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Sci alpino, perché l’Italia si è lasciata scappare Lara Colturi? Un sistema che non consente deroghe ad personam

I rimpianti sono iniziati e, meglio prepararsi psicologicamente, saranno di settimana in settimana sempre più grandi. Lara Colturi, che lo scorso 15 novembre ha compiuto 16 anni, ha mostrato di che pasta è fatta nel gigante di Coppa del Mondo a Killington: 4° tempo assoluto nella seconda manche e rimonta dalla 27ma alla 17ma posizione! Il tutto alla sua terza apparizione nel circuito maggiore…

Che la figlia della campionessa olimpica Daniela Ceccarelli avesse delle doti fuori dal comune era noto da tempo agli addetti ai lavori. Nel biennio precedente ha letteralmente sbaragliato la concorrenza nelle gare giovanili cui ha preso parte, dando da subito l’impressione di essere pronta per ben altri palcoscenici. Di base nasce come slalomgigantista, ma ha già dimostrato anche una buona propensione per le discipline veloci, dunque in un futuro non così remoto la vedremo cimentarsi anche in discesa e superG. Perché l’obiettivo principale di questa ragazza e della sua famiglia è quello di vincere la Coppa del Mondo generale, magari non solo una volta…

Da quanti anni non nasceva un talento simile e così precoce in Italia? Di sicuro non si era mai visto nulla di simile negli ultimi 25 anni. È vero, abbiamo immense campionesse come Sofia Goggia, Federica Brignone o Marta Bassino, le quali hanno avuto però percorsi differenti e più graduali nelle rispettive crescite. La stessa Deborah Compagnoni, forse il talento più cristallino che lo sci alpino tricolore abbia mai avuto in campo femminile, non era a questi livelli alla stessa età di Lara Colturi. Qualcuno assimila potenzialmente la nativa di Torino a Mikaela Shiffrin e Petra Vlhova: troppo presto per dirlo, ma di sicuro l’ambizione è raggiungere proprio quei livelli stellari.

Se ciò avvenisse, l’Albania vivrebbe gli anni di gran lunga migliori della sua storia sportiva, nel passato recente ancorata a qualche sporadico risultato di prestigio nel sollevamento pesi. E l’Italia dovrebbe rassegnarsi ed inghiottire una serie di bocconi amari, come peraltro accadde all’Austria con Marc Girardelli, vincitore di ben cinque Coppe del Mondo generali sotto la bandiera del Lussemburgo.

Ma come si è arrivati a questo? Come è stato possibile perdere un potenziale fenomeno come Lara Colturi, peraltro in un momento storico in cui non si intravedono ricambi importanti nelle discipline tecniche? Ce lo aveva spiegato qualche mese fa Daniela Ceccarelli: “Le motivazioni sono tecniche, nel senso che potrà continuare il suo percorso di crescita sciistica con noi, che la seguiamo da quando ha iniziato. Potrà affrontare con massima serenità la prossima stagione, la prima nelle categorie FIS, dove si cambiano tipi di materiali e gare. Avrà la famiglia al proprio fianco, e farà parte di un bel gruppo di ragazzi della squadra albanese, che già conosce, perché vivono e sciano nella nostra zona, tra Sestriere e Bardonecchia. Inoltre avrà accesso a tutte le gare, che sceglieremo con lei, così come hanno accesso altre atlete di pari età di nazionali quali Austria, Norvegia, Croazia, ad esempio, senza alcune delle limitazioni che ci sono in altre nazionali”. In sostanza, la campionessa olimpica di Salt Lake City 2002 ci ha fatto capire come Lara ed il suo staff non fossero disposti a sottostare alle imposizioni gerarchiche dettate dalla Federazione Italiana Sport Invernali. La FISI prevede infatti diversi step da compiere prima di approdare in Coppa del Mondo. Lara Colturi, considerata la sua giovanissima età, sarebbe stata inserita nel gruppo ‘osservati’. In seguito, qualora avesse ottenuto risultati importanti nelle gare FIS, sarebbe stata promossa in Coppa Europa, dove con ogni probabilità si sarebbe presto meritata anche una chance nel circuito maggiore. Sì, ma quando? Forse a gennaio o febbraio? Di sicuro non l’avremmo vista in gara a Levi o Killington. E, fattore da non trascurare, avrebbe dovuto allenarsi con i tecnici federali e con altre sciatrici azzurre, non da sola con i genitori e lo staff personale.

In sostanza, Lara Colturi è la chiesa al centro del villaggio in Albania, dove di fatto un movimento sciistico non esiste (come non esiste in Slovacchia al di fuori di Petra Vlhova). Sposando la bandiera dell’aquila nera a due teste, di fatto si è garantita una totale libertà di programmazione, seguendo la strada che reputa non solo più veloce, ma anche migliore per raggiungere l’apice mondiale. Si sarebbe potuta trovare una soluzione ed evitare che si arrivasse a questo? Forse, con maggiore flessibilità da entrambe le parti, si sarebbe potuto trovare un compromesso? Possibile, anche se risulta difficile pensare che la FISI potesse concedere ad una ragazzina allora 15enne totale carta bianca: il rischio, con una deroga ad personam, sarebbe stato quello di far crollare il sistema dell’organizzazione federale giovanile.

Lara, come ogni atleta che ne abbia i requisiti, ha la possibilità di richiedere il cambio di licenza. Solo quest’anno la FIS ne ha approvati 83. Non è di fatto preclusa la possibilità di un futuro con la squadra italiana, ma ora ci concentriamo sulla stagione prossima, che sarà con i colori della squadra albanese”, ci aveva rivelato Daniela Ceccarelli. Dunque il figliol prodigo Lara Colturi si farà le ossa con l’Albania, salvo riabbracciare il Tricolore da campionessa affermata? È una possibilità da non scartare, ma tutt’altro che concreta al momento. Sarà l’Albania a crogiolarsi nei futuri successi di Lara Colturi. L’Italia dovrà concentrarsi su altre ragazze giovani, interrogandosi sul perché si sia arrivati a tanto e come sarà possibile in futuro evitare di perdere in questo modo un talento che non nasce tutti i giorni.

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