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Newey: “Ho lasciato Red Bull per restare fedele a me stesso, nel’26 possiamo essere forti”

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Adrian Newey – Credits: Aston Martin F1 Team

La separazione tra Adrian Newey e Red Bull e il conseguente approdo dell’ingegnere in Aston Martin è stato uno dei grandi temi della stagione 2024. Il progettista che nel corso della sua carriera ha inanellato titoli mondiali a ripetizione con le sue vetture non si era mai espresso più di tanto a proposito dei motivi che lo avevano indotto a cambiare aria. In questi giorni, però, in un’intervista rilasciato al settimanale tedesco Auto Motor und Sport, ha spiegato meglio quello che ha provato al momento della decisione, esprimendo anche qualche parere in vista del futuro.

“Un anno fa non avrei mai immaginato di essere qui”

Non è stato certamente facile per Newey scegliere di lasciare il team che più di tutti lo ha reso una vera superstar del paddock. L’annuncio del suo addio da Milton Keynes risale al 1° maggio passato, e il Gran Premio di Miami è stato l’ultimo in cui ha indossato la camicia Red Bull in un box di Formula 1. In tanti si erano chiesti cosa avrebbe fatto dopo, parlando (il più delle volte a sproposito) di un suo arrivo in Ferrari per formare un vero e proprio dream team insieme a Lewis Hamilton.

Si è dovuto attendere fino al 10 di settembre per avere poi l’annuncio ufficiale. Il genio di Stratford-upon-Avon sarebbe passato alla corte di Lawrence Stroll, per progettare la vettura del 2026. Lo stesso Adrian ha spiegato quelli che sono stati i passaggi che lo hanno portato a prendere questa decisione, che, come lui stesso ha spiegato, è stata tutt’altro che facile.

“Se dodici mesi mi avessero detto che avrei lasciato Red Bull, e che ora mi sarei trovato ad iniziare un progetto nuovo in un altro team, avrei risposto che erano dei pazzi. Poi, per vari motivi, ho iniziato a sentire che, se fossi rimasto lì, non sarei stato fedele a me stesso. Così, ho preso questa decisione. In seguito, si sono aperte tante possibilità, tra cui anche la pensione oppure lavorare su un progetto della Coppa America. Oggi, mi sento incredibilmente fortunato di aver preso la decisione di voler continuare a fare questo lavoro”.

Tanta fiducia in vista del 2026, ma anche qualche allarme

Per sua stessa ammissione, Newey, che entrerà in servizio attivo a marzo, sarà concentrato sullo sviluppo della vettura Aston Martin del 2026. Si è detto disponibile a collaborare anche sul progetto in essere per la prossima stagione. Parlando della rivoluzione in atto nel Circus, Adrian è convinto che il motore e le Power Unit possano tornare a rivestire un ruolo fondamentale. Questo potrebbe portare Aston Martin al top, grazie anche alle partnership privilegiate con Honda (che Newey ritroverà dopo gli anni in Red Bull) e Aramco.

“Siamo in uno scenario nuovo. In passato c’è già stato un cambio di regolamento simultaneo di motore e telaio, ma non ricordo i regolamenti del telaio scritti in gran parte per cercare di compensare quelli relativi alla power unit. In questo scenario c’è una possibilità che un produttore di motori ne esca vincitore e che diventi un regolamento dominato dalla power unit migliore. Credo che potremmo vedere un motore a combustione dominante che durerà per tutto il periodo previsto dal nuovo ciclo tecnico. Il modo in cui sono scritti i regolamenti rendono abbastanza difficile recuperare terreno per chi parte indietro. Solo se il gap è sul fronte elettrico credo che ci sia davvero una possibilità di recuperare un eventuale gap”.

Ora, forse è ancora troppo presto per esprimere giudizi di sorta. Appare chiaro, però, che il timore di Newey è che ci si possa trovare ad avere una power unit dominante per diversi anni, e che in pochi riescano poi a recuperare. Esattamente come è successo a lui con Red Bull nei primi anni 2010 e poi 2020, anche se la dominanza delle sue vetture era da ascrivere più alla parte aerodinamica che alla parte di propulsione.

La speranza, chiaramente, è quella di trovarsi tra un anno con un parco tecnico molto più aperto e sfidante di quanto visto in passato. L’allarme lanciato da Newey non è da sottovalutare, ma ora occorre attendere prima di poter valutare.

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