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Campionessa di lotta libera non può gareggiare a scuola: ''Non è uno sport per donne''

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Non poteva gareggiate perchè donna, è la storia di Trista Blasz, una giovane atleta di lotta libera di una cittadina nello stato di New York, che si è vista negare la possibilità di partecipare alle competizioni sportive dal dottore della scuola perché è una ragazza.Una decisione assurda che poteva tarpare le ali della dodicenne Trista Blasz, vero prodigio della lotta libera nelle competizioni scolastiche newyorkesi. Li ha sempre battuti tutti, ragazzi e ragazzi senza alcuna distinzione tanto da spingere l'allenatore del suo liceo locale ad invitare quelli di una secondary school a lottare contro di loro. Ma a Trista non è stato assicurato un posto nel team junior alla Lancaster High School proprio perchè una ragazza. "Le ragazze non praticano sport per ragazzi nelle scuole di Lancaster", aveva decretato il dottore dopo la visita medica.La vicenda ha avuto ovviamente un eco enorme negli Stati Uniti ed è stata ripresa da diverse emittenti tv e testate giornalistiche. "È perché sono una ragazza e non vogliono che le ragazze pratichino la lotta libera", ha detto Trista al Washington Post . "Ma non esiste uno sport solo per i ragazzi. Ogni sport è per tutti e non vogliono che le ragazze superino i ragazzi". Da quel momento è cominciata la battaglia personale di Trista che appoggiata dalla madre Danielle ha fatto appello agli amministratori della scuola per una revsione della decisione. Il consiglio scolastico dopo aver convocato una riunione d'emergenza e ha licenziato il medico, Michael Terranova con cui il distretto scolastico aveva contratto da quasi 40 anni.Nell'ultima riunione, il presidente del consiglio scolastico Patrick Uhteg ha annunciato la sua decisione: "Le ragazze e le donne dovrebbero avere l'opportunità di fare qualsiasi cosa che i ragazzi e gli uomini possano fare. Le giovani donne come Trista dovrebbero sentirsi autorizzate, incoraggiate e celebrate. Questo è il 2019 e questo è il distretto scolastico di Lancaster. Facciamo ciò che è meglio per i ragazzi. La decisione del comitato di revisione non era la cosa migliore per i bambini''. Un sogno che si realizza per Trista che ha così potuto iniziare gli allenamenti per gareggiare. La mamma Danielle ha urlato subito la sua gioia: ''Lo sto facendo per tutte le donne che vogliono lottare a Lancaster. Per ogni ragazza che vuole competere per la propria scuola. Voglio solo che non si arrendano e continuino a combattere, per non lasciare che nessuno ti dica che non puoi fare qualcosa, specialmente un uomo''.Proprio quello che ha sempre ripetuto Trista: "Non dubitare di me se non mi hai visto lottare e visto cosa posso fare". Perchè in fondo non sta cercando alcun trattamento speciale. Vuole solo una possibilità. Segui già la nuova pagina Sport de IlGiornale.it?
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