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Rassegna stampa – Sinner e Alcaraz danno spettacolo a Parigi

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Sinner eccezionale. Con questo Alcaraz ha fatto il massimo (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Rimane l’amaro in bocca al Roland Garros. Rimane sicuramente quello sguardo fisso di Jannik Sinner seduto a fine match dopo la finale persa al super tie-break del quinto contro lo spagnolo Carlos Alcaraz. Il numero 1 che guardava nel vuoto è un’immagine indimenticabile, come quella di un trionfo. Ma sono immagini che caratterizzano la carriera di un tennista che può arrivare ad essere ad un passo dal trionfo e poi perde. Altre volte accade il contrario. […] Questo è il bello dello sport in generale ma nel tennis in particolare: per questo motivo noi lo chiamiamo “lo sport del diavolo”. Abbiamo precedenti illustri come due anni fa successe a Djokovic proprio contro Sinner a Malaga in Coppa Davis e i 3 match point da 0-40 annullati, o i 2 match point consecutivi della finale di Wimbledon tra Roger Federer e lo stesso Nole. Non c’è dubbio che le finali di uno Slam pesino di più che in un torneo normale. […] Sinner non dormirà la prima notte e forse faticherà a dormire anche nella seconda per superare questa sconfitta, ma sono sicuro che quando ricomincerà a giocare ad Halle tra poco più di una settimana lo ritroveremo col sorriso. […] Quella di ieri è stata una finale che più equilibrata non poteva rivelarsi, a parte i match point e aver fatto più punti di Alcaraz, cos’altro avrebbe potuto inventarsi Jannik? Ci sono state tante situazioni sul 2-0 che parevano avviare la strada di Sinner in discesa, ma sappiamo pure che nello Slam al meglio dei 5 set c’è una bestia difficile e diversa da domare rispetto alle partite su 3 set. All’inizio del quinto set, peraltro, quando Jannik sembrava piuttosto giù […] è venuta fuori la sua grandezza, sono emersi i suoi attributi e la sua determinazione, la voglia di opporsi e ribellarsi alla sconfitta, di accettarla, rimettendo su la partita a 2 punti dal match. […] Questa finale così tirata e spettacolare resta un grande spot per il tennis, una partita che ha tenuto incollati tutti alla Tv come si vede raramente, e penso che lo stesso Sinner, al momento del rientro dopo la squalifica, avrebbe firmato sicuramente per queste due finali di Roma e Parigi. Avrebbe messo diverse firme perché è andata bene la preparazione, come ha condotto i tornei, la qualità del gioco che ha espresso, non solo in finale ma anche contro Djokovic in semifinale. […] Ora Jannik tornerà ad allenarsi per farsi trovare di nuovo pronto, sarà più convinto e avrà la gioia di prendere il meglio dalle esperienze alle spalle. Avrà perso la possibilità di sognare il Grande Slam ma si sa che questa sarebbe stata la tappa più complicata, sarebbe stato comunque a metà dell’opera… Questa finale è stata infine di una correttezza esemplare, si sarebbe potuta giocare anche senza arbitri con due signori come Jannik e Carlos. E parlo di finale di uno Slam, non certo di un torneo come altri.

«Così fa male ma penso di risalire» (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport Stadio)

«Sono felice per Carlos e per il suo team, ve lo meritate. È un privilegio essere qui. Il tennis è uno sport speciale e ho raggiunto traguardi incredibili. Non dormirò facilmente stanotte, ma va bene così». Jannik apre il cuore. Sentirlo fa male, a tanti italiani come a mamma Siglinde, che ha sofferto con il figlio in ogni secondo. A 23 anni, Sinner è indubbiamente un campione e un signore senza tempo. Alza il piatto verso il cielo, empatizza con la gioia del rivale, ringrazia sinceramente lo staff del torneo. Tutto questo nel giorno più difficile della sua carriera. Una lezione per chi perde e si toglie la medaglia con stizza. […] Sembra quasi normale per un fenomeno che neanche dopo tre match point falliti, e un break di svantaggio nel quinto set, si è piegato totalmente. Quando tutto diceva Alcaraz, l’azzurro ha lottato fino all’ultimo istante. È servito il match tie-break del quinto set a mettere la parola fine […]. La prima finale Slam contro Alcaraz è già storia. […] La tanto temuta disparità sulla terra? Non si è vista. Forse non esiste più. Ma la storia – si sa – la scrive chi vince. E Alcaraz lo fa per la quinta volta di fila contro l’italiano: in Spagna si celebra il suo quinto Slam, il secondo Roland Garros e la rimonta da 0-2 sotto con ben 3 match point annullati. […] In una maratona in cui vince 193 punti, uno in più del rivale Alcaraz, Jannik lascia lo Chatrier sapendo che ne sarebbe bastato uno in più per uscire in trionfo. […] Ma, oggi è inevitabile parlare della sconfitta. Di un numero 1 assoluto che, contro il suo più grande rivale, non riesce più a vincere, anche se quasi sempre è un nulla a fare la differenza. […] «È un piacere fare la storia con te. So quanto hai inseguito questo titolo, e sono certo che un giorno sarai campione al Roland Garros. Non una volta, ma tante. Sei un esempio per i giovani, e lo sei anche per me», ha detto sportivamente Alcaraz. Riceve il Trofeo dei Moschettieri dalle mani di Andre Agassi. […] Ma anche lui, come Jannik, è un esempio di come si vive la disciplina. […] Commosso e stremato, Jannik ha poi provato a riordinare i pensieri in conferenza stampa, con la solita lucidità: «Cosa ho pensato nel quinto set? E abbastanza ovvio. Ma ho cercato di cancellare tutto, perché finché sei in partita, puoi ancora vincere. Dopo, provi emozioni diverse, ma sai che non puoi più cambiare nulla. Fa male. Ma è andata così. Ora mi serve un po’ di tempo per me stesso. Voglio rivedere la mia famiglia, stare con loro. Poi penserò a Halle e a Wimbledon. Non è il tempo di piangere. Si risale. Mi porto via la terza finale Slam, l’ottava consecutiva in un torneo ATP e la consapevolezza di poter giocare a un livello molto alto». […] Il primo Slam lo ha vinto rimontando due set di svantaggio a Medvedev, poi sono arrivati i successi netti su Fritz a New York e Zverev nella seconda finale australiana. Stavolta Sinner è finito dall’altra parte della storia. Ha perso, per la prima volta, una finale Major: «Cosa ha fatto la differenza? Non posso paragonarla a nessun’altra partita. Il livello era altissimo, la durata infinita. Non pensavo alla finale: volevo solo battere il ragazzo dall’altra parte della rete. Fa male, lo ripeto. Ma non posso vedere solo i lati negativi». In campo è chiaro: c’è chi ha festeggiato e chi ha sofferto. Ma in prospettiva per chi guarda, per chi ama davvero il tennis, hanno vinto entrambi. Perché Sinner-Alcaraz è molto più di una partita.

Il diavolo veste Alcaraz (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Quando sono giunti sul sei pari del quinto set, la voglia di fermarli, di dire basta, dividete la posta in palio, non credo sia venuta solo a me. Sono convinto fosse una sensazione comune, tra i molti del Roland Garros, anche tra quelli che hanno spinto con convinzione per una vittoria dello spagnolo, ed erano di sicuro la maggioranza. Cinque ore e venti di tennis, per un verdetto di parità, il match avrebbe fatto la storia due volte. Ma erano sogni inutili. Sinner è stato incredibile nel recuperare un match all’ultimo secondo, quando Alcaraz è andato a servire per la vittoria. Ha rimesso tutto in discussione, ha superato la stanchezza e la lunga assenza dai campi da gioco, ha messo da parte tattiche e tutto il rammarico che si portava dietro per i tre match point falliti nella quarta frazione. È tornato a due punti dalla vittoria. Poi c’è stato solo Alcaraz, e un Super Tie Break giocato alla perfezione dallo spagnolo. […] Peccato nel tennis non esista il pareggio, e non è la prima volta che mi viene da pensarlo. Ma che belle sensazioni, però… E quanto è bella l’Italia di Sinner, che perde a muso duro, che ci dà dentro fino alla fine, e trova agganci per sostenersi e rimettersi in piedi dopo le cadute. […] Un’Italia che anche nella sconfitta cade in piedi, e merita applausi, coinvolgente per tutti, anche per chi mai avrebbe pensato di schierarsi dalla parte del tricolore. Un orgoglio sentirsi rappresentati da un simile campione dello sport, al termine di un match dove la sportività ha trionfato su tutto, al punto che i due protagonisti nelle fasi più calde e di fronte agli errori più evidenti, si sono arbitrati da soli. Sinner ne esce con una certezza in più, sebbene non potrà essere questa la prima cosa che gli sarà passata per la mente, ieri sera, quando avrà tentato di chiudere gli occhi e abbandonarsi al sonno. Le sconfitte fanno male, sempre, e quando non lo faranno più, è assai probabile che il momento d’oro della carriera di un tennista d’alto bordo è ormai passato. […] Lo attendono anni lunghi di dominio e vittorie, è giusto che lo sappia, ora che l’angoscia della sconfitta gli sembrerà intollerabile. Dovrà trovare quel minimo di distacco dagli avvenimenti di questa finale per ritrovare considerazioni meno dolorose. Ce la farà, perché la prima finale al Roland Garros, ha mostrato che potrà vincere prima o poi anche sulla terra più difficile del tennis […] E non solo sulla terra di mattone. Anche sull’erba di Wimbledon dove è già stato semifinalista, per poi tornare a dettare legge sul cemento. Carlos Alcaraz è formidabile, ma non insuperabile. Il conto tra i due presenta oggi un divario che la finale non ha ratificato, anzi… Otto a quattro, ma il match sarebbe stato di Sinner, se uno dei tre match point a disposizione sul 5-3 del quarto set avesse preso la forma giusta […]. Tre occasioni irripetibili? No, come si è visto dalla prosecuzione della partita, ma tali in quel momento da fiaccare il numero uno e ridare slancio e vitalità al tennis di Alcaraz. Lì lo spagnolo si è ritrovato, dopo aver ballato nel primo e in buona parte del secondo set. Si è ripreso nel terzo, ma senza dare ancora l’impressione di poter assumere il comando del match. Aver superato la fase più negativa, invece, ha cambiato le sue certezze, le ha rese profonde e il suo tennis migliore ha preso a fluire. […] La fase finale del quarto set e l’inizio del quinto hanno visto Alcaraz sugli scudi. Ripreso il 2 pari nei set con uno scatto da 13 punti a 1, lo spagnolo ha fatto gara di testa. Ci voleva un Sinner grande così, per obbligarlo da capo a riprendere l’inseguimento. Ma il tie break finale, a dieci punti, l’ha giocato solo lui. Sinner ha steccato subendo il primo mini break e non si è ritrovato più. Peccato… Ma il tennis è così. Dicono l’abbia inventato il diavolo. Forse è vero.

Parigi dolceamara (Stefano Semeraro, La Stampa)

Come un romanzo. Un intreccio che ti tiene lì, fino all’ultima pagina, pieno di volti: quello di mamma Siglinde, che piange, prega, si dispera, rientra; quelli stremati dei due coach Vagnozzi e Cahill […]. E alla fine quello di Jannik, i riccioli bagnati di sudore, lo sguardo smarrito dentro una serata che aveva sperato diversa, mentre il clan di Alcaraz saltava ubriaco di gioia in tribuna. Un romanzo con un finale amaro, difficile da accettare per Jannik, che la più lunga finale della storia del Roland Garros, 5 ore e 29 minuti […] l’ha persa al supertiebreak del quinto set (4-6 6-7 6-4 7-6 7-6), dopo essere stato avanti due set a zero e un break nel terzo, e soprattutto aver avuto tre match-point a favore nel quarto […]. Fino ad oggi Alcaraz non aveva mai rimontato due set a zero: stavolta sì e bisogna battergli le mani, dirgli bravo, alzarsi in piedi di fronte a un ragazzo di 22 anni che non ha mollato un centimetro, un secondo, che non ha mai accettato una sconfitta che dopo due ore e mezzo di gara pareva scontata. «Un miracolo? Lo penso anche io». Carlitos che quest’anno ha vinto Monte-Carlo, Roma e Parigi, il Piccolo Slam in rosso che prima di lui era riuscito solo a Nastase, Muster e Nadal, e […] si è messo in tasca il quinto Slam, il secondo Roland Garros. Jannik non è stato da meno, e quando la regia del Roland Garros, sul 5-4 dell’ultimo, incredibile set, ha sparato «We are the Champions» sulle due immagini parallele dei due avversari il sentimento era evidente, condivisibile: vincerà chi fa l’ultimo punto, ma solo perché deve essere così. Magari non l’ha pensata allo stesso modo tutto il pubblico di Parigi, che in fretta si è schierato dalla parte di Alcaraz, ma questa è una vecchia storia. Dopo due set intensi anche pieni di errori la qualità del match è come levitata.  […] Una vicenda che ha ricordato la vittoria di Djokovic su Federer a Wimbledon nel 2019, chiusa al supertiebreak dopo i due, strafamosi match-point sciupato dal Genio. Jannik ne ha avuti a disposizione tre, sul 5-3 del quarto set, due diritti lunghi, una risposta di rovescio uscita di un soffio […]. Dopo il tiebreak perso nel quarto ha sbandato, la Mente del tennis; e avrebbe potuto crollare. Invece si è battuto fino alla fine, scavandosi dentro miniere di coraggio, di resistenza, di fede pura, di correttezza assoluta (entrambi si sono concessi con cavalleria punti decisivi): […] Carlos è il Re della terra, lo scettro di Nadal per ora è suo. Jannik ha la certezza di restare il re del mondo almeno fino a dopo a Wimbledon, ma tutti e due stanno scrivendo un romanzo tutto nuovo, e che pochi avrebbero immaginato così affascinante.

Paolini e Errani due regine a Parigi (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

«A Roma non ci fu il tempo di realizzare, ora sì ed è grandioso». Sara Errani e Jasmine Paolini festeggiano il primo Slam vinto insieme in doppio proprio al Roland Garros dove l’anno scorso avevano perso in finale il trono, ma avevano trionfato all’Olimpiade. “Sarita”, la veterana, è strafelice, coi suoi 38 anni, perché somma questo trionfo ai cinque Major […]  ma con compagna Roberta Vinci, quando diventava la numero 1 del mondo di specialità […] Contro la coppia Danilina-Krunic, le azzurre partivano favorite ma, dopo aver vinto il primo set per 6-4, hanno perso il secondo per 6-2 e si sono dovute impegnare al massimo per imporsi per 6-1 al terzo, con un punteggio che sembra facile ma facile non è. «Siamo davvero felici e orgogliose di questo risultai», ha dichiarato Sara dopo la partita. «Abbiamo lavorato insieme per molto tempo e finalmente abbiamo ottenuto il nostro primo titolo Slam. È un momento incredibile per noi». Jasmine Paolini ha aggiunto: «Siamo una squadra molto forte e solida. Abbiamo giocato una partita fantastica e siamo state in grado di sfruttare le nostre opportunità. Siamo molto felici di aver vinto insieme il nostro primo Slam insieme». Salendo così al primo posto della Race, la classifica che conta tutti i punti della stagione che qualifica alle WTA Finals. […] Pur piccole d’altezza, Errani e Paolini sono l’esempio migliore per tutte le aspiranti tenniste che non hanno grandissimi mezzi atletici ma hanno voglia e di impegnarsi e di imparare. […] Anche se Sara ha appena annunciato di aver chiuso al Roland Garros la carriera di singolarista e la sua compagna ha voluto salutarla al microfono in campo dopo il trionfo: «Vorrei ringraziarti tanto: sei un’ispirazione per me, sei una campionessa, una grande persona e devo solo ringraziarti, mi hai resa una giocatrice migliore ed è bello averti con me e condividere con te questo momento, sei una leggenda per me». La Errani, la tennista italiana più vincente di sempre, davanti allo Chatrier pieno per il regalo degli organizzatori che hanno lasciato le porte aperte anche ai possessori solo del biglietto ground, ha detto commossa: «E’ stato ancora una volta incredibile giocare su questo campo. Credo di poter dire che questo è il campo più bello al mondo, ho tanti ricordi qui». Anche lei ha ringraziato la compagna, cui è legata da una grande amicizia e che aiuta anche in singolare: «Grazie Jas, hai così tanta energia con cui mi carichi ogni giorno e sono felice di condividere con te questo momento». Errani e Paolini hanno già iniziato a pianificare il loro prossimo obiettivo. «Siamo già al lavoro per il prossimo torneo», ha detto Sara. «Vogliamo continuare a giocare insieme e a ottenere risultati importanti. Siamo molto motivate e pronte per la prossima sfida».

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