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F1, Mattia Binotto assolve se stesso per la mancanza di carico e di affidabilità della Ferrari!

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E’ un Mattia Binotto abbastanza arrogante quello intervistato da Motorsport.com durante la pausa estiva del mondiale F1 2019. Il Team Principal e Direttore Tecnico della Scuderia di Maranello ha parlato del progetto Ferrari SF90, delle gomme Pirelli, dell’affidabilità della Power Unit e di Charles Leclerc.

In particolare affrontando il tema della scarsa competitività della SF90 nelle curve lente, Binotto non ha esitato a muovere qualche critica alle gomme Pirelli, assolvendo di fatto se stesso per la cronica mancanza di carico aerodinamico della sua monoposto: “Serve molto carico aerodinamico per utilizzare al meglio gli pneumatici”. E sul fronte affidabilità della Power Unit ha detto: “Non siamo mai stati impeccabili sul fronte ‘affidabilità’ nelle stagioni recenti”.

Qui sotto vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista di Roberto Chinchero e Jonathan Noble a Mattia Binotto. Il Q&A completo lo potete trovare su Motorsport.com.

FERRARI SF90: IL TEAM PRINCIPAL DIFENDE IL DIRETTORE TECNICO!

Roberto Chinchero: La SF90 si è confermata una monoposto molto efficiente e performante sui rettilinei ma meno competitiva sulle curve lente. Nessun rimpianto sulla filosofia del progetto?
Mattia Binotto: “Non è proprio filosofia, abbiamo una buona potenza che ci aiuta sui rettilinei, ma poi ci manca un po’ di carico aerodinamico, è una questione di equilibrio. Dopo poche gare un aspetto è stato chiaro: serve molto carico aerodinamico per utilizzare al meglio gli pneumatici che abbiamo a disposizione questa stagione. Sulla base di questo riscontro se potessi tornare indietro di un anno… la risposta è sì, dedicherei maggiore attenzione al carico aerodinamico rispetto a quello che abbiamo fatto, anche a svantaggio del drag. Ma possiamo chiamarlo un concetto? Non credo, penso piuttosto che si tratti di un’esigenza diventata più chiara dopo le prime gare di quest’anno”.

RC: Anche quest’anno si è parlato molto di pneumatici, ma l’impressione è che sia difficile per la Pirelli fornire un prodotto in grado di soddisfare le richieste di tutte le squadre…
MB: “Non penso sia una questione di accontentare tutti, ma credo che l’attuale processo sia sbagliato. Oggi per modificare le specifiche delle gomme è necessario che il 70% delle squadre approvino il cambiamento. Credo che sia il processo ad essere sbagliato […]. E ribadisco che questo non ha nulla a che fare con Pirelli che da parte sua sta cercando di fare del suo meglio. Abbiamo deciso di lavorare su una lettera d’intenti grazie alla quale stiamo cercando di chiarire quale dovrebbe essere la specifica degli pneumatici per la prossima stagione, e questa è una procedura che non esisteva anni fa. Credo sia doveroso lavorare per migliorare sempre l’approccio alle tematiche tecniche, la lettera d’intenti è un tentativo mirato ad indicare quali dovrebbero essere i valori di degrado delle gomme e quali dovrebbero essere i delta di differenza tra le mescole, ma non specifica quale dovrebbe essere il working-range o altri parametri. E anche in questo caso non possiamo incolpare Pirelli, perché non ha fatto nulla di sbagliato. Certamente oggi abbiamo gomme difficili da portare in temperatura e con una finestra di utilizzo molto ridotta, e quando si surriscaldano cala l’aderenza e si accentua lo scivolamento, che diventa molto evidente soprattutto quando si è dietro un’altra monoposto. Volgiamo provare a gestire diversamente questi aspetti in futuro? Credo di sì, e ancora una volta sottolineo che non è nei compiti della Pirelli aiutare o supportare una singola squadra, il loro compito è fornire il miglior prodotto per la Formula 1 in generale, ma dovremmo anche capire qual è il processo migliore per assicurarci di non ritrovarci nuovamente in una situazione come quella che stiamo vedendo in questa stagione”.

SULL’AFFIDABILITA’ DELLA POWER UNIT: MAI STATI IMPECCABILI!

RC: Nella prima metà di questa stagione sono emersi problemi di affidabilità alla power unit che negli anni precedenti non si erano manifestati. È un aspetto che si può collegare anche al tuo passaggio ad incarichi superiori?
MB: “No, non credo che sia questa la causa, mi sento di escluderla anche se al momento non ho ancora una risposta precisa a questa domanda. È vero che si sono verificati molti problemi che non normalmente non dovrebbero sorgere, ma è anche vero che non è cambiato nulla rispetto ad uno o due anni fa. Non siamo mai stati impeccabili sul fronte ‘affidabilità’ nelle stagioni recenti, quindi è un settore dove c’è ancora del lavoro da fare, ma credo che si stia crescendo nella giusta direzione. A volte è solo una questione di priorità, ovvero può accadere che gli sviluppi siano prioritari sull’affidabilità, dipende dalla posizione in cui ci si trova. Lavorare sull’affidabilità non vuol dire risolvere i problemi che sorgono quanto il cambiare approccio, ed è un fronte su cui stiamo lavorando molto”.

SU CHARLES LECLERC

RC: Come valuti la prima metà di stagione di Leclerc?
MB: “Se guardo alla prima metà della stagione, tra gli aspetti positivi c’è la crescita molto buona di Charles. Ad inizio anno c’erano tante aspettative, e questo ha comportato molta pressione su di lui, sulle sue spalle, cosa inevitabile quando si guida una Ferrari e per di più nel suo caso parliamo di un pilota molto giovane. È un talento, lo sapevamo, ma a rendere la sua crescita molto positiva c’è la conferma che apprende dagli errori, e questo è l’aspetto più importante. Anche la sua collaborazione con il team ed il suo modo di supportare la squadra nello sviluppo della vettura, stanno migliorando gara dopo gara, giorno dopo giorno, e questo è un altro aspetto positivo di questa prima metà di Mondiale. Tra gli aspetti positivi metto anche Seb, anche se si può obiettare che ha commesso alcuni errori, ma lo vedo come positivo perché si confronta con Charles, sono due buoni compagni di squadra, è molto intelligente e molto motivato, e penso che anche per lui avrebbe potuto essere molto più difficile questo inizio di stagione, ma nel complesso conosce il suo valore ed è abbastanza intelligente da capire l’intera situazione ed è molto inserito nella squadra, sa di essere un pilastro importante del nostro team per il presente e per il futuro”.



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