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WTA Roma, Paolini: “Fossi stata aggressiva in campo, avrei perso”

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Da Roma, il nostro inviato

Che giornata agli Internazionali BNL d’Italia. Apertasi nel migliore dei modi con la vittoria di Jasmine Paolini in una partita che è difficile anche da descrivere a parole. Un match iniziato benissimo, vinto e perso più volte dall’azzurra…ma soprattutto da Diana Shnaider. La russa si è dimostrata ancora troppo acerba, incapace di chiudere le partite e vittima di troppi fantasmi. Anche grazie a una versione grintosa, da battaglia, dell’italiana.

Che, sicuramente, ha avuto una buona mano anche dalla pioggia che ha interrotto il gioco. Un’alleata: “Fortuna che ha piovuto (ride), ero davvero in confusione. Mi dicevano di giocare sul rovescio ma non riuscivo ad essere lucida mentalmente. Era rimasta solo Sara in campo quando pioveva, mi ha aiutato, mi ha detto di stare calma e di cercare il suo rovescio. Ho ritrovato la calma e la lucidità, la pioggia in questo mi ha aiutato. Non so nemmeno raccontare quello che è successo in questa partita, tra i vari parziali“.

Una partita fatta di alti e bassi, dall’inizio alla fine. Partita benissimo per l’azzurra, poi precipitata, poi ripresa: “Sono andata 4-0, mi è scappato di mano un game, con tre risposte alle seconde palle, molto veloce. Mi sono venuti dei dubbi, diventavo sempre più tesa, e mi sono ritrovata 4-3. Poi sul 6-5 ho avuto due palle che dovevo fare punto. Perdo quel game e da lì diventa dura, mi sono innervosita pensando che ero in vantaggio ma poi ho perso un set di quel tipo. Non è la prima volta che si vedono partite del genere, oggi è toccato a me e sono scampata. Tra emozioni e nervosismo succedono queste cose“.

Ma proprio in questi momenti si vede la differenza tra buone giocatrici e campionesse. Categoria alla quale ormai Jasmine sembra sempre più appartenere: “Sicuramente ho provato a lottare, ma la chiave fondamentale è farmi passare nervosismo e delusione per com’era andato il primo e partito il secondo. La lucidità è fondamentale, poi tanta lotta, crederci. Le emozioni sono da tutte e due le parti, anche lei si è innervosita, la chiave è provarci e rimanere lucide nelle giocate. Non so se vincere così può darmi più convinzione, vincendo il primo set sarebbe stato più facile? Non posso dirlo. Questo match mi può far capire che devo stare lì ogni palla, non perdere la calma, essere lucidi, e devo tenerlo a mente per il prossimo match. Ti dà anche un esempio positivo, che il match non è mai finito. Si è complicato troppo, sono felice ma al contempo rammaricata perché poteva finire prima“.

Chiaramente questo è ancora un periodo iniziale della nuova vita professionale di Paolini senza Furlan. Dopo anni e anni di collaborazione e incredibili risultati. Ma nella partita non si pensa a quello: “Durante la partita non ho pensato al non vedere Furlan, ovviamente i feedback dall’angolo sono diversi, ma sono contenta di provare cose nuove, avere consigli diversi. Credo il mio team sia stato fondamentale. Oggi la chiave è stata avere pazienza, e andare sul rovescio. Ero partita bene, lei era molto aggressiva. Ho dovuto stare lì con pazienza, fossi stata aggressiva avrei perso perché sbagliavo troppo. E ogni volta che le facevo giocare il dritto era troppo pericolosa“.

Pazienza e calma. L’unico modo per dare una svolta in certe situazioni: “Cercavo di ripetermi di stare calma ad ogni cambio campo, poi andavo a giocare ma non c’era verso. L’obiettivo è rimanere lucida in campo, troppo importante capire il gioco e le situazioni. Sono stata fortunata perché pioveva, ma devo riuscire a farlo anche in situazioni normali, non posso sperare che piova sempre. Una volta mi è successo qualcosa di simile in Ungheria, un ITF 100.000, poi ci si prova sempre. A volte gira, a volte no, la maggior parte delle volte non succede“.

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