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F1, Mercedes (2014-2019) vs Ferrari (1999-2004): i 6 titoli mondiali consecutivi a confronto

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Con il risultato del GP del Giappone, la Mercedes si è assicurata il sesto titolo Costruttori consecutivo, eguagliando così il record ottenuto dalla Ferrari fra il 1999 e il 2004. Fino a qualche anno fa nessuno avrebbe immaginato che si potesse replicare una striscia del genere, ma i tedeschi ci sono riusciti e, teoricamente, hanno addirittura le carte in regola per superarla e vincere il settimo titolo di fila nel 2020.

Andiamo quindi a paragonare, una ad una, le sei stagioni iridate dei due team, per analizzare come essi siano saliti al potere e lo abbiano mantenuto così a lungo.

1999 vs 2014

La differenza principale fra le due strisce vincenti si può trovare qui: la Mercedes è stata capace di aggiudicarsi anche il titolo piloti in tutte e sei le stagioni, mentre nel 1999 a spuntarla fu Mika Hakkinen (McLaren). Bisogna però sottolineare che, quell’anno, Michael Schumacher si fratturò entrambe le gambe in un terribile incidente a Silverstone e si ritrovò costretto a saltare ben 6 GP. Il compagno Eddie Irvine e il sostituto Mika Salo fecero del loro meglio, ma alla fine l’irlandese mancò l’obiettivo per soli due punti. Gli sforzi congiunti dei tre piloti, però, valsero il primo alloro dei sei alla squadra.

Nel 2014, invece, la Mercedes dominò in maniera quasi imbarazzante, mancando la vittoria in soli tre appuntamenti. Il titolo andò a Lewis Hamilton a seguito di un’aspra battaglia con il compagno (ed ex-amico…) Nico Rosberg. I tedeschi mostrarono un’impressionante superiorità all’inizio della nuova era turbo-ibrida della Formula 1 e, nonostante i momenti di tensione fra i due piloti, soprattutto a Monaco e in Belgio, il titolo costruttori fu una mera formalità: la Red Bull concluse staccata di quasi 300 punti.

2000 vs 2015

Nel primo Mondiale del terzo millennio la Ferrari di Jean Todt e Ross Brawn fece finalmente en-plein, aggiungendo al titolo costruttori anche il titolo piloti, che mancava da 21 anni. Fu il primo di cinque titoli consecutivi per Schumacher, accompagnato a partire da quell’anno dal più “morbido” Rubens Barrichello. Hakkinen fu ancora l’avversario principale, ma non poté nulla contro le 9 vittorie del tedesco.

Quindici anni dopo, la Mercedes replicò il dominio dell’anno precedente, con ben 12 doppiette in gara. La Ferrari, con Sebastian Vettel, vinse tre gare, ma il distacco in classifica dalla Mercedes fu ancora una volta di quasi 300 punti. Il mondiale piloti andò ad Hamilton, che trovò un’opposizione meno feroce da parte di Rosberg (10 vittorie contro 6).

2001 vs 2016

L’anno seguente (2001), la Ferrari riuscì finalmente a staccare la concorrenza e ad aggiudicarsi entrambi i titoli in maniera “tranquilla”, conquistando 9 vittorie (tutte ottenute dal Kaiser!) contro le 4 a testa di McLaren e Williams.

Il 2016 della Mercedes, invece, vide il culmine della sfida tra Lewis e Nico, a contatto in due occasioni (Spagna e Austria). Tuttavia, il team sfondò un altro record vincendo ben 19 gare, e il titolo piloti andò al tedesco, che poco dopo la fine della stagione annunciò il suo inaspettato ritiro.

2002 vs 2017

Il 2002 fu un anno epocale per la Rossa, che sfornò una vera e propria macchina da guerra, a bordo della quale Schumi vinse il titolo piloti dopo appena 11 gare su 17. Nel mondiale costruttori la Ferrari inflisse un imbarazzante distacco di 129 punti alla concorrenza (al tempo, la vittoria assegnava 10 punti…), dopo aver vinto ben 14 gare su 16.

Spostandoci al 2017, la Red Bull e in particolare la Ferrari si avvicinarono alla corazzata tedesca, senza però cambiare le sorti del Mondiale: Hamilton, di nuovo Campione, e il nuovo compagno di squadra Valtteri Bottas riuscirono comunque a staccare la Rossa di 146 punti nel Costruttori.

2003 vs 2018

Nella stagione successiva McLaren e Williams alzarono l’asticella, rendendo la vita molto più difficile al team di Maranello. Infatti, Schumacher vinse il titolo solo all’ultima gara, concludendo con 2 punti di vantaggio su Kimi Raikkonen, mentre nel mondiale Costruttori la Williams arrivò a soli 14 punti dalla Rossa, giunta così al quinto iride consecutivo.

Anche la Mercedes, 15 anni più tardi, trovò finalmente una concorrenza all’altezza: Sebastian Vettel e la Ferrari riuscirono a tenere entrambi i titoli in bilico almeno fino a Monza, dopodiché Hamilton ebbe uno splendido finale di stagione nel quale vinse 6 gare su 8. Il compagno Bottas finì addirittura quinto in classifica senza ottenere neanche una vittoria, e per la prima volta la Mercedes vinse il Costruttori con meno di 100 punti di distacco.

2004 vs 2019

“Mercedes ha raggiunto un livello più alto dei suoi rivali e, fin qui, è stata praticamente intoccabile. Tuttavia, senza voler portare sfortuna o altro, prima o poi il vento cambia. E’ la legge della giungla, funziona così in ogni sport.” Scrive così Ross Brawn, nel suo editoriale sul sito della F1, dopo il sesto titolo della Mercedes. E sa di cosa sta parlando, lui che è stato una delle figure chiave del ciclo dorato della Ferrari.

L’ultimo alloro in successione della Rossa arrivò nel 2004, con una vettura ancora una volta dominante: Schumi e Rubens vinsero ben 15 gare su 18, e la loro auto, la F2004, è rimasta impressa nell’immaginario collettivo come una delle migliori della storia. La storia stessa ci racconta di un assurdo cambio di regolamento alla fine di quella stagione, ovvero l’obbligo di concludere l’intera distanza di gara senza cambiare gli pneumatici, il quale colpirà duramente la Rossa, permettendo alla Renault e a Fernando Alonso di spezzare la striscia vincente del team di Maranello.

Arriviamo così ad oggi: i test invernali sembravano indicare una grande possibilità per la Ferrari di tornare al top, ma una volta iniziata la stagione la Mercedes ha nuovamente spazzato via le ambizioni della concorrenza con una devastante striscia di otto vittorie consecutive, mettendo così una seria ipoteca su entrambi i titoli. La vittoria matematica nel costruttori è arrivata dopo il GP del Giappone, che ha anche restituito la conferma che il titolo piloti andrà nuovamente ad uno dei due alfieri delle Frecce d’Argento, il che rende la Mercedes l’unico team ad ottenere entrambi gli allori per sei stagioni di fila.

LE DIFFERENZE TRA I DUE PERIODI

Nonostante a livello numerico le due compagini siano appaiate, in realtà fra i due periodi di dominio ci sono delle differenze fondamentali. Alcune di queste emergono già dall’analisi puramente sportiva degli eventi delle sei stagioni, per altre bisogna andare a scavare più a fondo nella storia e nel libro delle regole della F1.

Il dominio della Ferrari trova le sue radici nella stagione 1996, con l’arrivo di Michael Schumacher e l’assunzione di tecnici e figure di spicco da altri team, in particolare dalla Benetton. A partire da quell’anno il team crebbe di stagione in stagione, fino a raggiungere i risultati di cui sopra. Oltretutto, solo in due occasioni (2002 e 2004) la Rossa annichilì gli avversari; questo perché i regolamenti permettevano uno sviluppo “aggressivo” anche a stagione in corso, quindi, nonostante gli innumerevoli test che la Ferrari stessa conduceva a Fiorano, scavare un solco fra sé e gli avversari diretti non era affatto facile.

Il dominio Mercedes di questi ultimi anni, invece, è frutto dell’enorme vantaggio tecnico dimostrato dopo la svolta epocale del 2014: l’adozione dei motori V6 turbo-ibridi. Ad inizio stagione 2014 le Frecce d’Argento si ritrovarono in maniera abbastanza improvvisa un secondo davanti a tutti, grazie al fantastico lavoro svolto in preparazione alla rivoluzione. La rimonta degli avversari è arrivata a passi molto lenti, per via dei regolamenti eccessivamente restrittivi (addirittura, nel 2014 non venne data la possibilità di sviluppare il motore a stagione in corso!), tant’è che almeno fino al 2016 la Mercedes ha vinto senza rivali, e solo la lotta fratricida fra Hamilton e Rosberg è riuscita a causare qualche grattacapo a Toto Wolff. 2017 e 2018 hanno visto un’indubbia crescita della Ferrari, che se avesse iniziato il 2019 con le prestazioni che ha mostrato dal Belgio in poi avrebbe potuto dare del filo da torcere ai rivali tedeschi. La “difficile” prima parte di stagione, però, ha impedito tutto questo.

Nonostante quindi gli anni di differenza siano “solo” 15, stiamo parlando di epoche completamente diverse della Formula 1. I due regni più longevi della lunga storia di questo sport, seppur simili sotto molti aspetti (il pilota come leader carismatico, grande peso politico, figure dirigenziali molto “forti”…), sono nati, sono cresciuti e si sono affermati in contesti sportivi molto differenti. I sei titoli della Mercedes sono però serviti a ricordarci qualcosa: in una F1 che cambia continuamente pelle a velocità folle, nessuna vetta è troppo alta da raggiungere e nessun record è imbattibile.

E lo dimostra il fatto che, fra non molto, Lewis Hamilton potrebbe raggiungere le 91 vittorie in gara di Michael Schumacher!


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