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Sci alpino, Max Perathoner brilla in Coppa Europa. I giovani ci sono, ma i veterani gli tolgono spazio in Coppa del Mondo

Max Perathoner ha conquistato un brillante secondo posto nella discesa libera di Santa Caterina valida per la Coppa Europa di sci alpino, fermandosi a 16 centesimi dall’austriaco Felix Hacker. Il classe 2003 (spegnerà 22 candeline il prossimo 18 gennaio) è salito sul podio nel circuito minore per la prima volta in carriera, prima di oggi il suo miglior risultato era la decima piazza nel superG di Tarvisio datato 22 gennaio 2024 ed era entrato in zona punti in sei occasioni.

Si tratta di un prospetto decisamente interessante, come ha dimostrato ai Mondiali juniores disputati lo scorso anno: nel giro di ventiquattro ore conquistò il bronzo in discesa libera e poi vinse l’oro in superG sulle nevi di Chatel. Il figlio d’arte (suo papà è Alan e la mamma è Ylvie Runggaldier, entrambi con un passato agonistico di primo piano) sembra avere i mezzi necessari per potersi ritagliare spazio al piano superiore in un prossimo futuro.

Promette bene anche Gregorio Bernardi (21 anni il prossimo 8 gennaio), argento iridato in discesa libera tra gli juniores e oggi 23mo a Santa Caterina: per lui non è ancora arrivata una top-10 in Coppa Europa, ma tra il 2023 e il 2024 è entrato tra i migliori trenta in dodici occasioni. Sia lui che il gardenese, però, hanno disputato soltanto una gara in Coppa del Mondo: Perathoner 22mo nel superG di Saalbach lo scorso 22 marzo (a cui prese parte in qualità di Campione del Mondo juniores di specialità), Bernardi 53mo nella discesa libera di Kvitfjell lo scorso 17 febbraio. I giovani dunque ci sono (attenzione anche al classe 2004 Emanuel Lamp, oggi 18mo), ma la sensazione è che non si abbia il coraggio di buttarli nella mischia che conta.

Bernardi e Perathoner hanno esordito in Coppa Europa nella stessa gara: 11 dicembre 2021, discesa di Santa Caterina, entrambi 85mi con un distacco di 3.47 dallo svizzero Yannick Chabloz.  Farsi le ossa in Coppa Europa è giusto e sacrosanto, ma probabilmente queste promesse rimangono per troppo tempo al piano inferiore e non vengono lanciati prontamente in Coppa del Mondo.

Anche perché il panorama italiano tra i grandi non è di certo dei più floridi, con alcuni veterani che faticano a ottenere risultati di un certo calibro: ad esempio Christof Innerhofer compirà 40 anni tra cinque giorni e nel 2024 non è andato oltre un diciottesimo e due diciannovesimi posti; Pietro Zazzi si è lasciato alle spalle le trenta primavere e nel circuito maggiore è entrato in top-20 soltanto due volte (18mo nella discesa di Bormio nel 2023 e sesto nel superG di Kvitfjell del 18 febbraio 2024).

Lanciare i giovani, permettere di fare esperienza insieme ai big, far conoscere le piste, iniziare a fare respirare il clima del circuito che conta sarebbe una strategia lungimirante, senza dover aspettare troppo tempo e lasciare passare gli anni: osare, se le condizioni lo permettono, potrebbe essere saggio e permetterebbe anche di creare un gruppo che possa tenere botta nell’immediato futuro.

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