Angelo Binaghi e la sua crociata per il tennis in chiaro: “Sarò più grato alla RAI quando avremo la visibilità della nazionale di calcio”
Il dibattito portato alla ribalta da Angelo Binaghi, presidente FITP, che sta lottando per avere una maggior esposizione del tennis in chiaro, è sfaccettato e ricco di spunti. La sua richiesta di “parità di trattamento” con la Nazionale di calcio è legittima, e questo lo si deve grazie al traino di Jannik Sinner e delle imprese della squadra di Davis azzurra. A tal proposito ha suscitato molto interesse l’intervista che Binaghi ha rilasciato al Foglio, dove il presidente ha toccato temi come la collocazione del tennis sul palinsesto nazionale (RAI), e il macro tema della diffusione dello stesso sulla TV in chiaro.
LA SFIDA DI BINAGHI – “Non posso più sopportare che il tennis venga considerato dalla Rai uno sport minore. Non lo è. Lo dimostrano gli ascolti”. Ha detto il numero 1 della federazione, che poi ha aggiunto di aver chiesto ai vertici RAI una collocazione più importante – ovvero Rai Uno. “Mi è stato risposto che ci sono valutazioni di marketing. Ovviamente ho ringraziato l’ad Rossi, ma io devo fare l’interesse del tennis, e gli sarei più grato quando la RAI ci darà la vetrina della nazionale di calcio, Rai 1. È una sfida per tutti”.
In sostanza Binaghi sta reclamando pari diritti tra calcio e tennis, cosa che ancora, in un paese a trazione calcistica, è difficile da ottenere. Ne è un fulgido esempio il caso della prima serata di giovedì 14 novembre, quando durante le ATP Finals il match tra Sinner e Medvedev è stato trasmesso in contemporanea all’incontro Italia-Belgio di Nations League. Anziché una collocazione pomeridiana per separare gli eventi si è preferito compararli, per legittimare lo stato delle cose. I numeri hanno premiato il calcio: 6.806.000 spettatori contro 2.170.000 (a cui si aggiungono i 626.000 che hanno seguito il match su Sky Sport). Il punto però è un altro. Binaghi ha ragione quando dice che per il tennis ambisce alla vetrina della Nazionale di calcio, perché Rai Uno può veicolare ascolti decisamente maggiori rispetto a Rai Due. Ne è un esempio il match di tennis più visto nella storia dell’Auditel: la finale delle ATP Finals tra Sinner e Djokovic dell’anno scorso, che ebbe la vetrina di Rai Uno. Escludendo dal ragionamento gli ascolti di Sky Sport all’epoca 5.493.000 persone seguirono l’incontro. Quest’anno invece in occasione della finale torinese Sinner-Fritz – in assenza di partite di calcio – ci sono stati 3.513.000 spettatori.
LA RICHIESTA DEL MIMIT – Questi sono numeri che fanno riflettere, e denotano come la tennis-mania ( o Sinner-mania) si sia fatta strada nel palinsesto nazionale. Deve essersene accorta anche la Commissione Europea dato che le autorità competenti hanno aggiunto proprio il tennis nell’elenco degli eventi “di particolare rilevanza per la società di cui è assicurata la diffusione su palinsesti in chiaro”. Ora si attende la risposta del Comitato di contatto della Commissione europea. L’ultima delibera risale al 2012 e per il tennis includeva soltanto le finali e semifinali di Coppa Davis, Fed Cup (ora Billie Jean King Cup) e Internazionali d’Italia con la presenza di giocatori italiani. Ecco invece quali sono gli eventi che il Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha inserito nella nuova richiesta: la finale e le semifinali di Coppa Davis, della Billie Jean King Cup e della United Cup, alle quali partecipi la squadra nazionale italiana, finale e semifinali di tornei del Grande Slam, Atp e Wta Finals, di Atp Masters 1000 e Atp 500, Wta 1000 e 500 e degli Internazionali d’Italia, ove presenti atleti italiani.
L’ Agcom ha già espresso in quel di giugno il suo parere positivo. Adesso la palla passa al Comitato di contatto della Commissione europea che dovrà dare la risposta definitiva. Spulciando tra i possibili scenari la Commissione europea può rispondere positivamente o negativamente. Oppure può sfoltire la lista, aggiungendo eventi oltre alle competizioni per nazionali e agli Internazionali. Una volta approvata in via definitiva, sarà poi l’Agcom a occuparsi di imporne i diritti. Resta però da capire la fattibilità dell’operazione. Il tennis – specie gli incontri di Coppa Davis – potrà davvero scorrazzare libero per il palinsesto di RAI 1, monopolizzandone la programmazione? È insensato pretendere la trasmissione costante di eventi tennistici sulla rete ammiraglia, mentre è più ragionevole ipotizzarla per match di livello assoluto. Questo perché il tennis ha una peculiarità che lo contraddistingue dal calcio, così come da altri sport come sci, Formula Uno o Moto Gp: è impossibile stabilirne la durata, e a volte anche l’orario d’inizio. L’idea potrebbe essere: accettare la copertura RAI per la Davis, magari cercando un accordo preventivo per Rai Uno in vista di un’eventuale finale.
LE FINALI SLAM IN CHIARO? – Il secondo tema toccato da Binaghi riguarda gli eventi sportivi “di interesse nazionale”, che interessano un pubblico trasversale, quindi non fidelizzato sul tennis. L’effetto Jannik Sinner ha suscitato interesse verso uno sport che è sempre stato di nicchia. Se si considera il fatto che Sinner è il numero uno del mondo – vincitore di due slam quest’anno, oltre che di 3 Masters 1000 e due ATP500 – allora è lecito pensare che possa arrivare spesso alle fasi finali dei tornei. “Chiedo una finestra in chiaro, una vetrina vera, per le partite – dice Binaghi – Voglio che le finali dello Slam possano essere guardate dai ragazzi che amano il tennis. Mi hanno assicurato che la norma verrà modificata. Speriamo, e presto”. Posto che trasmettere “in chiaro” non implichi necessariamente il coinvolgimento della RAI, come dimostra la finale di BJK Cup trasmessa su Supertennis.
La legge in merito prevede però solamente la trasmissione di Davis e BJK Cup (con semifinali e finale con in campo l’Italia) e degli Internazionali d’Italia (con semifinali e finale con in campo giocatori italiani). Ma è chiaro che una finale Slam con Sinner in campo avrà sempre più attrattiva di una finale di BJK Cup o della stessa finale di Roma; indi per cui l’idea di un’estensione della legge non è ipotesi peregrina. Ne è un esempio la finale di Wimbledon 2021, quella tra Matteo Berrettini e Novak Djokovic, andata in onda su TV8 e con ascolti da capogiro: oltre 4,7 milioni di spettatori, di cui 3,5 in chiaro. I numeri lasciano intendere come il tennis non sia più una nicchia ristretta, ma abbia un respiro più ampio adesso, grazie ai successi di Sinner e dei ragazzi della Davis. Ma la transizione verso il consenso nazionale è ancora ostacolata dai solti vecchi retaggi calcistici, e dall’imprevedibilità di uno sport che non ha confini di tempo e di durata.