L’arciere paralimpico Verzini nel gruppo per Parigi 2024: «Voglio andare a medaglia»
CORMONS. E pensare che avrebbe dovuto essere un giocatore di bocce. Il destino però aveva deciso diversamente. Il ranking individuale racconta di come Giuseppe Verzini, portacolori della Compagnia Arcieri Cormons, sia il quarto al mondo nell’arco paralimpico, ma la storia racconta di come la sua traiettoria sportiva avrebbe potuto essere ben diversa.
«È iniziato tutto così: andai a una festa a Spilimbergo in un centro di riabilitazione per paraplegici dove volevo dare una mano a un amico che aveva bisogno di un giocatore per completare una squadra di bocce. Ma lì incontrai una ragazza della Compagnia cormonese che iniziò a parlarmi del tiro con l’arco: andò a finire che non giocai mai a bocce, e mi avvicinai allo sport che fino ad oggi mi ha dato tante soddisfazioni». I risultati infatti parlano chiaro: oltre ad essere il quarto al mondo nel ranking internazionale a livello individuale (davanti a lui solo il giapponese Ueyama, il francese Toucoullet ed il sudcoreano Park), Verzini può vantare un terzo posto indoor e outdoor a livello nazionale, dove la concorrenza è di altissimo livello.
«Vorrei sottolineare l’importanza della Compagnia Arcieri Cormons, che ha davvero tutto per poter fare tiro con l’arco ad alto livello per un disabile: è una realtà tra le migliori in Italia, ed ultimamente il campo di tiro di Borgnano è stato ulteriormente migliorato e modernizzato. Un grazie fondamentale dunque va alla società del presidente Claudio Canesin».
Ma frecce e arco sono state l’ultima passione di una variegata esperienza sportiva lungo i 54 anni di vita di Verzini, originario di Bicinicco vicino Palmanova. «Provengo dal motocross, disciplina che stavo svolgendo quando in seguito ad una caduta rimasi paraplegico a 23 anni – spiega – mi dedicati così per alcuni anni al basket in carrozzina, ma l’impegno stava diventando troppo pesante tra trasferimenti e viaggi continui lungo l’Italia. Scelsi così di smettere».
Poi, Cupido ha scagliato la sua freccia e lo ha fatto innamorare dello sport che svolge attualmente: «Da una passione è diventata una professione. Per vent’anni ho lavorato in una ditta di noleggio di materiale edile occupandomi di sicurezza sul lavoro, ma da alcuni anni mi dedico esclusivamente al tiro con l’arco».
L’ultima soddisfazione in ordine di tempo è stato l’inserimento nel gruppo azzurro che preparerà l’avventura a cinque cerchi di Parigi 2024: «Tokyo mi è sfuggita per un soffio, ma non ero ancora pronto – ammette – invece ora l’obiettivo è la prossima Paralimpiade. Non mi accontenterò della partecipazione, punto ad arrivare più in alto possibile».
A stretto giro di posta invece il mirino è sulla Coppa Europa, con le tre tappe estive tra Repubblica Ceca, Italia (Roma) e Inghilterra. Le bocce possono attendere almeno per altri due anni.