Prima che al mondo si palesasse un certo Roger Federer, i sacri campi di Wimbledon avevano magnificato la grandezza di William Renshaw, che tra il 1881 e il 1889 vinse sette volte il torneo più prestigioso del tennis. Parliamo di un’epoca in cui il mondo della racchetta era distante anni luce da un movimento professionistico, eppure la grande popolarità che Renshaw riuscì a conquistare gli valse un contratto con l’azienda di scarpe Hickson and Sons – tra le prime a produrre modelli di calzature appositamente per il tennis, che all’epoca si giocava esclusivamente sull’erba – che gli mise ai piedi una primitiva forma di signature shoes.

Più di un secolo dopo, lo scenario è evidentemente mutato, ma quell’operazione d’avanguardia ha colto nel segno. Il tennis è espressione di grazia e potenza insieme, è uno sport con una popolarità globale e un’idea di eleganza sottintesa. I protagonisti del tennis sono campioni muscolari, inclini allo sforzo fisico e al tempo stesso icone di stile: il profilo perfetto per portare sul palcoscenico dello sport la visione di un brand.

Lo sportswear secondo Matteo Berrettini

L’ultimo esempio in ordine cronologico riguarda il nostro Matteo Berrettini, che ha firmato un accordo con BOSS per vestirne i prodotti in campo; il 17 gennaio, giorno d’inizio degli Australian Open, uno dei quattro tornei principali della stagione, verrà lanciata la prima limited capsule collection BOSS X MATTEO BERRETTINI, con i capi della collezione che riguardano sia modelli da gioco, come polo e pantaloncini, che prodotti per il tempo libero. Nella prima apparizione in campo con il nuovo marchio, nell’ambito dell’Atp Cup per nazioni, Berrettini ha sfoggiato una maglietta azzurra con un motivo tricolore lungo la schiena.

Questo doppio presidio, a metà tra il campo e il casualwear, è un’opportunità unica assicurata dal tennis, che permette ai brand di moda di approfondire il loro lato più sportswear, sperimentando così nuove forme di stile.

Lo stile pulito di Uniqlo

Un cambio di paradigma lo si era visto negli scorsi anni con l’ingresso nel tennis da parte di Uniqlo, che ha sponsorizzato prima Novak Djokovic e poi, dal 2018, Roger Federer, che ha rotto il suo sodalizio ultradecennale con Nike sulla base di un accordo decisamente remunerativo (si parla di oltre 300 milioni di dollari in dieci anni). Oltre a essere uno dei tennisti più vincenti e più amati di tutti i tempi, Federer incarna l’eleganza suprema per uno sportivo (Roger, poi, che abbiamo visto accedere sul Centrale di Wimbledon con addosso un blazer, è davvero su altri livelli).

Associandosi al campione svizzero, Uniqlo ha trovato il modo di portare il suo stile pulito e minimalista anche sul campo da tennis. Giocando con i colori, come succede di sovente nel mondo del tennis all’alternarsi di città ospitanti e superfici: nel 2019, l’ultima stagione giocata interamente da Federer, il marchio giapponese ha proposto un accostamento marrone-bianco per la terra rossa del Roland Garros, un total black per il cemento blu elettrico di New York e il tradizionale e immutabile bianco per Wimbledon.

Armani tra Olimpiade, calcio, basket e tennis

La sfida dello sportswear è da tempo vinta per Armani, con la sua EA7 che ha catturato l’attenzione del pubblico con le divise ufficiali degli atleti italiani nelle spedizioni olimpiche, nel basket con l’Olimpia Milano e nel calcio, recentemente, con il Napoli. Nel 2019 EA7 ha cominciato a vestire Fabio Fognini, un anno in cui il tennista ligure è diventato, a Montecarlo, il primo italiano a vincere un torneo Master 1000. Anche in questo caso, la collaborazione è servita a fare di Fognini il testimonial della linea tennis del brand, con i toni accesi a farla da padrone nella collezione SS21.

La fantasia di H&M

Negli anni scorsi c’era stato anche l’approdo nel tennis di H&M, con la sponsorizzazione del tennista ceco Tomas Berdych: una partnership ricordata soprattutto per gli outfit fantasiosi dell’ex numero 4 del mondo, tra maglie a fiori, pattern lunari e geometrie coloratissime.

Più che altri sport, dunque, il tennis riconosce ai fashion brand, anche quelli meno avvezzi a frequentare il territorio dell’agonismo, una possibilità creativa senza pari: diversamente dagli sport di squadra, ancorati alle logiche di colori e identità, il tennis è un approdo sicuro per le sperimentazioni stilistiche, incoraggiate dalla stessa stagionalità che caratterizza il circuito nel corso dell’anno. Al tempo stesso, fare di un campione celebrato il proprio testimonial è il modo più semplice e immediato di far vivere il proprio marchio tra il campo e l’esterno. La strada è tracciata, il monopolio dei colossi dello sportswear nel tennis è destinato a vacillare?