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La stoccata di Nadal: “Alcuni hanno bisogno di pubblicizzare il bene che fanno, altri no”

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È un Nadal insolitamente pungente quello che ha parlato a pochi giorni dal suo debutto stagionale. Testerà le sue condizioni contro Dominic Thiem in un match di esibizione ad Adelaide, dove è ancora confinato per completare i 14 giorni di quarantena obbligatoria. Poi sarà la volta dell’ATP Cup, ultimo step prima dell’Australian Open del prossimo 8 febbraio. Dalla sua lussuosa camera d’albergo, Rafa ha parlato al canale argentino di ESPN Tennis toccando i vari temi che sono stati motivo di discussione nel circuito durante le ultime settimane.

Il primo punto importante sono gli alloggi, in particolare le differenze tra le cinquanta persone collocate ad Adelaide e il migliaio che (come inizialmente stabilito) sta a Melbourne. Si è creato un vantaggio per la dozzina di giocatori di stanza ad Adelaide (tra cui Djokovic, Thiem e lo stesso Rafa)? Non secondo lo spagnolo: “Non ho sentito quei giocatori che a Melbourne hanno stanze anche migliori delle altre, lamentarsi di avere camere migliori. Non ho neanche sentito dire dagli stessi giocatori che tanto si sono lamentati delle differenze tra Adelaide e Melbourne, che sarebbe stato giusto stare tutti in quarantena senza allenarsi, visto che sfortunatamente ci sono decine di giocatori che hanno viaggiato con positivi e non possono farlo. Ci si lamenta sempre quando si ha una condizione di svantaggio, non quando si ha un vantaggio. Cerchiamo tutti di fare del nostro meglio“.

Entrando più nello specifico: “È comprensibile che ci siano le lamentele. Ma dov’è la linea tra privilegi e non? Io ho una visione diversa rispetto ad altri. Ovviamente per noi che siamo qui ad Adelaide le condizioni sono migliori rispetto alla maggior parte dei giocatori che stanno a Melbourne. Ma sempre a Melbourne ci sono giocatori che hanno stanze più grandi dove poter fare allenamento fisico, altri invece stanze più piccole dove non possono avere contatti con allenatore o preparatore atletico. Dov’è la linea? È un tema di etica e ognuno ha la propria e rispettabile opinione”.

Il punto di vista di Rafa è allineato a quei giocatori (come Azarenka o Potapova) che negli ultimi dieci giorni hanno cercato di evitare qualunque tipo di polemica o lamentela, apprezzando il semplice fatto di poter giocare il torneo (soprattutto giocarlo in condizione di massima sicurezza) e mettendo da parte le sbavature dell’organizzazione: “Massima solidarietà ai giocatori che stanno passando una situazione spiacevole non potendo uscire dalla stanza. Spero che quando usciranno dalla camera possano avere tutti gli aiuti possibili dai tornei per tornare in forma. La situazione è molto dura. Stare 14 giorni confinati non è piacevole, ma paragonato a ciò che sta succedendo è una cosa da niente. Sentiamo ogni giorno storie tristissime, persone che perdono il padre, la madre o i fratelli senza poterli salutare”.

“Quando succedono cose del genere le lamentele eccessive per stare 14 giorni in stanza d’albergo credo che siano da ignorareha continuato Rafa. “Siamo qui, siamo fortunati. Pur essendo in condizioni peggiori del solito, possiamo allenarci, giocare e siamo sani. Applausi a tutti coloro che hanno un atteggiamento positivo. Perché la realtà è che siamo in un albergo a cinque stelle e abbiamo da mangiare. Credo che chi si lamenta manchi di rispetto a chi sta cercando di fare il massimo per noi e a chi sta passando situazioni peggiori“. Il suo compagno di squadra, Bautista Agut, inizialmente la pensava in modo opposto, affermando di essere in “una prigione con il wi-fi”. Poi si è scusato per le frasi dette, per fortuna, correggendo il tiro.

Nadal ha toccato anche un altro tema importante degli ultimi giorni, ovvero il documento inviato da Djokovic a Tennis Australia per chiedere migliori trattamenti nei confronti dei 72 giocatori costretti nella loro stanza a Melbourne. Le proposte, accettate solo in minima parte, hanno generato un dibattito tra media e giocatori. E c’è chi, come Pella, non le ha mandate a dire a chi ha comunque messo in discussione le azioni del numero uno del mondo, anzi ha puntato il dito contro Nadal e Thiem: “Sono molto sorpreso dal silenzio di Rafael Nadal e Dominic Thiem su quello che sta succedendo qui a Melbourne mentre loro sono ad Adelaide. Non metterei la mano sul fuoco per nessuno, ma Djokovic almeno ha provato a fare qualcosa” ha detto l’argentino.

Il venti volte campione Slam ha risposto a queste dichiarazioni, pungendo implicitamente anche lo stesso Novak Djokovic: “Cerchiamo tutti di aiutarci a vicenda. Alcuni di noi hanno bisogno di rendere pubbliche le cose che fanno per gli altri, mentre altri, come me, scelgono di farlo privatamente senza dover pubblicizzare tutto. Non c’è bisogno di fare propaganda e pubblicare tutte le chiamate che facciamo”.

Infine, il maiorchino ha parlato della decisione di giocare a Rotterdam. In occasione del torneo olandese, dove non gioca dal 2009, potrebbe anche riprendersi la prima posizione mondiale. “Giuro che non lo sapevo” ha detto Rafa ai giornalisti di ESPN. “Non che sia destino averlo saputo ora. Anni fa forse ci pensavo a giocare un torneo per tornare numero uno, ora non più. Non è mai il mio obiettivo diretto, se i risultati sono buoni nei tornei che gioco e ci arrivo, è fantastico. Nel mio calendario normale in questi anni ho sempre giocato Indian Wells e Acapulco prima di Miami. Quest’anno mi sono iscritto a Rotterdam perché Indian Wells non si gioca, ma il mio calendario è abbastanza variabile”.

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