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Martina Trevisan: “L’intervento era l’unica soluzione al mio problema”

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È passato qualche giorno dal ritorno in campo di Martina Trevisan. La tennista toscana è tornata dopo quasi un anno a giocare un match ufficiale in quel di Bastad, aggiucandosi la sfida di primo turno del WTA 125 svedese contro la tennista australiana Astra Sharma. Dopo Bastad, Trevisan è volata a Roma per un altro WTA 125, quello dell’Antico Tiro al Volo. Anche in questo caso un turno superato e altra dose di fiducia conquistata. Punti e sensazioni che valgono oro per una tennista chiamata a una ripartenza tutt’altro che facile. A causa della sindrome di Haglund, Trevisan ha avuto difficoltà persino a camminare e dopo nove mesi rieccola di nuovo a lottare. Trevisan ha deciso di riprendere con calma rinunciando alla wild card per il WTA 125 di Palermo ma nel frattempo ha parlato del suo stop e di molto altro in un’intervista concessa a Fanpage.

Dai campi in cemento di Jiujiang, ultimo torneo giocato nel 2024 e nel quale Martina Trevisan ha raggiunto i quarti, passando per la Billie Jean King Cup, vinta dalla panchina. Una vittoria che la tennista toscana sente sua come dichiarato al nostro Fabio Barera. Dall’operazione al piede sino al rientro in campo sulla terra rossa di Bastad. Sono passati quasi 250 giorni, ma alla fine la tennista toscana è riuscita a tornare in campo con il sorriso che la contraddistingue: “Non vedevo l’ora di rientrare. Diciamo proprio che fin dal giorno dopo l’intervento tutta la mia determinazione e ogni mia azione sono state rivolte al rientro. Ho lavorato per tutti questi mesi per poter tornare in campo il prima possibile e, quando finalmente ce l’ho fatta, mi sono sentita come se, dopo una lunga assenza, fossi tornata a casa”.

Un periodo di lontananza dai campi che ha acuito la mancanza di alcuni aspetti del circuito: “A mancarmi è stata proprio l’aria che si respira ai tornei: un’aria fatta di adrenalina, emozione, voglia di vincere e dare il massimo. Anche la tensione positiva che sento prima di scendere in campo mi è mancata, quelle farfalle nello stomaco che mi accompagnano mentre percorro il corridoio e che esplodono in una scintilla di felicità quando colpisco la prima pallina di ogni match.”

Ovviamente la vita nel circuito ha i suoi lati negativi e di certo qualcosa di cui non ha sentito la mancanza è stato il mondo social: “A non mancarmi affatto sono le polemiche, gli attacchi gratuiti, le minacce che sempre più spesso noi tennisti riceviamo da haters e scommettitori”

Dal punto di vista fisico Martina ha affrontato momenti molto complicati: “Il problema al tallone mi aveva reso impossibile non solo giocare ma, nelle fasi più acute, anche camminare normalmente. Ho provato ogni tipo di trattamento e terapia pur di evitare l’intervento, che sapevo mi avrebbe costretta a fermarmi per molti mesi. Alla fine, però, ho capito che era l’unica soluzione definitiva e non palliativa al mio problema.”  Il ritorno in campo ha permesso a Trevisan di liberarsi di un peso che la affliggeva: “Oggi posso davvero dire di essermi tolta un peso dal cuore, perché giocare con un handicap come la sindrome di Haglund è destabilizzante anche dal punto di vista emotivo: non sai mai se e quanto ti farà male il tallone durante la partita e, inevitabilmente, parte della tua concentrazione si perde in questa incognita”

Le difficoltà per rientrare dall’infortunio non sono per nulla banali ma Trevisan non sta ancora pensando al futuro lontano dal campo: “Penso sia ancora troppo presto [per pensare alla vita dopo il tennis, ndr]! Comunque, durante gli Internazionali d’Italia a Roma ho collaborato con SuperTennis come commentatrice e mi sono davvero divertita. Chissà che quell’esperienza non sia stata una veloce incursione in un futuro ancora lontano. Anche allenare i bambini, farli crescere, insegnare loro non solo a impugnare una racchetta, ma anche a vivere lo sport con il giusto atteggiamento, è qualcosa che mi piace molto. In passato l’ho già fatto e mi ha dato tante soddisfazioni

Quasi un anno lontana dai campi è lecito chiedersi come ha trovato lo stato di salute del tennis femminile: “Un tennis di livello altissimo, in cui stanno emergendo talenti straordinari come quello di Mirra (Andreeva, ndr), che da gennaio ad oggi ha fatto una crescita impressionante. Oltre a lei, sono rimasta davvero colpita dalla performance di Amanda (Anisimova, ndr) a Wimbledon: mi spiace che non abbia vinto, anche se sono contenta che Iga abbia sollevato il trofeo, chiudendo nel modo più bello un momento piuttosto difficile dal punto di vista dei risultati.” Se si guarda in casa Italia, Trevisan ha le idee chiare su chi ha catturato la sua attenzione: “Devo dire che Cocciaretto ultimamente sta giocando match di altissimo livello: uno su tutti, quello di Wimbledon contro Jessica Pegula. È stata fantastica”

Trevisan ha anche un pensiero sul numero 1 del tennis maschile Jannik Sinner e sulla finale vinta in quel di Wimbledon: “’L’ho seguita e ho tifato per Jannik con tutto il fiato che avevo in gola. È un ragazzo straordinario e non si può proprio non tifare per lui, per quel tennis così pulito e affilato che mette in campo ogni volta. Chi lo accusa di avere uno stile di gioco poco emozionante probabilmente non ha mai preso in mano una racchetta, perché vedere Jannik giocare, riconoscendo come faccia apparire semplici anche i gesti più complessi, è una gioia per gli occhi e per il cuore. E non lo sto dicendo solo da tifosa, ma anche da professionista che sa come certi lungolinea di rovescio siano uno schiaffo alle leggi della fisica”.

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