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Federica Brignone, sci alpino: “Mi sento super motivata. Ho un sogno: vincere la coppa di gigante”

Sembra di vederla lì l’altro ieri, in Colorado, a 19 anni, sul podio del gigante americano ad Aspen, il 28 novembre 2009, pettorale n.34, ottava dopo la prima manche, alla quinta gara assoluta in Coppa del Mondo, quarta tra le porte larghe. Terza in graduatoria dietro Katrin Hoelzl e Katrin Zettel, due campionesse oggi ritirate, da tempo. Sono in realtà passati dieci anni, poco meno, ricchi di medaglie, successi e podi, tra grandi eventi e circuito maggiore, soprattutto dal 2015. Sarebbero potuti essere di più, per carità, ma c’è tempo per rimpinguare il già cospicuo bottino, visto che l’entusiasmo è lo stesso di sempre, anzi maggiore, veleggiando verso i 30 (li compirà il prossimo luglio) e con un’estate finalmente scevra da infortuni o guai assortiti.

Tanti sono i sogni nel cassetto per la milanese di nascita e valdostana d’adozione Federica Brignone, bronzo olimpico in carica in slalom gigante: dalla Coppa di specialità sempre sfuggita (anche il podio, a dire il vero, quello è giunto solo in combinata), a un piazzamento tra le prime tre nella classifica generale, fino ad arrivare a quei sei-successi-sei (non pochi, ma nemmeno troppi) che mancano per raggiungere Deborah Compagnoni a quota 16 trionfi individuali in Coppa del Mondo, cioè il top assoluto per un’azzurra dello sci alpino. Ci sarebbe anche un piazzamento tra le prime tre in uno slalom, da accarezzare: con quello, nel caso, diventerebbe la prima italiana di sempre a essere salita sul podio in ogni disciplina ‘classica’ dello sci alpino, anche se adesso bisogna considerare pure il parallelo. Forse andiamo troppo in là con la fantasia, forse no. Vedremo.Con i Mondiali a Cortina 2021 sullo sfondo e i Giochi di Pechino 2022 solo un po’ più in là (e nel caso, sarebbero i suoi quarti, dopo Vancouver 2010, Sochi 2014 e PyeongChang 2018).

La stagione 2019-2020, senza Mondiali o Olimpiadi, interamente dedicata alla Coppa, parte a breve, il prossimo 26 ottobre da Soelden, e la figlia di Ninna Quario e Daniele Brignone, entrambi ben inseriti nel mondo dello sci alpino e da decenni, conta i giorni che mancano. Come racconta a OA Sport appena rientrata in Italia dopo il mese di proficua preparazione a Ushuaia, Argentina.

Federica, come sta fisicamente e nel morale?
Sto bene in tutti e due gli ambiti. Finalmente è passata senza intoppi quest’estate, ho svolto un super lavoro, ho sciato, ho fatto un sacco di cose e sono riuscita a godermi anche un po’ di vita “normale” a casa con gli amici: attività, altri sport ecc, ecc… Sto bene in generale e mi sento molto motivata“.
Rispetto alle ultime due estati travagliate, questa cosa le ha dato in più?
Di sicuro finalmente ho sciato! Ho messo dentro più curve possibili e mi presento senza un giorno perso né di preparazione atletica né di sci, praticamente. Una bella base per cominciare una nuova stagione“.
Soelden è…?
Soelden è sempre Soelden! Non riesco quasi a vederla come una gara normale. Crea un’attesa incredibile, aspettative, stress, emozioni! E’ la più dura, la più preparata anche se nessuno è mai pronto, o si sente pronto! E’ impossibile e vi spiego perché: ti confronti con le compagne durante l’estate, certo, ma la gara è diversa e non sai a che punto sono le tue avversarie come stato di forma. Corri a 3000m, c’è un pubblico incredibile e tutti ti chiedono dal mese prima: allora sei pronta? Io in genere sono sempre in tensione! Vorrei rispondere: “no non sono pronta e mi tremano le gambe”, ma so che devo essere “dura” e mettercela tutta perché alla fine l’emozione è quello che ti da adrenalina e la motivazione per tutto quello che fai in estate e nella preparazione”. 

Ormai è esperta: il pettorale rosso genera davvero pressione?
Sì, mette pressione: ti senti, o almeno io mi sentivo sempre in dovere di essere la migliore e doverlo dimostrare. Invece dovrebbe essere un’opportunità. Spero di riuscire a gestire meglio le emozioni e lasciarmi sopraffare meno dalla pressione. La Coppa del Mondo di gigante è un obiettivo, difficile, lo so ma ci proverò. E’ il mio sogno. Lavoro e sono motivata per quello!“.

Novità sui materiali?
Abbiamo svolto davvero  un bel lavoro (in gigante) a fine stagione con sci e scarponi. In questo momento ho solo apportato delle piccole modifiche rispetto all’anno scorso e devo dire che mi trovo bene! Anche in slalom ho cambiato qualcosa sugli sci, mentre in velocità rimarrà tutto più o meno uguale. Per gli sci che userò a Soelden…. beh finirò di sceglierlo il giorno prima insieme a Sbarde (lo skiman Mauro Sbardellotto, NdC), come al solito. Le condizioni cambiano sempre e con Rossignol abbiamo tanti modelli che vanno bene”. 
Lavoro a secco?
Direi che dal punto di vista atletico ho svolto in linea di massima lo stesso tipo di programma: abbiamo aggiunto e modificato qualcosa durante l’estate e come al solito ho messo molta intensità sul lavoro. Sì, ho lavorato parecchio devo dire, con sedute anche di equilibrio complementari e altre attività. Stando bene non ho perso niente. Comunque, mi ero allenata al meglio fino ai primi di maggio e quindi partivo già da una bella base, non è stato un problema iniziare subito con voluti alti. Vedremo, tanto lo sci tanto è sempre uno sport “strano”: l’importante è stare bene, reggere la stagione e non farsi male!“.

 

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Foto: Barni/Pentaphoto

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