Il Team Radio che scagiona Sainz, lucido come nessun altro in Ferrari [ AUDIO ]

La radiocronaca di una tempesta perfetta nel box degli uomini di Maranello, con Carlos Sainz unico superstite e senza colpe nella disastrosa domenica Ferrari a Montecarlo.

Sette giorni fa il tema era quello del “Salvate il soldato Carlos”, oggi la questione rimane la stessa.

“Tu sei buono e ti tirano le pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre, qualunque cosa fai, dovunque te ne vai …tu sempre pietre in faccia prenderai”. Forse Gian Pieretti, durante la stesura di questo vecchio brano non intendeva parlare di Carlos Sainz, ma ad anni di distanza il concetto sembra cucirsi addosso alla perfezione al povero pilota spagnolo.

Nel bagno di sangue targato rosso Ferrari, Sainz è stato l’unico faro, il solo lucido in grado di fiutare che il catino di Montecarlo si stesse rapidamente asciugando e che la strategia proposta dal muretto, di passare da mescola full wet a intermedia, fosse un harakiri devastante.

Il rischio del gioco d’azzardo questa volta conta poco niente. Se la pallina impazzita del casinò di Montecarlo si è fermata sul numero 11, quello del messicano Perez (terza vittoria in carriera), è solo a causa della paura di perdere del team di Maranello. Non era semplice interpretare una gara pazza come quella del Principato.
Ma la strategia Ferrari è stata quella di chi deve inseguire e non quella di chi ha le armi e la consapevolezza di poter gestire una macchina dominante.
Il doppio pit stop occorso a Leclerc ne è la rappresentazione lampante. Solo fretta, soggezione e timore di combinarla grossa.

Eppure i social e le più accreditate fonti di informazione sono impazzite, scagliandosi contro chi, la macchina, è riuscita a portarla fino in fondo dalla posizione in cui è partito. Il massimo che si possa chiedere a un pilota in una pista dove i sorpassi sono un lontano miraggio.

“Sainz è un nemico in casa”, “ la Ferrari deve mettere in chiaro le gerarchie tra i piloti”. Aria fritta. Basterebbe ascoltare i team radio di quel giro numero 17 per capirlo.

Perez era appena entrato ai box, richiamato dagli uomini Red Bull, la Ferrari prova a coprire la strategia con Sainz. Lo spagnolo non è per nulla convinto, la pista si sta asciugando e la finestre per montare le gomme slick appare vicina.

Il muretto non molla con un perentorio: “Box confirmed”, ma neanche due curve dopo si riaccende la radio: “stay out, stay out!”, Sainz felice della scelta replica: “stay out, copy”.

Passano quattro giri e ci risiamo, di nuovo la stessa dinamica, questa volta con Charles. Peccato che lo “Stay out” balbettante venga urlato a Charles nel momento in cui la sua rossa numero 16 aveva già imboccato la pit lane. Questa volta non c’è il tempo per il monegasco di ricevere il messaggio, ma solo di replicare con pesanti insulti alla scuderia.

Altri punti persi, si allarga il divario in classifica da Red Bull e Verstappen, prosegue la maledizione casalinga di Charles e il periodo no della rossa.
Quello di Montecarlo, più che un nubifragio è quella che in meteorologia viene definita “tempesta perfetta”.

Un raro evento atmosferico dalla portata disastrosa che va a colpire l’area più vulnerabile di una regione. In questo caso, la scuderia più vulnerabile e volubile del paddock, la Ferrari. Ma al casinò è cosi, come si dice in gergo: “Les jeux sont faits, rien ne va plus”.

Il giorno dopo rimane un unico superstite, Carlos Sainz, considerato dai media come lo Schettino della Rossa, l’uomo che ha abbandonato la nave nel momento più difficile. In realtà è stato l’unico, nella tempesta, ad aver mantenuto dritta la rotta.

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