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WTA Madrid: Sabalenka contro Pavlyuchekova per un posto in finale

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dal nostro inviato a Madrid

Non ha avuto il minimo accenno di pietà Aryna Sabalenka contro la sua amica e compagna di doppio Elise Metens, uscita da questa sfida malconcia sia sul piano morale che fisico. Il match infatti, durato 52 minuti, è terminato per ritiro in favore della n. 7 del mondo dopo che questa era in vantaggio 6-1 4-0. La tennista belga era uscita per ricevere un medical time-out ed era rientrata in campo con una vistosa fasciatura alla coscia destra. A provato a stringere i denti per qualche punto ma alla fine è stata costretta ad alzare bandiera bianca, prima di venir accolta da un caloroso abbraccio di Sabalenka. Per quel poco di tennis che si è visto; il match è sempre stato a senso unico in favore della bielorussa che ha sovrastato la sua avversaria sia in termini di potenza che di decibel. Le sue accelerazioni da fondo raramente sono tornate dall’altra parte del campo e Mertens non è mai riuscita a trovare le forze per reagire.

Per Sabalenka questa è la prima semifinale in un torneo 1000 della stagione dopo essersi arrestata nei quarti sia a Dubai che a Miami, e con questo risultato dà un ottimo segnale di continuità alla finale raggiunta a Stoccarda persa da Barty due settimane fa. Non è da escludere che un secondo capitolo di quella storia si svolga qui nella capitale spagnola, ma prima per lei c’è da superare l’ostacolo Anastasia Pavlyuchenkova, la quale si è aggiudicata l’unici precedente due anni fa sul cemento di Toronto.

La russa n. 41 del mondo infatti ha piazzato un altro risultato sorprendente battendo la più quotata Karolina Muchova 7-6(4) 7-6(2) in due ore e due minuti. “Al momento non provo alcuna emozione, non riesco a provare niente, strana come cosa” ha ammesso Anastasia Pavlyuchenkova, giunta in conferenza stampa subito dopo la vittoria. “Sono molto stanca, mentalmente sono ancora alla fine del secondo set. Nel primo tie-break penso di essere stata un po’ fortunata perché non sentivo molto bene il mio gioco, sicuramente per il modo in cui lei giocava, variando molto i colpi. Non riuscivo a fare quello che volevo.” Il discorso poi non è stato molto diverso da quello di ieri, dove aveva lottato una battaglia simile contro Brady: “Non ho sfruttato dei set point sul 6-5 e a quel punto ho pensato che avrei perso ma alla fine ho comunque lottato ad ogni punto, se vince lei amen ma io non glielo regalo. Nel secondo le cose sono andate un po’ meglio… anche se mi sono ritrovata sotto 1-4.”

Qui c’è stato il momento di svolta. “Quando mi sono seduta al cambio campo ero molto negativa e ho iniziato a sentirmi un po’ giù di morale così mi sono detta ‘dai, forza! sono troppo stanca, vinciamo questo set e andiamo a casa’ ma non è che funziona così. Devi restare concentrata in ogni momento; poi a un certo punto la mia energia è tornata in qualche modo e mi sono rifatta sotto. Tutt’a un tratto i miei piedi hanno ripreso a muovermi e ho chiuso al tie-break.” Con questa vittoria raggiunge la terza semifinale della sua carriera a livello WTA 1000, dopo quelle di Indian Wells nel 2009 e Cincinnati nel 2010.

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