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“Per Brignone meglio essere davanti, perché del doman non v’è certezza” ‘Ambesi Winter Corner’

La ventunesima puntata di Ambesi Winter Corner, rubrica di approfondimento e analisi tenuta in collaborazione con lo storico telecronista di Eurosport Massimiliano Ambesi, verte principalmente su discipline invernali di cui in Italia si parla troppo poco, ma nelle quali sono accaduti fatti di rilievo durante il weekend. Non mancano, tuttavia, riferimenti allo sci alpino e al rush finale per la conquista delle Coppe del Mondo.

Massimiliano, partiamo dalla rubrica relativa all’AZZURRO DELLA SETTIMANA. Chi è il tuo prescelto?
“Non uno, ma due. Tocca a Mirko Felicetti e Roland Fischnaller, volti sorridenti di una squadra di snowboard sempre vincente in ogni continente. Il ventisettenne di Moena, al settimo podio individuale della carriera, è finalmente riuscito a sfatare il tabù del successo in Coppa del Mondo imponendosi nel gigante parallelo di Blue Mountain.
Il risultato ottenuto in Canada rimarrà, peraltro, nella storia della disciplina in quanto la vittoria è stata assegnata ex-aequo. Il fotofinish ha, infatti, sancito un’inedita parità tra Felicetti e l’austriaco Karl.
Va rimarcato come la squadra maschile italiana delle discipline alpine della tavola si sia imposta in sei delle dieci gare finora disputate alternando sul gradino più alto del podio ben quattro atleti diversi. Per il settore si tratta di un primato, che va a migliorare il bilancio della stagione 2011-2012, caratterizzata da cinque vittorie tutte griffate Fischnaller.
Proprio Roland Fischnaller, alla veneranda età di 39 anni, si è aggiudicato con due gare di anticipo la Sfera di cristallo delle specialità alpine aggiungendo alla bacheca l’ultimo pezzo mancante, dopo essersi imposto nel corso della sua lunga carriera nelle graduatorie dello slalom parallelo e del gigante parallelo.
Il tempo dei festeggiamenti è ancora ben lungi dall’arrivare perché il veterano altoatesino è ancora pienamente in corsa per completare un significativo ‘grande slam stagionale’, realizzato in passato dal solo sloveno Žan Košir.  Al momento, Fischnaller è secondo nella classifica dello slalom parallelo, ma avrà a disposizione due opportunità, una delle quali su nevi italiane, per ribaltare la situazione e scavalcare il coetaneo austriaco Andreas Prommegger.
A conti fatti, se tutto andrà per il meglio, il movimento azzurro della tavola potrebbe concludere la stagione con cinque Sfere di cristallo tra snowboardcross e specialità alpine, senza dimenticare l’inseguimento ai primati nazionali di successi e podi che ammontano rispettivamente a 12 e a 31. Al momento, i ragazzi guidati da Cesare Pisoni hanno archiviato 11 vittorie e 26 podi, ma, meteo permettendo, potranno contare su nove tentativi per riscrivere la storia”.


Invece, se ti chiedessi chi è l’ATLETA DELLA SETTIMANA, tu chi indicheresti?

“La scelta non può che ricadere su Francesco Friedrich, un più che legittimo candidato alla palma di atleta dell’anno nelle discipline olimpiche invernali.
Il pilota di bob tedesco ha chiuso in bellezza la seconda stagione consecutiva da assoluto dominatore. Friedrich è stato nuovamente capace di archiviare almeno dieci vittorie tra Coppa del Mondo e Campionati mondiali, vincendo tutto quello che c’era a disposizione.
Sul budello di casa di Altenberg, dove ha mosso i primi passi nella disciplina, ha conquistato per dispersione il titolo iridato nel bob a due ed è poi riuscito a ripetersi nel bob a quattro grazie a una prepotente rimonta nelle ultime due discese.
Il due volte campione olimpico è diventato il pilota con più vittorie nei Campionati Mondiali raggiungendo a quota nove la leggenda azzurra Eugenio Monti, senza dimenticare che nel bob a due è nel pieno di una striscia aperta di sei titoli consecutivi, altro primato all-time.
Da qui ai Giochi Olimpici di Pechino, uno degli obiettivi sarà quello di arrivare a 50 successi in Coppa del Mondo, traguardo mai raggiunto nel bob che lo consacrerebbe definitivamente come il più forte di tutti i tempi. Al momento, mancano ancora all’appello 13 vittorie, ma con il ruolino di marcia delle ultime due stagioni l’obiettivo appare ampiamente alla portata”.

Restiamo sul bob, allargando il campo anche allo skeleton. I Mondiali di queste due discipline sono appena terminati. Quali conclusioni possiamo trarre da quanto visto?
“La rassegna iridata di Altenberg ha sancito un dominio tedesco andato ben oltre le aspettative. La Germania è stata capace di conquistare cinque dei sei titoli a disposizione, nonché undici delle diciotto medaglie assegnate. In due eventi gli atleti di casa sono stati addirittura capaci di monopolizzare il podio. Se però da un lato l’en-plein nel bob a quattro era prevedibile, dall’altro nessuno avrebbe mai pronosticato la tripletta nello skeleton maschile, in cui gli attesi Dukurs, Tretiakov e Yun sono stati sorprendentemente relegati al ruolo di comprimari. Peraltro, per trovare un’affermazione tedesca nello skeleton maschile, è necessario tornare indietro di venti anni, quando proprio ad Altenberg si impose Andy Böhme. L’unica delusione è arrivata nella gara di bob a due femminile, vinta dalla favorita Kaillie Humphries, canadese di nascita, ma statunitense d’adozione. Il genti sesso della Germania si è però riscattato nello skeleton grazie a Tina Hermann, capace di conquistare il terzo titolo iridato della carriera, fatto senza precedenti in ambito femminile.
Come sovente avviene, specie nello skeleton, il fattore campo si è rivelato determinante alterando in parte gli abituali valori in campo. Va, comunque, rimarcato come in quattro delle sei gare in programma, i principali favoriti siano riusciti in un modo o nell’altro a rispettare il pronostico”.

Il fatto che tu non abbia fatto alcun riferimento alla medaglia azzurra, mi fa pensare che tu voglia citarla come IMPRESA DELLA SETTIMANA…
“Certamente! L’impresa della settimana è stata confezionata da Mattia Gaspari e Valentina Margaglio, che nella gara mista a coppie dei Campionati mondiali di Altenberg hanno riportato sul podio lo skeleton azzurro dopo 72 anni dal titolo olimpico conquistato da Nino Bibbia nel 1948.
Il risultato, ottenuto in un format che potrebbe fare il suo ingresso nel programma olimpico del 2026, è oltremodo significativo perché il movimento italiano non aveva mai ottenuto piazzamenti nelle prime tre posizioni né in Coppa del Mondo, né tanto meno nei Campionati mondiali.
Chiaramente, si è trattato di una sorpresa, giunta però nel corso di un importante percorso di crescita collettivo. In questa stagione non sono, infatti, mancati segnali incoraggianti e tanti giovani di belle speranze si sono distinti a vario livello. A completare il tutto, si è aggiunto il pieno recupero di Mattia Gaspari, rimasto al palo per oltre due anni a causa di un serio infortunio a un tendine d’Achille, che l’ha obbligato a finire sotto i ferri per ben due volte.
Il gap rispetto alle storiche superpotenze della disciplina resta tuttora non indifferente, ma ci sono i presupposti per proseguire nella marcia di avvicinamento. Peraltro, il fatto che anche i media di massa abbiano voluto tributare il terzo posto di Altenberg, concedendo il giusto spazio all’impresa, rappresenta un ulteriore motivo di soddisfazione e di speranza”.

Restiamo sul budello, ma cambiamo ambito, parlando di slittino. Dominik Fischnaller purtroppo ha perso la “volata finale” con Roman Repilov per la conquista della Sfera di cristallo. Qual è la tua analisi in merito?
“Non c’è spazio per particolari rimpianti. Quando più contava Repilov ha avuto la capacità di alzare l’asticella, come testimoniato dal miglior tempo assoluto nella seconda discesa di Königssee, rivelatasi decisiva per l’assegnazione della Sfera di cristallo. I precedenti sul budello tedesco attribuivano un piccolo vantaggio a Fischnaller, ma il russo si è fatto trovare più pronto.
La stagione per lo slittino azzurro resta a tutti gli effetti positiva. Il numero di podi tra Coppa del Mondo e Mondiali è stato quasi triplicato e, a distanza di quattordici anni dall’unico precedente, è stato conquistato il successo nella classifica di Coppa del Mondo del format di gara a squadre (team relay). In realtà, il finale è stato piuttosto rocambolesco in quanto nell’ultimo appuntamento di Königssee il doppio Nagler/Malleier si è ribaltato mentre era aperta la lotta per il podio e la vittoria di giornata. Tuttavia, in virtù del numero di nazioni al via e del terzo posto della Russia, diretta avversaria per la conquista della Sfera di cristallo, si sapeva prima della partenza che, per mantenere la prima posizione nella classifica, sarebbe bastato evitare la squalifica e terminare la gara. L’incidente di percorso ha comunque consentito alla Russia di raggiungere l’Italia in vetta alla graduatoria, ma, regolamento alla mano, il titolo è stato assegnato ex-aequo senza tenere conto del numero di vittorie conquistate. Ovviamente, il tutto ha sorriso all’Italia, vincitrice di una sola gara nel corso della stagione contro i due successi della Russia. La vera notizia resta però la fine del dominio tedesco, durato ben tredici anni. In tal senso, l’assenza della Germania nel team-relay della penultima tappa tenutasi a Wintenberg si è rivelata determinante, lasciando campo libero alla concorrenza”.

Affrontiamo ora l’argomento speed skating, di cui in Italia si è parlato pochissimo, nonostante nel weekend sia andato in scena un evento di peso. Anzi, due eventi di peso al tempo stesso…
“Per la prima volta dal lontano 1970 i Mondiali All Round e Sprint si sono disputati in contemporanea nella stessa località obbligando gli atleti più eclettici a optare per un evento anziché l’altro.
La rassegna iridata “allargata” è stata caratterizzata dal dominio di Giappone e Olanda, che si sono divise i titoli a disposizione proponendo quali principali protagoniste Miho Takagi e Ireen Wüst, nell’occasione non avversarie in quanto impegnate su fronti differenti.
La giapponese, vincitrice del titolo All Round nel 2018, si è presentata al via del Mondiale sprint facendo letteralmente saltare il banco. La venticinquenne di stanza a Obihiro ha dominato le due prove sui 1000 metri scendendo in entrambi i casi sotto il minuto e quattordici secondi, tempo tabù per la concorrenza, togliendosi peraltro la soddisfazione non da poco di precedere la pluridecorata connazionale Nao Kodaira nella prima delle due gare sui 500 metri.
Il successo ottenuto ad Hamar ha consentito alla più giovane delle sorelle Takagi di entrare nella storia della disciplina diventando la quinta pattinatrice a conquistare nell’arco della carriera sia il titolo All Round che quello Sprint, fatto che non avveniva dal lontano 2007 quando la tedesca Anni Friesinger vinse il Mondiale Sprint.
Curiosamente, proprio tredici anni or sono, una non ancora ventunenne Ireen Wüst conquistava la prima delle sette affermazioni nei Mondiali All-Round. L’ultima vittoria, ottenuta con ampio margine in Norvegia, ha consentito alla trentatreenne olandese di portarsi a una sola lunghezza dal primato della tedesca Gunda Niemann. Wüst si è, peraltro, messa al collo la 21esima medaglia d’oro iridata eguagliando la ceca Martina Sablikova, solamente quarta ad Hamar.
In campo maschile, il titolo All Round è stato vinto per la terza stagione di fila dall’olandese Patrick Roest, che ha così sopito ogni polemica per le deludenti prestazioni dei Mondiali su singole distanze. Il giapponese Tatsuya Shinhama si è, invece, imposto nella rassegna iridata sprint conquistando, a sorpresa, il primo titolo della carriera.
In casa Italia, l’atleta più brillante è stata Francesca Lollobrigida, che si è piazzata in settima posizione”

Spostiamoci sulla neve. Massimiliano, vorrei una tua opinione sui tanti eventi che si stanno susseguendo in questa disciplina, sul piano agonistico e non.
“La mancanza di un ‘Piano-B’ e poca elasticità hanno condizionato in negativo le ultime settimane, caratterizzate da troppe cancellazioni, specie in campo femminile.
Peraltro, la psicosi generalizzata e fuori controllo alimentata dal dilagare del Coronavirus sta mettendo in discussione lo svolgimento di ulteriori eventi, finali di Cortina comprese.
Cronaca nera a parte, a poche gare dal termine della stagione, tanto deve essere ancora deciso. Ritiri, assenze forzate, calendario e infortuni hanno fatto sì che numerose partite rimanessero aperte, a partire dalle classifiche generali.
Nell’ultimo fine settimana, Federica Brignone e Alexis Pinturault si sono aggiudicati il successo nelle graduatorie della combinata e in entrambi i casi, seppure per motivi differenti, si è trattato di un risultato di rilievo. L’azzurra ha, infatti, conquistato la prima coppa di specialità della carriera, mentre il transalpino ha avuto la meglio per la sesta volta, fatto senza precedenti.
Sia l’una che l’altro sono al momento in testa alla classifica generale di Coppa del Mondo, ma la strada verso la Sfera di cristallo è ancora lunga e intricata, fermo restando che, con i tempi che corrono, è sempre meglio essere davanti perché del ‘doman non v’è certezza’.
Lasciando da parte il settore femminile, che si fermerà per una settimana, in campo maschile la proiezione finale da’ vincente Pinturault con 25 punti di vantaggio su Kilde, ma qualora il norvegese raccogliesse punti pesanti nel duplice appuntamento di Kvitfjell, le parti si potrebbero invertire. Chi in questo momento appare più ai margini è Kristoffersen, che può rammaricarsi per la cancellazione dello slalom di Naeba. Al momento, l’unica chance per rientrare in corsa resta verosimilmente quella di imporsi nei due slalom e nei due giganti ancora in calendario, con conseguente vittoria anche delle due classifiche di specialità. Il compito, tuttavia, non appare semplice”.

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Foto: Massimiliano Ambesi

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