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Gianni Minoli: “Ho ammirato Panatta, poi Nadal e ora Sinner”

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Ubaldo Scanagatta, direttore di Ubitennis.com, ha avuto il piacere di intervistare a Torino Gianni Minoli, anche lui spettatore alle Nitto ATP Finals 2025. Giornalista, autore e conduttore televisivo italiano, noto per essere uno dei volti e delle menti più influenti della Rai dagli anni ’70 in poi, ha fatto la storia della televisione italiana con “Mixer”.

D: Sono qui nella lounge di Intesa San Paolo con un appassionato di tennis, oltre che un grande giornalista della televisione, delle interviste importanti. Io le ho viste non so quante volte da Craxi in poi. E’ Giovanni Minoli: posso chiederti cosa ti porta qui? Intanto credo che sei di Torino. 
Giovanni Minoli: “Sono torinese, mi porta l’emozione di vedere Torino capitale, perché capitale del tennis e il tennis in questo momento in Italia ha i gradi di capitano”. 

D: E adesso c’è un Sinner che l’anno scorso le ha vinte. 
Giovanni Minoli: “Ma poi c’è una squadra che al di là delle finali, è un team di tennis di grande livello, di grande prospettiva, perché siamo tutti ventenni”. 

D: Senti, la tua passione per il tennis? Hai giocato mai? 
Giovanni Minoli: “Sì, ma ho giocato per hobby, come sport ho fatto soprattutto calcio, atletica e sci. A tennis giocavo così, d’estate, niente di serio. Io vivo a Roma da 50 anni, quindi sono torinese purosangue, ma vivo nella capitale. 

D: Il tuo rapporto col tennis? Lo segui in TV. 
Giovanni Minoli: “L’ho seguito sempre perché ho una grande passione: è uno sport individuale di tecnica, ma di testa soprattutto. La ragione per cui vince Sinner, secondo me, è la testa. I primi 10 sono tutti fortissimi, però Sinner ha un’altra testa”. 

D: Tu, se sono 50 anni che vivi a Roma, hai visto anche Panatta. 
Giovanni Minoli: “Certo, grandissimo Panatta. È molto simpatico, intelligente, ironico, ha il meglio della romanità”. 

D: Senti, i tuoi ricordi migliori nel tennis, sei più legato a…? 
Giovanni Minoli: “Il Cile, naturalmente. La Davis in Cile è stata un momento di grande orgoglio nazionale”. 

D: All’epoca ti schierasti con le sinistre che non volevano andare in Cile? 
Giovanni Minoli: “Ma neanche per sogno. No, no, in Cile bisognava andare, giocare e vincere, così abbiamo fatto”. 

D: Dei grandi campioni, a parte Panatta di cui abbiamo parlato? 
Giovanni Minoli: “Pietrangeli, ma è diventato veramente rancoroso. Un uomo che è invecchiato male. Peccato, perché vorrebbe essere considerato il re, ma non è il re”. 

D: Poi parliamo di McEnroe, Borg, Connors. Poi Sampras, Agassi, eccetera, poi arriviamo ai Federer, Nadal, Djokovic. Ecco, quale…? 
Giovanni Minoli: “Nadal. Nadal era mio amico. Lo trovavo un ragazzo veramente speciale, molto simpatico, molto umano. Molto capace di vincere e di perdere bene. Il problema è imparare a perdere, non a vincere. Si perde molte più partite di quelle che si vincono”. 

D: E adesso, Sinner, Berrettini? 
Giovanni Minoli: “Berrettini è un peccato. Secondo me è troppo romano. Ha un fisico infelice, perché sembra meraviglioso ma ha le gambe che non l’aiutano. Infatti si è fatto spesso male. È fragile fisicamente”. 

D: Zverev terzo incomodo? 
Giovanni Minoli: “Sì, Zverev terzo incomodo, ma in questo momento lo vedo un po’ giù, ma magari mi sbaglio”. 

D: Sei riuscito a vedere anche la partita fra Alcaraz e Sinner al Roland Garros con tre match point? 
Giovanni Minoli: “Ha vinto Sinner. Dicono che ha vinto Alcaraz, ma invece ha vinto Sinner. Tre match point all’ultimo sul 7-5, no? 7-6. Aveva vinto lui, poi ha perso, ma la considero una vittoria”. 

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