Sono pochi i capi d’abbigliamento che sono stati in grado di penetrare nel guardaroba maschile e femminile con una ubiquità e una resistenza al tempo e alle mode che vanno e vengono pari a quella del cappello da baseball.
Tra questi ci sono sicuramente i jeans nelle loro infinite varianti, la t-shirt tinta unita e ultimamente le sneaker bianche.
I cappelli però, contrariamente a quanto elencato, sono accessori e non capi funzionali di cui non è possibile fare a meno, quindi generalmente più suscettibili ai cambiamenti del trend del momento. Basta pensare ad altri accessori come il marsupio, onnipresente negli anni novanta, poi scomparso, tornato di moda grazie all’hype generata dalle sfilate a metà degli anni ‘10, e ora nuovamente finito nel dimenticatoio.
Il berretto da baseball, invece, non ci ha mai lasciato.
L'ultimo, solo in ordine di tempo, grande momento vissuto dal cappello da baseball nella moda riguarda la collaborazione tra Gucci e Adidas presentata alla fashion week di Milano, con rivisitazioni del classico motivo a tre righe. Oppure in una versione creativa e, lo scopriremo quando arriverà nei negozi, futuristica e destinata a durare, con due visiere in linea, una sulla fronte e una sul collo, che è stata subito intercettata dai radar degli addetti ai lavori e dagli hypebeast.
Il moderno berretto da baseball, sviluppato su modelli precedenti di copricapo sportivo che risalgono addirittura all'ottocento, nasce negli anni '40, ovviamente negli Stati Uniti, per i giocatori che dovevano proteggere gli occhi dal sole sul diamante.
Nel dopoguerra diventa il simbolo casual dei giovani del boom economico, da accessorio sportivo si trasforma in dichiarazione di coolness e disimpegno, del nuovo che avanza in opposizione ai cappelli a falda della tradizione sartoriale maschile.
Data la versatilità e la possibilità di personalizzarlo con stampe, ricami, toppe, nel corso dei decenni poi il baseball cap, diventa un gadget universale per praticamente qualunque tipo di azienda, organizzazione oppure corpo di polizia.
Dalla fine degli anni ‘70, viene eletto come uno dei simboli della nascente scena hip hop statunitense, in versione sportiva o di brand di sportwear che così iniziavano a diventare le versioni primigenie e il terreno di coltura per quell’universo complesso e sfaccettato che oggi chiamiamo streetwear.\
Dagli anni ‘90 in poi il cappellino da baseball raggiunge un livello di diffusione che non accenna a fermarsi, e che anzi continua ad espandersi oggi. Che vengano dallo sport, dai concerti, che siano gadget di corporation oppure le versioni lussuose dei grandi brand di moda, souvenir dei ristoranti o della ferramenta sottocasa, tutti possediamo cappellini di ogni tipo e li indossiamo a prescindere dall’età, dal genere, dal lavoro che facciamo o dal conto in banca. Come la Coca Cola o il Bog Mac di McDonald's, il berretto da baseball, semplice ma a modo suo perfetto, è il capo d'abbigliamento che tutti condividiamo.\