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Nespoli: «I trionfi olimpici simbolo della voglia di battersi, non una risposta al calcio»

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Dopo il fantastico argento nell’arco individuale, Mauro Nespoli ha staccato la spina qualche giorno. Il 34enne campione vogherese è atteso da un settembre colmo di impegni e vuole onorare il podio olimpico.

Questi Giochi, con il record di medaglie dell’Italia e degli atleti pavesi, sono la risposta migliore dei cosiddetti sport minori al calcio miliardario?

«Sono convinto che rappresentino la voglia di continuare a battersi per quello in cui si crede. Non ci sono risposte da dare al calcio, perché l’Italia ha vinto gli Europei prima dei Giochi di Tokyo».

Il giorno dopo l’argento è riuscito a dormire?

«Sì, ed è stata anche la prima notte in cui sono veramente riuscito da quando sono arrivato in Giappone. Non ho ancora veramente metabolizzato quello che ho realizzato. Sono stati giorni intensi e non mi sono ancora fermato a pensare».

Chi le ha regalato il primo arco e nei suoi sogni di bambino cosa c’era?

«Il primo arco me lo regalarono i miei genitori. Il sogno olimpico è venuto dopo, in occasione dei Giochi di Sidney. Conoscevo Matteo Bisiani, tesserato per il Dlf Voghera e Michele Frangilli perché, essendo lombardi, mi capitava di incontrarli in gara. Vederli in tv è stato il primo stimolo a dire, voglio farlo anche io».

Per arrivare sul podio olimpico occorrono anni di sacrifici, allenamento e rinunce?

«Rispondo con alcuni dettagli: da quando faccio il “professionista”, 8 ore al giorno di allenamento, 5 o 6 giorni alla settimana, vacanze invernali impossibili perché sei nel pieno della preparazione, vacanze estive da gestire a ottobre perché fino a settembre sei impegnato con la nazionale. Da ragazzo, niente discoteca o pub con gli amici, il sabato sera a letto alle 22 perché la mattina successiva eri in gara; tornavi da scuola sapendo già che dovevi rinunciare a televisione e tempo libero per ricavare le 8 ore settimanali di allenamento, mentre compiti a casa e lo studio non si fanno da soli.

A chi dedica la medaglia?

«La condivido col mio staff, la mia famiglia, gli amici e con chi ha creduto in me, con l’Aeronautica che mi sostiene, con gli arcieri Dlf Voghera. La condivido pure con chi si è approfittato negli anni, con chi mi ha preso in giro, mi ha fatto girare le scatole, mi ha denigrato dopo un brutto risultato: benzina sul fuoco per alzare ancora il mio livello».

Ha citato Inter e Ferrari fra lesue passioni. Chi conosce fra piloti e calciatori?

«Ho incontrato Felipe Massa quando correva per la Ferrari, una persona splendida. Non conosco calciatori, non c’è stata l’occasione. Le nostre sono realtà differenti. I miei idoli nell’arco invece li conosco tutti. Per gli altri sport, Schumacher resta il numero 1.

Le piace cucinare? E c’è un vino o una birra preferita?

«In generale mi piace cucinare tutto. Mi sono appassionato agli impasti a lunga lievitazione, ho pure seguito un corso in Maremma. Ormai preparo la pizza solamente così. Trovo che la cucina richieda calma, concentrazione ed equilibrio. Possiamo definirla armonia. È la mia cartina di tornasole per capire quanto sia “esaurito” da allenamenti e pressione. Mi piacciono sia vino sia birra. Non sono un vero e proprio appassionato, mi piace sperimentare. La regola fondamentale, però, è bere bene».

Le vacanze?

«Dovranno aspettare. Mi prendo un po’ di riposo dall’arco ma ho già mille impegni in programma. Devo recuperare un anno di cose lasciate in sospeso. E non dobbiamo dimenticare che la stagione non è finita. Il 5 settembre sarò in gara con il Dlf per qualificare la squadra agli italiani outdoor. Dal 18 al 25 settembre sarò a Yankton, negli Usa, per i mondiali».M.Sc.

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