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Ginnastica artistica, generalisti o specialisti per l’Italia a Parigi 2024? Scelta sempre più indirizzata…

Ginnastica artistica, generalisti o specialisti per l’Italia a Parigi 2024? Scelta sempre più indirizzata…

L’Italia si è qualificata con entrambe le squadre di ginnastica artistica alle Olimpiadi di Parigi 2024. Un fatto che non accadeva da dodici anni, visto che a Rio 2016 e a Tokyo 2020 era assente la formazione maschile. Entrambe hanno fatto festa attraverso i risultati ottenuti ai recenti Mondiali disputati ad Anversa. Ci si presenterà nella capitale francese con l’obiettivo di essere grandi protagonisti e di provare a lottare per le medaglie.

I Moschettieri sono ormai solidi ai vertici della Polvere di Magnesio internazionale e negli ultimi due anni hanno ribadito la propria caratura in più occasioni, palesando una crescita esponenziale rispetto al recente passato. L’ottavo posto nella finale iridata è stato condizionato da due rotazioni poco brillanti tra parallele pari e cavallo con maniglie, con nel mezzo anche una sbarra non così convincente. Salire sul podio, però, sarebbe stato oggettivamente troppo ambizioso: Giappone, Cina e USA hanno offerto una gara così solida e precisa che sono sembrate inattaccabili. La difficoltà della gara a squadre al maschile è enorme e puntare a una medaglia ai Giochi soltanto in questa prova è davvero molto rischioso: l’Italia è compatta, omogenea e solida, ma davanti galoppano in maniera importante e non sarà semplice tenere botta, nemmeno per i Campioni d’Europa, a cui manca un pochino di esperienza.

Il DT Giuseppe Cocciaro si è nei fatti affidato a un quartetto stabile nell’ultimo anno: i generalisti Yumin Abbadini, Lorenzo Minh Casali e Mario Macchiati, l’ottimo parallelista Matteo Levantesi (capace di distinguersi anche su altri attrezzi). Tra Europei e Mondiali è cambiato un elemento: fuori Marco Lodadio dopo il trionfo di Antalya, dentro Nicola Bartolini. La sensazione è che a questa squadra manchino un po’ di specialisti: ai singoli attrezzi vengono messi in palio 6 titoli e 18 medaglie complessive, un’enormità. Privarsi di eccellenti anellisti come Marco Lodadio e Salvatore Maresca, di un superbo barrista come Carlo Macchini (argento continentale) o anche di un valido cavallista come Edoardo De Rosa non è una scelta semplice.

Su questi complessi incastri bisognerà riflettere, perché nella rosa vista ad Anversa soltanto Nicola Bartolini (ex Campione del Mondo al corpo libero) e Matteo Levantesi (unico finalista di specialità, settimo alle parallele pari) avevano doti spiccati su un determinato attrezzo, anche se la sbarra di Yumin Abbadini è stata convincente. Proprio il bergamasco è stato strepitoso sesto nel concorso generale individuale: soltanto un italiano aveva fatto meglio nell’ultimo mezzo secolo, ovvero Jury Chechi, capace di spingersi fino alla quinta piazza.

Ai Mondiali, al quintetto tricolore sono un po’ mancate quella solidità mentale e quella capacità di essere impeccabile per 18 esercizi, qualità che si allenano soltanto con il tempo. Allo Sportpaleis della Città dei Diamanti è comunque emerso un altro spunto, che va seriamente e concretamente analizzato: salire sul podio della gara a squadre è difficilissimo. Il Giappone ha vinto con 255.594, la Cina ha conquistato la medaglia d’argento con 253.794, gli USA si sono messi al collo il bronzo con 252.428, la Gran Bretagna è rimasta fuori dalle top-3 con 249.461.

In una gara senza clamorosi errori in serie e dove i valori sulla carta sono progressivamente e sostanzialmente emersi, servivano 252.4 punti per salire sul gradino più basso del podio. Numeri davvero astronomici. Basti pensare che lo scorso anno l’Italia fu quarta ai Mondiali con 246, a 1.3 punti di distacco dalla Gran Bretagna: in undici mesi l’asticella si è alzata terribilmente verso l’alto. Ma prendiamo anche un altro dato: in occasione dell’apoteosi di Antalya, i Campioni d’Europa festeggiarono con 249.5 punti ovvero un riscontro che ieri sarebbe bastato “solo” per battere la Gran Bretagna e prendersi il quarto posto. E si tratta del massimale raggiunto dai nostri portacolori nelle ultime due stagioni. Proprio per questo motivo ci sarà bisogno degli specialisti per avere più chance alle Olimpiadi.

Quanto visto nelle prime gare del 2024, però, sembra indirizzare definitivamente verso uno scenario da generalisti, anche se Carlo Macchini e Salvatore Maresca stanno lavorando alacremente per entrare in squadra e si stanno cimentando anche in Coppa del Mondo per dimostrare di avere nelle gambe esercizi da medaglia. Discorso invece più difficile per Marco Lodadio, che non sempre al meglio della forma.

L’Italia sarà tra le pretendenti più accreditate per una medaglia nel team event femminile. In formazione tipo e in perfette condizioni fisiche, il Bel Paese non ha nulla da invidiare a Gran Bretagna, Brasile, Cina, Francia, Giappone nella lotta per i due gradini del podio alle spalle degli USA che appaiono al momento inavvicinabili (ma tutto può succedere). Al Direttore Tecnico spetterà il compito di assemblare il miglior quintetto e di trovare i giusti incastri sui vari attrezzi, ma la cosa positiva è che, comunque vada, l’Italia si può presentare nella capitale francese con più carte da medaglia.

Nel settore femminile le specialiste pure sono più rare rispetto a quanto succede nel maschile. Tante azzurre gareggiano su tutti gli attrezzi con profitto, ma hanno anche dei picchi ed è proprio per questo motivo che si può sperare bene anche sui singoli attrezzi. Alice D’Amato è un portento alle parallele asimmetriche (al netto della caduta in qualifica ad Anversa) e va annoverata tra le pretendenti al risultato di lusso sul giro completo. Manila Esposito ha vinto l’argento alla trave agli Europei e a questi Mondiali è rimasta fuori dalla finale per poco: nella specialità lotteria per eccellenza basterebbe esserci per provarci… Se Vanessa Ferrari riuscirà a rientrare in gruppo ci sarà un corpo libero da sballo, ma la bresciana non gareggia da ormai tre anni e non si sa ancora se e quando tornerà in pedana.

Asia D’Amato ha vinto l’oro all-around agli Europei 2022 e sarebbe indubbiamente uno dei volti simbolo sul giro completo dietro a Simone Biles, nei paraggi di Rebeca Andrade e Jessica Gadirova, senza dimenticarsi che ha vinto l’argento iridato al volteggio due anni fa (ma il doppio infortunio rimediato nelle ultime due stagioni potrebbe giustamente farla desistere). Angela Andreoli avrebbe una trave magnifica, se recuperasse le difficoltà del suo momento migliore. Giorgia Villa ha in dote una prova sui 10 cm davvero di lusso, è solida alle parallele ed è tornata a esibirsi anche al corpo libero. Elisa Iorio può essere una outsider sugli staggi e nei primi mesi del 2024 ha convinto in serie.

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