare un po’ il mood e il temperamento dell’attore, regala agli spettatori un pizzico dell’animo inafferrabile della star.

Tanto che, non importa quante volte verrà riproposto sul piccolo schermo. E non importa se si conoscono le battute a memoria: tutti lo (ri)guarderanno in un eterno ritorno televisivo come se fosse una prima visione.

La carriera in crisi e quella puntata sul western giocandosi “il tutto per tutto”

Si, perché sia che indossi la divisa del cowboy, sia che vesta i panni dell’ufficiale in divisa, o che indossi le vesti scolorati di un ex campione del baseball, Kevin Costner è per tutti ormai l’eroe romantico per antonomasia. Non è un caso allora se, tra i suoi film entrati nella storia del cinema, figurano titoli come Robin Hood,  e JFK-Un caso ancora aperto, il film autobiografico di Oliver Stone. Qui, interpreta il procuratore distrettuale di New Orleans che indaga sull’omicidio di Kennedy. Eppure Costner non era stata la prima scelta. Inizialmente, infatti, il ruolo era stato proposto a Harrison Ford, che l’aveva però rifiutato. 

Il successo sfiorato coi ruoli rifiutati

Le prime nubi si affacciano all’orizzonte: e la carriera di Costner comincia a declinare verso una fase calante. Una iperbole discendente iniziata con Waterworld-Mondo sommerso. E proseguita con il rifiuto di due ruoli – quello del colonnello James Dolittle in Pearl Harbor, e quello di Bill nei due capitoli di Kill Bill di Quentin Tarantino – e finita con la scelta di buttarsi nella musica, tra le sue più grandi passioni, fondando la band Kevin Costner & Modern West.

Poi arriva la saga di “Horizon”…

Ma non è finita, anzi. Così arriva Horizon: An American Saga, con cui l’attore si gioca “il tutto per tutto”, investendo i suoi soldi e la sua proprietà. Si tratta di un’epopea western ambientata nei quattro anni della Guerra civile, dal 1861 al 1865, e porta il pubblico in un viaggio attraverso un Paese in guerra con se stesso. Attraverso la lente di famiglie, amici e nemici, che cercano di scoprire cosa significa veramente essere gli Stati Uniti d’America. Il primo capitolo è stato presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes. Il secondo alla Mostra del Cinema di Venezia (in programma qualche mese dopo la kermesse francese).

La critica applaude, il box office non decolla

Il film non si è rivelato il grande successo al box office che ci si aspettava ma, come ha detto Costner in una intervista di qualche anno fa, «i veri eroi sono gli uomini che cadono ma alla fine vincono perché sono rimasti fedeli ai loro ideali e agli impegni». Non a caso, è già al lavoro sul terzo capitolo, in fase di riprese. Mentre il quarto e ultimo sarebbe già scritto e in attesa di essere girato.

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