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Da Zhou a Sainz: sul tema sicurezza, la F1 non deve abbassare la guardia

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Se la gara di Silverstone era subito saltata all’occhio come la più coinvolgente del campionato, la valanga di emozioni del Gran Premio d’Austria ha reso Spielberg un appuntamento altrettanto all’altezza.
Sicurezza in F1

Quasi dispiace ora spostarsi in Francia, in quel parcheggio dell’outlet conosciuto anche sotto il nome Paul Ricard. Ma vista la possibilità delle nuove vetture 2022 di viaggiare francobollate in fila indiana e l’enorme mole di sorpassi che ne conseguono, possiamo guardare anche al prossimo appuntamento con un’attesa febbrile.

La verità, è che questa nuova Formula Uno ci sta regalando una quantità di emozioni tali che potremmo già scriverci sopra una collana di romanzi dal successo garantito, dopo soli 11 appuntamenti.

ALLARME SICUREZZA

C’è sempre un però. Nessuno qui vuole fare il guastafeste e criticare uno sport che sta tornando ai fasti di un tempo, grazie a interventi regolamentari e pubblicitari mastodontici. Ma appare opportuno, proprio in questi periodi di “grassa”, analizzare anche i punti critici.

Quando ci si lascia trasportare troppo dall’entusiasmo e si spegne il pensiero critico, proprio lì si inizia ad abbassare la soglia dell’attenzione. E nel motorsport attenzione è sinonimo di sicurezza.

DA ZHOU A SAINZ

Prendiamo due incidenti, di natura totalmente diversa come il crash di Zhou a Silverstone e il problema al motore occorso a Carlos Sainz a Spielberg.

Partiamo da Zhou, il pilota cinese è riuscito ad uscire illeso da un incidente durissimo, con la macchina che per centinaia di metri è scivolata a testa in giù surfando sull’Halo fino a impattare violentemente contro le reti di protezione di curva 1.

Il fatto che il pilota, un’ora dopo l’impatto, camminasse tranquillo per il paddock è sicuramente sintomo dell’estrema soglia di sicurezza di queste vetture. Ma le immagini del roll bar (la centina che dovrebbe proteggere la testa del pilota) demolito dall’impatto, ci fanno capire quanto i crash-test organizzati dalla federazione non siano all’altezza dell’imponderabilità e della portata dei possibili incidenti in pista.

Ci fosse stato George Russell in quella macchina cappottata, che è alto quasi 10 centimetri in più di Zhou, cosa sarebbe successo?
E soprattutto, se l’auto di Zhou avesse preso fuoco nell’impatto con le reti, sarebbe stato possibile estrarre il pilota sano e salvo?

A Spielberg invece è toccato a Carlos Sainz. Nessun incidente, a bloccarlo è stato un problema al motore, che è letteralmente imploso, prendendo fuoco, proprio mentre lo spagnolo era intento ad assaltare Max Verstappen e completare la doppietta Ferrari.

VIDEO: LE FIAMME SULLA FERRARI F1-75 DI CARLOS SAINZ

Carlos si è trovato di fronte ad una situazione pericolosissima, perché è riuscito a fermare la vettura in una via di fuga, ma non a bloccarne i freni. Lo spagnolo è dovuto saltare fuori da una macchina in movimento mentre rischiava di essere inghiottito dalle fiamme. Il tutto davanti a una schiera di steward che sembravano lì più per scroccare un posto privilegiato dal quale godere della gara in compagnia di una birretta, che per assistere i piloti in caso di pericolo.

Il problema sicurezza rimane un evergreen, bisognerà ragionare e analizzare quanto accaduto evitando di abbassare troppo la guardia di fronte a situazioni correggibili, nelle quali anche la fortuna è stata di sicuro un fattore. Tanto, anzi tantissimo è stato fatto, ma mai abbastanza per uno sport estremo come la Formula Uno.

PILOTI SENZA FIA(TO)

Purtroppo esistono anche dei forti segnali di controtendenza da parte della FIA in merito proprio al tema sicurezza. Il denaro spinge la federazione a privilegiare l’avvento di nuovi circuiti cittadini, come Jeddah in Arabia Saudita, pista dove se in due anni non è successo nulla di grave è solo grazie all’intervento di entità superiori.

Da non sottovalutare anche gli effetti collaterali di questo cambio regolamento, come il fenomeno del Porpoising (risolto forse in maniera definitiva dall’intervento della federazione) o come il nuovo campanello d’allarme lanciato da Sebastian Vettel alla fine del gran premio d’Austria.
Secondo il tedesco infatti, i piloti inalano una grossa quantità di carbonio espulsa dai freni mettendo a rischio la propria salute, un fenomeno causato dalla nuova conformazione delle monoposto 2022 .
Lo stesso Bottas ha osservato un fenomeno simile, attribuendo però la responsabilità alle polveri sollevate dalle vetture in fronte.

Insomma, tanti grattacapi legati alla sicurezza in pista. Giusto incentivare lo spettacolo, ma ancora più giusto mettere in primo piano la salute e l’incolumità dei protagonisti di questo splendido mondiale: i piloti.

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