Il giorno più pazzo della pallavolo: Francia e Brasile eliminate ai gironi nel Mondiale! Delirio Argentina e Cechia
Mai come oggi la pallavolo mondiale ha vissuto una giornata che resterà nella storia, una sequenza di risultati inattesi e clamorosi che hanno riscritto le gerarchie del Mondiale e acceso un torneo già elettrico. Nel giro di poche ore sono cadute due superpotenze assolute: la Francia campione olimpica, eliminata ai gironi dopo la sconfitta con la sorprendente Argentina, che ha fatto seguito al ko inatteso contro la Finlandia, e il Brasile, che dopo due vittorie in apertura si è schiantato 0-3 contro una Serbia spietata. Il verdetto è stato ancor più beffardo per i verdeoro: il successo della Cechia sulla Cina (3-0) ha regalato ai cechi un sorpasso che ha spedito a casa una delle grandi favorite per le medaglie.
Non sono mancate altre scosse: nel girone dell’Italia è stato il Belgio a piazzarsi al primo posto, sorprendendo tutti con una solidità imprevista, mentre la copertina di giornata se la prende la Tunisia di Camillo Placì, capace di vincere il girone A battendo i “cugini” dell’Egitto allenato da Marco Bonitta e firmando l’impresa più inattesa. Alle loro spalle si è piazzato l’Iran, che per guadagnarsi il passaggio ha dovuto sudare in una maratona di quasi tre ore contro i padroni di casa delle Filippine, autori di una prova di cuore davanti al proprio pubblico ma puniti al tie-break. Un Mondiale che in poche giornate ha già spazzato via pronostici e certezze, regalando colpi di scena continui e preparando una seconda fase che si annuncia incandescente.
Il Mondiale 2025 scrive una delle sue pagine più clamorose con l’eliminazione del Brasile, travolto 3-0 dalla Serbia (25-22, 25-20, 25-22) nella gara decisiva del girone H a Pasay City. La squadra di Bernardo Rezende, che poche ore prima del match aveva ricevuto la notizia della morte della madre 91enne del suo storico allenatore, non è mai riuscita a trovare ritmo e lucidità, lasciando campo a una Serbia concentrata e spietata. I verdeoro, partiti con due vittorie nelle prime giornate, vedevano a portata di mano la qualificazione, ma sono incappati in una prestazione sottotono, con troppi errori in attacco e un muro mai incisivo. Solo Alan (10 punti) e Darlan (14) hanno provato a tenere in vita la squadra, ma la Serbia ha dominato con un Luburić scatenato (19 punti, 61% in attacco) e le accelerazioni di Perić (15) e Kujundžić (10).
Decisivi i finali di set, dove la maggiore freddezza degli uomini di Cretu ha fatto la differenza: il Brasile si è trovato sempre costretto a inseguire, sprecando le poche occasioni per rientrare. L’ultimo pallone, chiuso da Luburić, ha sancito la fine di un ciclo e di un sogno mondiale. I brasiliani sono rimasti appesi fino al primo pomeriggio quando la Cechia li ha definitivamente estromessi battendo 3-0 la Cina. Per il Brasile, abituato da decenni a essere protagonista delle fasi finali, si tratta di una delle sconfitte più brucianti della propria storia iridata. Per la Serbia, invece, è una vittoria di enorme prestigio che vale un posto agli ottavi e rilancia ambizioni che alla vigilia sembravano limitate.
La Cechia non si distrae, scrive una pagina memorabile del suo Mondiale e completa l’opera: dopo aver sperato e tifato per la sconfitta del Brasile contro la Serbia, alla squadra di Jiri Novak serviva un successo netto per conquistare il primo posto nel girone. La vittoria è arrivata puntuale, con un secco 3-0 alla Cina (26-18, 25-19, 25-24) che ha scatenato la festa a Pasay City e consegnato ai cechi una storica qualificazione agli ottavi di finale come primi della classe.
Il protagonista assoluto è stato Lukas Indra, che con i suoi 29 punti si è caricato la squadra sulle spalle, risultando immarcabile in attacco e pungente anche dai nove metri. Accanto a lui buone prove di Galabov (11) e Klimes (10), che hanno completato una prestazione collettiva solida e concreta. La Cechia ha dominato a muro e ha saputo approfittare dei tanti errori di una Cina nervosa e mai davvero in partita, nonostante i tentativi di Wang Bin (12) e Zhang (7). Con questa vittoria, la Cechia si prende il lusso di chiudere davanti a colossi come Brasile e Serbia, ribaltando i pronostici della vigilia. E ora gli ottavi di finale si tingono di suggestione: contro la Tunisia di Camillo Placì, capace di vincere il girone A
Clamoroso anche a Quezon City: la Francia campione olimpica è eliminata dal Mondiale. Al termine di una partita vibrante, l’Argentina ha firmato l’impresa battendo i Bleus 3-2 (26-24, 23-25, 25-23, 23-25, 15-12) e condannando così la squadra di Andrea Giani a un’eliminazione sorprendente già nella fase a gironi. Per i transalpini si tratta di un tracollo inatteso, arrivato dopo la precedente sconfitta con la Finlandia e che chiude un ciclo glorioso in modo amaro. La sfida dello Smart Araneta Coliseum di Quezon City, davanti a 1820 spettatori, è stata intensa sin dall’inizio: primo set equilibrato, deciso ai vantaggi dagli argentini (26-24), che hanno saputo sfruttare il muro e l’aggressività al servizio. La Francia ha reagito nel secondo parziale con un 25-23 firmato dalle giocate di Le Goff e Patry, ma l’Argentina non ha mollato e si è riportata avanti conquistando il terzo set con lo stesso punteggio, trascinata da un ispiratissimo Vicentin, autore di 22 punti.
Il quarto parziale ha visto un’ulteriore reazione d’orgoglio francese: Clevenot (16 punti) e Faure (13) hanno guidato la riscossa fino al 25-23 che ha rimandato il verdetto al tie break. Nel quinto e decisivo set, però, i sudamericani hanno mostrato più lucidità nei momenti caldi: Palonsky (17 punti) e Loser (12) hanno murato e attaccato con continuità, mentre la Francia ha smarrito precisione e fiducia, cedendo 15-12 dopo due ore e 32 minuti di battaglia. Il tabellino fotografa la differenza: l’Argentina ha chiuso con 109 punti totali, equilibrando attacco e difesa, mentre la Francia si è affidata troppo alle individualità, incapace di gestire la pressione. Per Ngapeth, poco incisivo (7 punti), e compagni resta l’amarezza di un Mondiale fallito.
Per l’Argentina si tratta invece di una vittoria storica, che riporta alla mente il quarto di finale olimpico di Tokyo 2021, quando gli albiceleste superarono gli azzurri in una maratona poi preludio al bronzo. E proprio l’Italia sarà l’avversaria agli ottavi di finale: un incrocio dal sapore speciale, che promette scintille e che mette in guardia la squadra di De Giorgi.
La favola della Finlandia al Mondiale di volley 2025 continua. A Quezon City, davanti a oltre 500 spettatori, la squadra di Olli Kunnari ha centrato una qualificazione che resterà nella storia battendo la Corea del Sud 3-1 (25-19, 25-20, 17-25, 25-23) e conquistando un posto negli ottavi di finale, dove affronterà il sorprendente Belgio, primo nel girone dell’Italia.
Per la Finlandia è il coronamento di un percorso costruito sulla compattezza del gruppo e sulla crescita di un nuovo nucleo di giocatori capaci di reggere la pressione. A trascinare la squadra è stato soprattutto Roope Marttila, autore di 25 punti con percentuali altissime in attacco (22/35), mentre Joonas Jokela si è confermato una spalla preziosa con 21 punti e un contributo importante anche a muro. Solida la prova del capitano Eemi Ronkainen (10 punti) e del palleggiatore Eemeli Ivanov, che ha distribuito il gioco con lucidità. Dall’altra parte la Corea ha provato a reagire con la coppia Hojin (24 punti) e Hanyong (16), ma la rimonta del terzo set è rimasta un’illusione. La Finlandia, con cuore e freddezza nei momenti decisivi, ha chiuso i conti nel quarto parziale, regalando al movimento scandinavo una delle più grandi soddisfazioni della propria storia sportiva.
Pagina storica per la pallavolo tunisina. La squadra di Camillo Placì ha compiuto l’impresa più grande della sua storia recente battendo in tre set (25-19, 25-18, 25-22) l’Egitto di Marco Bonitta, sulla carta favorito, e chiudendo addirittura al primo posto il girone A del Mondiale. Una vittoria netta, costruita con lucidità e determinazione, che regala ai nordafricani una storica qualificazione agli ottavi di finale, dove sfideranno la sorprendente Cechia. E questa volta la Tunisia non parte battuta.
Il derby africano ha esaltato la coralità dei tunisini, guidati da un trio travolgente: Ben Romdhane e Karamosli (14 punti a testa) e l’opposto Bongui (13). In totale la Tunisia ha chiuso con 42 punti in attacco e un rendimento costante al servizio, limitando al minimo gli errori. L’Egitto non è mai riuscito a reagire, nonostante i 14 punti di Seif Abed e i 10 di Said. Con questo successo la squadra di Placì si candida a sorpresa assoluta del torneo: entusiasmo, convinzione e un allenatore che conosce bene i grandi palcoscenici rendono la Tunisia una mina vagante della fase a eliminazione diretta. Contro la Cechia non sarà semplice, ma dopo una vittoria così nessun traguardo sembra precluso.
Il Belgio di Emanuele Zanini chiude in vetta al girone F, davanti all’Italia, grazie al netto successo sull’Algeria (3-0, 25-19, 25-18, 25-22) a Quezon City. Una vittoria costruita con solidità e continuità che consente ai belgi di presentarsi agli ottavi con entusiasmo e consapevolezza, mentre per gli azzurri il secondo posto significherà affrontare l’Argentina.
Contro l’Algeria non c’è stata partita: i belgi hanno dominato in attacco con il 56% di efficacia, trovando i punti decisivi dall’opposto Reggers (19) e dal capitano Deroo (15), mentre Desmet ha chiuso con 8 punti e ottime percentuali. Al centro buone prove di Fafchamps (5 punti, 3 a muro) e D’Heer (4). Una prestazione corale, completata da un servizio pungente e da una ricezione stabile, che ha messo costantemente in difficoltà la squadra nordafricana.
All’Algeria non sono bastati i 10 punti di Farouk e gli 11 di Hosni: troppo marcata la differenza tecnica e di organizzazione. Il Belgio festeggia così un primato che alla vigilia sembrava insperato, ma conquistato sul campo con convinzione e qualità. Ora, negli ottavi, lo attende la sfida con la Finlandia.
Davanti a 14.240 spettatori infiammati della SM Mall of Asia Arena di Pasay City, l’Iran di Roberto Piazza ha strappato con i denti la qualificazione agli ottavi, vincendo al tie break 3-2 (25-27, 25-21, 25-17, 23-25, 22-20) contro i padroni di casa delle Filippine al termine di una battaglia durata quasi due ore e mezza. Il pubblico ha spinto con entusiasmo la nazionale di Angiolino Frigoni, capace di giocare alla pari e di trascinare la sfida ai vantaggi del quinto set. Decisivi per l’Iran gli attacchi di Poriya e Hajipour, entrambi autori di 22 punti, affiancati dai 9 di Haghparast e dalla solidità del muro (11 vincenti).
Le Filippine hanno messo in campo cuore e qualità, guidate dal capitano Bagunas (22 punti), da Ordiales (21) e da Espejo (15). Nel quarto set i padroni di casa hanno trovato la spinta per rimettere tutto in discussione, fino a sfiorare l’impresa nel quinto, chiuso solo ai vantaggi dopo due match ball mancati. Alla fine a esultare è l’Iran, che chiude al secondo posto nel girone dietro la Tunisia e prosegue la sua corsa mondiale con la sfida contro la Serbia agli ottavi. Ma l’abbraccio del pubblico filippino alla propria squadra resterà l’immagine più forte della serata: una nazione che ha riscoperto la pallavolo maschile e l’ha portata a un passo da un sogno impossibile.