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Ginnastica artistica, l’Italia ha sognato una medaglia lontana contro i colossi: punteggi inarrivabili con la squadra, ma per il 2028…

Ginnastica artistica, l’Italia ha sognato una medaglia lontana contro i colossi: punteggi inarrivabili con la squadra, ma per il 2028…

Sono serviti 257.8 punti per salire sul podio nella gara a squadre di ginnastica artistica maschile alle Olimpiadi di Parigi 2024. Gli USA si sono messi al collo la medaglia di bronzo con 257.793 alle spalle di Giappone (259.594) e Cina (259.062), mentre l’Italia ha concluso al sesto posto con 248.260: nove punti e mezzo di distacco dalla gloria dell’alloro a cinque cerchi, che non sono riassumibili con le due cadute di Carlo Macchini e qualche indecisione negli altri sedici esercizi. La medaglia nel team event, ovvero la gara che premia la profondità e la qualità del movimento ginnico di un intero Paese, non era alla portata per gli azzurri.

Il riscontro ottenuto dagli americani è decisamente migliore superiore rispetto alle migliori prestazioni fornite dall’Italia nei quattro eventi internazionali delle ultime due stagioni: 252.2 agli Europei 2024 chiusi con il bronzo, 249.5 nella trionfale rassegna continentale del 2023, 246 ai Mondiali 2023 dove si è strappato il pass a cinque cerchi, 241.1 ai Mondiali 2022 chiusi ai piedi del podio. Ci si è un po’ fatti ingolosire nel corso di queste annate agonistiche dove i ragazzi del DT Giuseppe Cocciaro si sono resi protagonisti di una crescita tecnica davvero mirabolante, ma purtroppo il vertice planetario è ancora lontano.

Una semplice constatazione basata sui numeri, perché a questa Italia non si può criticare nulla: per la prima volta nella storia si è disputata la finale ai Giochi (è stata istituita da Sydney 2020) e secondo miglior risultato di sempre, inferiore soltanto al quinto posto di Barcellona 1992 (ai tempi le medaglie della prova a squadre venivano assegnate direttamente, senza un atto conclusivo dedicato). La squadra è tornata a disputare le Olimpiadi a distanza di dodici anni dall’ultima volta e a pieno diritto si è seduta alla tavola delle grandi della Polvere di Magnesio, ma sperare in una medaglia era oggettivamente improbo. Anche perché là davanti hanno sbagliato poco o nulla…

Prendiamo tutto quello di positivo che si è visto a Parigi e andiamo avanti a lavorare. L’analisi rilasciata dal Direttore Tecnico attraverso i canali federali è stata molto lucida: “Da qui ripartiamo. In questa squadra ci sono elementi molto giovani, dietro di loro, tra gli juniores, stanno crescendo dei prospetti di valore assoluto, come abbiamo già visto a Rimini. Vorrei pensare che per la prossima Olimpiade l’obiettivo non sia solo la qualificazione ma quello che faremo dopo. I margini di miglioramento sono tanti. Vorrei che il sesto posto di oggi fosse un trampolino di lancio. La caratteristica di questo gruppo? Sono molto uniti e pronti a correre in aiuto l’uno dell’altro”.

L’Italia può fare leva su tre ottimi generalisti (Yumin Abbadini è ormai ampiamente un top-10 mondiale; Lorenzo Minh Casali e Mario Macchiati) e su un capitano caparbio come Nicola Bartolini. Manca il grandissimo specialista che può ambire alle medaglie (Carlo Macchini è la grande nota negativa della spedizione, Marco Lodadio sembra in calando, Salvatore Maresca era infortunato), ma la squadra è coesa, compatta, volitiva, solida e concreta. Cocciaro e tutto lo staff tecnico meritano enormi elogi per quanto dopo due mancate qualificazioni ai Giochi: l’Italia è cresciuta tantissimo e ha raggiunti traguardi che in passato erano preclusi, ma bisogna continuare.

Se c’è stato un errore è stato pensare che Cina, Giappone, USA (ma anche Gran Bretagna e Ucraina) potessero essere affrontabili e battibili (non tutte, ovviamente) in una gara lineare e senza colpi di scena continui. O meglio: non è un errore, si è sognato e questo non è mai un male. Con la speranza che a Los Angeles 2028 si possa compiere un ulteriore salto di qualità, magari con il supporto dei giovani ammirati durante gli Europei juniores di Rimini: Tommaso Brugnami e Riccardo Villa hanno già fatto intravedere sprazzi di grandissima qualità.

Non ci saranno italiani nelle finali di specialità nella capitale francese (aspetto su cui riflettore) e, salvo miracoli di Yumin Abbadini nell’all-around, si tornerà da Parigi senza una medaglia dal settore maschile, come a Tokyo 2020 e Rio 2016. L’ultima gioia è il bronzo di Matteo Morandi agli anelli a Londra 2012, ma quella di adesso è un’Italia bella, giovane, ammirevole che sta riscrivendo diverse pagine di storia alle nostre latitudini

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