Pallavolo: ritratto di Julio Velasco l’allenatore che insegna a vincere
L’uomo che aveva creato la generazione di fenomeni negli anni ’90 vincendo vincendo 3 Europei, 2 mondiali e 5 World League con in campo Bernardi, Zorzi, Tofoli e tanti altri continua a raccogliere successi anche alla guida delle ragazze. Julio Velasco non è solo un allenatore di pallavolo preparato e sempre aggiornato, ma soprattutto un uomo intelligente che riesce a farsi amare da giocatori e giocatrici. E poi è uno che ama le sfide e che ha in testa un concetto ben preciso: “Noi allenatori dobbiamo aiutare chi gioca, ma non dobbiamo essere noi al centro del palcoscenico. E questo concetto devono averlo ben chiaro le ragazze. L’autostima ti porta grandi risultati se non diventa egocentrismo”.
Il concetto di squadra
L’elemento fondamentale è ragionare sempre con il “noi” e mai con l'”io”. Impresa difficilissima da realizzare se ti trovi a gestire uno spogliatoio dilaniato dalle polemiche come quello che Velasco ha ereditato quando gli hanno offerto di guidare la Nazionale femminile di pallavolo. Giocatrici di altissimo livello dal punto di vista tecnico, caratteri complicati da far convivere. Con la mina vagante di Paola Egonu, fuoriclasse assoluta eppure a un certo punto talmente infastidita dai rapporti interni da chiedere di non fare parte del gruppo azzurro. Velasco ha ricominciato proprio da Paola, ricostruendo insieme a lei il rapporto con Antropova. Due giocatrici fantastiche, un delitto non vederle in campo insieme. Invece Velasco ha capito che alternandole la forza della quadra sarebbe stata devastante. E così è stato. Con le vittorie le polemiche si stemperano ed è più facile pensare che una compagna non è una rivale ma una che può aiutarti quando serve. “Non ammetterò mai che nella mia squadra una giocatrice parli male di una compagna”. Velasco va dritto ai problemi, ti guarda in faccia e ti fa capire la strada. “Ma poi tocca a loro – ha spiegato il ct dopo il trionfo sulla Turchia – e anche nei momenti decisivi dico poche parole. Semplicemente fate quello che sapete fare ma fatelo bene”.
Vincere giocando male
L’Italia del volley femminile ha infilato una serie di 36 vittorie consecutive, dentro l’oro alle Olimpiadi e quello ai Mondiali. Imprese epiche, eppure diverse perchè Velasco subito dopo la vittoria di Parigi ha cercato di mettere in testa alle sue giocatrici che non sarebbe stato sempre tutto facile come in Francia dove il percorso delle azzurre fu praticamente perfetto. Niente intoppi, niente infortuni, gioco spettacolare e vittorie a mani basse contro chiunque. “Dobbiamo imparare a vincere le partite sporche”. Una lezione che le ragazze hanno imparato bene e contro Brasile e Turchia pur commettendo tanti errori non hanno mai mollato, sono rimaste attaccate alle avversarie tirando fuori quel qualcosa in più che fa la differenza, hanno trionfato. Se si guarda indietro e ripensa agli anni ’90 in cui vinceva con gli uomini Velasco si vede diverso e ora più forte di allora: “Ero più emotivo, ora più esperto, saggio. Se un allenatore è più esperto e ancora motivato è più bravo”.