Ginnastica artistica, l’Italia riprende la corsa olimpica: tornano le gare a squadre, come sarà il cammino verso Los Angeles?
I Mondiali di ginnastica artistica in anno post-olimpico si distinguono da ormai vent’anni per una peculiarità: sono riservati esclusivamente agli individualisti e non prevedono la gara a squadre. La rassegna iridata che si disputa nella stagione successiva ai Giochi è rivolta agli specialisti e ogni Nazione può essere rappresentata da massimo quattro donne e sei uomini, schierando fino a tre interpreti per ogni attrezzo.
L’intento è quello di dare meno pressione ai vari Paesi, consentendo agli atleti di punta di rifiatare un po’ dopo le fatiche a cinque cerchi e permettendo ai Direttori Tecnici di osare un pochino, sperimentando e lanciando nuovi ginnasti senza la pressione che comporta un team event. Chi ha partecipato alle Olimpiadi potrebbe desiderare un periodo di riposo e di recupero, per staccare mentalmente e fisicamente: se si inserisse una gara a squadre sarebbe più complesso chiamarsi fuori.
In effetti, in primavera, gli Europei prevedevano una prova per Nazioni, vinta brillantemente dall’Italia con la presenza anche di Alice D’Amato e Manila Esposito, che a Jakarta invece erano assenti. Rimanendo entro i nostri confini, il DT Enrico Casella ha potuto lanciare tre esordienti ai Mondiali (Giulia Perotti, Emma Fioravanti, Chiara Barzasi) e concedere una nuova opportunità in campo internazionale, dopo gli infortuni, ad Asia D’Amato: con la responsabilità di un concorso per quintetti sarebbe stato un po’ più arduo.
Tutto previsto, comprensibile, corretto, ma le gare a squadre ci sono mancate in questa stagione: sono la matrice della Polvere di Magnesio, scaldano un Paese, sono avvincenti, appassionano per gli incastri, per i botta e risposta, per i recuperi, per la compattezza. Appuntamento ai prossimi anni: le gare a squadre ai Mondiali 2026 e 2027 assegneranno i pass per le Olimpiadi di Los Angeles 2028.
Il meccanismo deve ancora essere ufficializzato, ma nei fatti sarà in linea con quello che condusse a Parigi 2024: tre posti per le squadre nella rassegna iridata nel 2026 e nove attraverso quella del 2027 (cinque posti per ogni Paese), poi i pass individuali. A Jakarta, dopo tre giorni di qualificazioni, siamo già pronti per la volata finale con i concorsi generali individuali e le finali di specialità.
L’Italia è solidissima sul fronte femminile e non si fa mistero di voler dare nuovamente la caccia al podio olimpico dopo l’argento della scorsa estate: con il pieno recupero di Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio, Angela Andreoli, una ritrovata Asia D’Amato, una promettente Giulia Perotti, una talentuosa Sofia Tonelli, una Martina Maggio tutta da rivalutare e nuovi potenziali rinforzi è lecito ambire molto in alto.
Tra gli uomini occorrerà fare delle valutazioni tra specialisti e generalisti, ma di sicuro non si può fare a meno di Gabriele Targhetta e Tommaso Brugnami, perché sono carte da medaglia. Si ripartirà con Yumin Abbadini e Lorenzo Minh Casali, attendendo anche Nicola Bartolini e Mario Macchiati, valutando Matteo Levantesi e provando a scoprire novità.

