Mikaela Shiffrin sarà in pista ancora domani ai Giochi olimpici di Pechino 2022, nel team event parallelo (dirette tv e web dalle 3 del 19 febbraio), la gara che prova a far diventare di squadra uno sport che più individuale non si può. Lei di solito non vi prende parte perché è la regina dello sci alpino e, ai grandi eventi, fa già gli straordinari in proprio per centrare i suoi mille obiettivi, sempre più grandi ed ambiziosi. Talento cristallino, è una campionessa anche nell’atteggiamento.

Superstar senza averne l’aria

Mai sopra le righe, sempre disponibile con tutti, stile americano ma non hollywoodiano, nonostante avrebbe di che riempire la sua personalissima walk of fame. Con 73 vittorie in coppa del Mondo, può battere il record di vittorie assolute che è da decenni nelle mani di Ingemar Stenmark a quota 86 o di Lindsey Vonn a quota 84, e diventare a breve la più vincente sciatrice di sempre. Shiffrin vanta anche 3 medaglie olimpiche (2 ori), 11 sigilli mondiali, 6 coppe di slalom, una di gigante, una di superG, ma soprattutto tre leggendarie coppe Overall.

La più forte di sempre

Non è secondario ricordare qui il suo sterminato curriculum di prima della classe perché, proprio a questi Giochi Kaela si è scoperta più fragile e in difficoltà, come non le era mai capitato nei suoi «giovanissimi» 26 anni, di cui quasi dieci ormai ai vertici. Shiffrin ha preso parte a tutte le gare di Pechino ed ha fallito in tutte, considerando il nono porto in superG e e il 18simo in discesa. C’è chi metterebbe la firma per entrare fra una top 10 o una top 20, ma non lei. Un flop tanto più bruciante per chi come lei difficilmente ha sbagliato un colpo. A bruciare più di tutto sono state le uscite in slalom e gigante, le sue portate principali nel menù da cannibale a cui ci ha abituati.

Un altro caso Biles?

I media americani si sono subito lanciati in un paragone con l’altra dea a stelle, strisce e difficoltà, quella Simon Biles che, ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, la scorsa estate, dopo la prova  a squadre - in un percorso inverso a Shiffrin – ha deciso di dare forfait nelle sue finali individuali più attese, concentrandosi solo sulla trave dove prese un bronzo. Ginnastica e sci alpino non sono facilmente paragonabili. Nella prima c’è una giuria da convincere, qui il cronometro da battere. Biles, che viene da una difficile storia familiare su cui ha saputo innestare la sua rivalsa e il suo percorso, non ha molto a che fare con Shiffrin che, invece, ha proprio nella famiglia il suo punto di appoggio più saldo, al punto che quando nel 2020, annus horribilis per tutti per via del covid, ha perso anche il padre in modo tragico e improvviso, smise di sciare, abbandonando la lotta per una coppa generale che finì nelle mani della nostra Federica Brignone, ieri di nuovo meravigliosa con il bronzo in combinata, dopo l’argento in gigante.

Se anche i big vanno in tilt

Il paragone Biles - Shiffrin è, però, interessante perché pone una luce sui quei twisties, quelle crepe che si aprono nella super confidenza in cui gli atleti di altissimo livello debbono restare immersi. Quando qualcosa si inceppa, anche loro si ritrovano più umani. Dopo l’uscita in slalom le tv hanno indugiato sul suo lungo piano ai margini della pista. Lei ha raccontato la più disarmante delle verità: «È terribile, so che devo uscirne, non so come, ma ci proverò». Eppure Mikalea Shiffrin non è in crisi: ha solo toppato clamorosamente le Olimpiadi, ma in coppa del Mondo, che riprenderà la prossima settimana da Crans Montana, è leader della classifica generale, seppure di pochi punti su Petra Vhlova, chiuderà seconda in slalom (già assegnato sempre a Vhlova) ed è terza in gigante. Nuovamente: c’è chi farebbe la firma per ritrovarsi così alla ripresa del campionato.

Il Covid e la bolla

Fra Natale e Capodanno ha contratto il covid e da allora si è sigillata ancora di più in una bolla impermeabile se non a mamma Eileen, da sempre il suo punto di appoggio. Lontano è dovuto rimanere anche Alexander Aamodt Kilde, il fidanzato sciatore e collega proprio per la paura di contagiarlo. San Silvestro in camera con un delivery, un film e una video call. Un sacrificio, comune a tanti, anche non sciatori, ma che forse ha inciso nel cuore di Mikaela molto più delle lamine del suo sci su una neve cinese poco amata.

La neve cinese e gli sci in prestito di Goggia

Detto delle ragioni, o meglio delle ipotesi «interne» che hanno causato questo flop, fra le ragioni esterne a questa debacle, gli esperti indicano proprio lo scarso affiatamento della campionessa con la neve di Pechino, in grossa parte programmata (sparata, insomma), tranne che per una breve nevicata nei giorni scorsi. Così nella gara di combinata Shiffrin è corsa ai ripari ed ha preso «in prestito» perfino gli sci di Sofia Goggia. La campionessa bergamasca, già rientrata in Italia, ha lasciato in dote parte del suo “arsenale” all'americana con cui condivide non solo una amicizia schietta e professionale, ma anche il fornitore di sci. Uno scambio fra colleghe che si sfidano ma si rispettano, ma che non è bastato. Shiffrin a trazione Goggia ha fatto bene nella prima manche di discesa, ma poi, cambiati gli sci, è stata tradita di nuovo, dal fuoco amico dello slalom, la sua disciplina d’elezione.

Un giro a vuoto e un grande amore

Un giro a vuoto, anche se con più cadute, si può e si deve concedere anche agli imperatori più leggendari. La storia di Mikaela Shiffrin, però, si intreccia con quella del suo fidanzato che, per primo, è accorso in aiuto della sua Kaela. Già, perché per tutti, il diminutivo di Shiffrin è Mika. Non per Kilde. Alek, il vichingo della velocità norvegese che con lei fa coppia fissa e romantica dalla scorsa estate, la chiama solo e soltanto Kaela. I love you, you are just human le ha scritto e ripetuto, amplificando sui social tutto il suo amore. I due si sono spesso fotografati al parterre e al villaggio olimpico, occhi negli occhi, con abbracci lontani, mascherati e distanza ma pieni di amore. La cosa curiosa è che, fino ad oggi, è stato Kilde ad esser «il signor Shiffrin», pur essendo un talento della natura e pur avendo vinto moltissimo. Lui è diventato uno dei migliori interpreti della velocità, ma il palmares di Kilde non può reggere il confronto con quello della dolce metà. Basti un esempio: Kilde è arrivato al super traguardo di vincere una coppa del mondo generale, ma Shiffrin ne ha vinte tre. A Pechino 2022 però i ruoli si sono ribaltati: Kilde ha vinto ciò che doveva e che gli altri si aspettavano, mettendosi al collo le sue prime due medaglie a Cinque Cerchi, argento in combinata e bronzo in superG.

Le coppie della Coppa

E così Mika è diventata miss Kilde, una ragazza di 26 anni da consolare e da abbracciare, appena liberi da bolle e ansia da virus, il più presto possibile. Sono loro, fra polvere e altari, podio e delusioni, la più bella coppia di questi Giochi olimpici, ma non sono l’unico passo a due nello sci. Fra le coppie olimpiche c’è anche tanta Italia, in un derby con la Svizzera dove a vincere è solo l’amore. Lui è Luca De Aliprandini, vicecampione mondiale di gigante a Cortina 2021, che proprio come Shiffrin a Pechino non ha raccolto quanto avrebbe sperato. Lei, invece, è Michelle Gisin, l’elvetica tutta dolcezza e sorrisi che, sugli sci si trasforma in una macchina da guerra e da medaglie: a Pechino ne ha vinte due, bronzo in superG e oro in combinata davanti al bronzo di Federica Brignone. Anche sua sorella Dominique è stata una campionessa olimpica (oro a Sochi 2014 in discesa) e pure il fratello è stato atleta di ottimo livello, prima di un brutto incidente. Michelle, ma belle però ha scelto Luca e il lago di Garda. I due fanno copia fissa da quasi sette anni e, se per lavoro, sognano medaglie nel cuore coltivano l’obiettivo più bello: sposarsi presto. Campioni in pista, ragazzi come tutti, la loro favola non dura solo il tempo di una gara.

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